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PERCHÉ
ISTANBUL?

Istanbul è chiamata - giustamente - la "Seconda Roma". Non a caso il suo vecchio nome è Costantinopoli, la città che l'Imperatore Costantino rifondò nel 330 proprio come "Nova Roma".

Il nome moderno (si dice) deriva dalla frase greca Eis ten polin (εις την Πόλην), cioè "verso la città, quella è la città".
Insomma "la Città" è lei: come un tempo era stata Roma, con il passare dei secoli Costantinopoli era diventata il simbolo della civiltà, della cultura, della potenza e della ricchezza.

Passeggia fra le moschee che in passato erano state chiese, scoprire cisterne imponenti, ammirare i più bei mosaici della storia, restare incantati dal fascino, dalla bellezza e dai colori del Corno d'Oro.
E tutto nel contesto di una città vivissima, ricca di attrattive anche moderne e di una frenetica attività commerciale che nel bazar trova forse la sua espressione più pittoresca.

Questo e altro è nostra intenzione farvi assaporare.


 
 

             

Il programma è semplice:
andiamo a Istanbul (che è davvero la "seconda Roma") in compagnia di Giulia Grassi e di un po' dello staff di Scudit. E ci andiamo per scoprire che Bisanzio-Costantinopoli-Istanbul rappresenta un millennio di cultura che ha ancora moltissime influenze sulla realtà d'oggi.
Se il mondo bizantino è così poco conosciuto e poco studiato un motivo c'è. Lo scopriremo insieme durante il viaggio
 
Come ci organizziamo?
Alloggio: ognuno può scegliere la soluzione che preferisce.
Se volete una mano possiamo naturalmente consigliarvi un albergo vicino a dove alloggeremo noi, ma ogni partecipante è libero di scegliersi l'albergo e il volo a seconda delle sue esigenze e dei suoi tempi.
 
Ogni mattina un incontro con Giulia Grassi che ci porta a vedere l'Istanbul
che probabilmente tutti noi abbiamo sognato di vedere: la seconda Roma che è rimasta capitale dell'Impero per altri mille anni dopo che la "nostra" Roma era ormai crollata sotto le invasioni barbariche.
 
Attività piacevoli anche il pomeriggio naturalmente e naturalmente tutto in  italiano.

Niente pauracomunque: ogni partecipante avrà anche il tempo libero per andarsene un po' per i fatti suoi, respirare l'aria del mare sul Corno d'Oro, bere un çay in un chiosco o in un bar, fare spese al bazar delle spezie e, insomma, trasformare il viaggio in una esperienza tutta personale.
 
Siete abbastanza incuriositi?
E allora è il momento di adare a leggere il programma dettagliato!

CLICK!


 


 

A ISTANBUL
CON
GIULIA GRASSI

 

Chi è Giulia Grassi lo sanno bene gli studenti di Scudit che per anni hanno frequentato le sue lezioni, le sue visite guidate e il  famoso corso speciale "Due settimane a Roma", oggi guidato da Marina Giorgini.

Ma forse anche i nostri studenti non sanno che Giulia, così esperta in "cose romane" è in realtà una bizantinista: e il suo "territorio naturale" è forse più Istanbul che Roma!

Passare una settimana in sua compagnia per le vie, fra le chiese, nei luoghi noti e meno noti di questa città che da sempre ha stregato tutti i visitatori è un'esperienza davvero speciale.

La prima esperienza di "Scudit a Istanbul" è stata nel maggio del 2015. E si è trattato di un'esperienza così piacevole e stimolante che abbiamo deciso di ripeterla.

Il prossimo corso "La seconda Roma, a istanbul con Giulia Grassi" si svolgerà  a partire dal 4 settembre 2016

William Butler Yeats,
Sailing to Byzantium
(The Tower, 1927)

I. 
That is no country for old men.
The young
 In one another's arms, birds in the trees-
Those dying generations - at their song,
 
The salmon-falls, the mackerel-crowded seas,
 
Fish, flesh, or fowl, commend all summer long
 
Whatever is begotten, born, and dies.
 
Caught in that sensual music all neglect
 
Monuments of unageing intellect.
 

II.

An aged man is but a paltry thing,
A tattered coat upon a stick, unless 
Soul clap its hands and sing, and louder sing
 
For every tatter in its mortal dress,

Nor is there singing school but studying 
Monuments of its own magnificence;
 
And therefore I have sailed the seas and come
 
To the holy city of Byzantium.
 

III.
 
O sages standing in God's holy fire

As in the gold mosaic of a wall, 
Come from the holy fire, perne in a gyre,
 
And be the singing-masters of my soul.
 
Consume my heart away; sick with desire
 
And fastened to a dying animal
 
It knows not what it is; and gather me
 
Into the artifice of eternity.
 

IV.
 
Once out of nature I shall never take
 
My bodily form from any natural thing,
 
But such a form as Grecian goldsmiths make

Of hammered gold and gold enamelling 
To keep a drowsy Emperor awake;
 
Or set upon a golden bough to sing
 
To lords and ladies of Byzantium
 

Of what is past, or passing, or to come.