Bella Ciao è una canzone
popolare italiana famosa anche all'estero e cantata da diversi
artisti internazionali. Simbolo della Resistenza e della lotta
partigiana, è oggi in Italia oggetto di qualche polemica: ma con
la rivolta dei giovani turchi nel giugno del 2013 diventa simbolo
internazionale di lotta per la libertà.
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Il 25 aprile, in Italia, è festa nazionale, la
festa della "Liberazione". In quella data infatti, nel 1945, i
partigiani cacciano da Milano i soldati nazisti che la occupavano, prima
dell'arrivo dell'esercito americano, ormai vicinissimo alla città.
Per questo la festa della "Liberazione" è considerata la festa della
libertà dall'oppressione e dalla dittatura e anche la data di nascita
della nostra democrazia.
Ogni anno quindi, in tutte le città italiane, il 25 aprile si festeggia
questo anniversario con manifestazioni di piazza, discorsi e musica.
Uno dei canti più diffusi in questo giorno è la celebre canzone "Bella Ciao": canto di origine popolare, è diventato l'inno della lotta
partigiana contro i tedeschi. Dopo il 1960 poi questa canzone
diventa popolarissima anche fra giovani e studenti, come inno della
libertà.
La canzone ha avuto un'enorme fortuna internazionale: fa parte del
repertorio del musicista bosniaco Goran
Bregović ed è stata cantata nel 2011 dai contestatori americani che
appartenevano al movimento
Occupy Wall Street.
Nel giugno del 2013, da un
contestazione contro la decisione di costruire un centro commerciale nel
Gezi Park di Istanbul, uno dei pochi "polmoni verdi" della città,
scoppia una rivolta antigovernativa in tutta la Turchia. I giovani
scendono in piazza per reclamare la laicità dello stato turco voluta da
Atatürk e per attaccare il capo del governo Erdoğan.
Da allora in sempre più nazioni estere la canzone si diffonde come
simbolo di lotta per la libertà e come inno di rivolta:
cantata ai funerali di Don Gallo, il prete rivoluzionario di
Genova, è stata eseguita anche durante i funerali del
fumettista francese Bernard Verlhac, ucciso durante
l'attentato alla sede di Charlie Hebdo a Parigi nel 2015.
La canzone è stata poi inserita nella serie spagnola "La
casa de Papel", sbarcata su Netflix alla fine del 2017.
Da qui in poi la sua diffusione ha un'ulteriore impennata:
milioni di visualizzazioni su Youtube, milioni di ascolti su
Spottify anche per il
remix costruito dal francese Florent Hugel e per
Steve Aoki, che insieme ai colleghi italiani Marnik, ne
propone una
versione house che
sta facendo il giro del mondo.
Da alcuni anni il 25 aprile e la
canzone Bella ciao sono oggetto
di grosse polemiche.
L'Italia è infatti un paese dove il passato fascista non è
stato rielaborato storicamente e popolarmente come per
esempio il nazismo in Germania. Se nei paesi tedeschi
dichiararsi nazista o candidare alle elezioni personaggi che
portano il cognome "Hitler" suonerebbe almeno strano, da noi
l'idea che "Mussolini in fondo ha fatto anche cose
buone", che i fascisti "in fondo non volevano
sterminare gli ebrei", che il fascismo "anche quando ha
invaso paesi africani in realtà non ha oppresso le
popolazioni ma, in fondo, ha costruito strade e
ponti", è un'idea relativamente diffusa.
Per questo negli ultimi anni, per assecondare questo
sentimento popolare che dal punto di vista elettorale può
portare molti voti ad alcuni partiti, la destra italiana non vede di buon
occhio una festa che ricorda la fine del fascismo. E non
sente volentieri una canzone che ricorda la lotta
partigiana.
Il 25 aprile 2008, per esempio, il sindaco della città di Alghero, Marco
Tedde, berlusconiano, ha addirittura vietato
alla banda cittadina di suonare questa canzone durante le
celebrazioni della festa della Liberazione. (La gente,
comunque, l'ha cantata lo stesso).
E anche oggi i partiti sovranisti amano assecondare il
malcontento popolare (che in realtà è tutto economico)
mostrandosi assai poco interessati all'antifascismo: la
guerra è finita da tanti anni e non siamo interessati più al
"derby fra fascisti e comunisti" dichiara qualcuno. Ed è
vero che la guerra è finita da tanti anni, ma è un po'
rischioso mettere sullo stesso piano la dittatura che ha
portato l'Italia in guerra dalla parte sbagliata e chi ha
combattuto ed è morto per la libertà.
Ma leggiamo il testo di questa "pericolosissima" canzone:
Una mattina mi son svegliato,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor.
O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.
E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.
E seppellire lassù in montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassù in montagna
sotto l'ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Mi diranno «Che bel fior!»
«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!»