
La Stanza
della Segnatura è la prima stanza delle quattro che formano
l'Appartamento di Giulio II e di Leone X in Vaticano; viene dipinta da
Raffaello tra 1508 e 1511.
È chiamata la stanza "dogmatica" ed è considerata la summa
del pensiero umanistico: gli affreschi sulle pareti, cioè, ci
permettono di conoscere il pensiero politico, filosofico e religioso di
quell'epoca.
Giulio II (pontefice
dal 1503 al 1513) aveva destinato questa stanza a biblioteca e
studio privato: il programma iconografico degli affreschi
richiama questa funzione. È un programma complesso, sicuramente
elaborato da un teologo della corte papale.
Sulle due pareti lunghe si fronteggiano la
Disputa del Sacramento
(a sinistra nello schema) e la
Scuola di Atene
(a destra nello schema); sulle due pareti brevi, con le
finestre, si fronteggiano le
Virtù Teologali, Cardinali e della Legge
(in basso nello schema) e Il
Parnaso (in alto
nello schema).
Queste scene corrispondono
alle quattro facoltà delle università medievali, rispettivamente
la Teologia, la
Filosofia,
la Giurisprudenza
e la Poesia. |

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In
base alla filosofia neoplatonica, molto diffusa nel Rinascimento, le
scene rappresentano anche le tre massime
categorie dello spirito umano: il Vero
(Noetica), il Bene
(Etica) e il Bello
(Estetica).
Il Vero soprannaturale è rappresentato dalla Disputa del Sacramento (o
la Teologia), il Vero razionale dalla Scuola di Atene (o la Filosofia);
il Bene è espresso nelle Virtù Teologali, Cardinali e della Legge (o
l'Etica) mentre il Bello nel Parnaso con Apollo, le Muse e i poeti
(o l'Estetica).
Secondo i critici questo programma complicato esprime l'ideale di Giulio
II, la renovatio urbis Romae, cioè la "rinascita della città di
Roma". Per il papa Roma è la sede naturale del papato perché nella città
si fondono l'eredità della cultura classica e dell'impero romano con la
verità del messaggio cristiano. È un programma universalistico,
in cui il mondo antico, pagano, e quello moderno, cristiano, non sono in
conflitto fra di loro ma in armonia.
Il Vero cristiano della Teologia non può fare a meno del Vero
pagano e razionale della Filosofia: per volontà divina, infatti, anche i
pagani fanno parte della Chiesa, perché i pensatori antichi della
“Scuola d’Atene” hanno creato le basi concettuali sulle quali è stato
costruito il pensiero cristiano, simboleggiato dalla "Disputa del
Sacramento".
Il Bene si esprime seguendo le razionali "Virtù cardinali"
(Fortezza, Temperanza, Prudenza e Giustizia) e le cristiane "Virtù
teologali" (Fede, Speranza e Carità). La Legge si concretizza - nelle
scene al di sotto delle Virtù - sia nel diritto ecclesiastico (Papa
Gregorio IX approva le decretali) sia nel diritto civile (Giustiniano
imperatore riceve le Pandette).
Quanto al Bello, il suo regno è il Parnaso, dove vivono Apollo e
le Muse protettrici delle arti. Sul mitico monte poeti cristiani e poeti
pagani, antichi e moderni, sono uno accanto all'altro: Dante con Omero e
Virgilio, Saffo con Petrarca, Boccaccio e Ariosto con Ovidio e Orazio.
Al di sotto del Parnaso sono dipinti due monocromi relativi ai poemi
fondanti della cultura universale: Alessandro Magno depone l'Iliade e
l'Odissea nella tomba di Achille e Augusto impedisce la
distruzione dell'Eneide.
Lo stile sottolinea
la "verità" espressa dalle immagini: le composizioni sono calme,
solenni, equilibrate, simmetriche, basate su ampi semicerchi, piene di
bellezza e armonia. Forma e contenuto coincidono. È veramente la
summa del pensiero dell'epoca, e solo il "dio mortale" Raffaello
poteva esprimerlo in modo così sublime.
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Disputa |
Scuola |
Virtù |
Parnaso |