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LA " Z " IN ITALIANO PUO' AVERE UN SUONO "SORDO" O "SONORO" Gli zozzi di tutte le nazionalità vanno a lezione di pulizia in un centro specializzato di Zurigo, dove, se le zecche anziane e di razza penzolano o ruzzolano giù a mazzi dalle loro zazzere, si azzuffano per una pozione di zucchero azzurro dello Zaire. La ragione delle zuffe è che lo zucchero azzurro dello Zaire, si sa, azzera le zazzere, ma nello Zaire hanno alzato eccezionalmente i prezzi della benzina e dello zucchero. La disposizione ha provocato manifestazioni di piazza e poi una vera insurrezione, sedata da un'azione di polizia caratterizzata dall'uso di mezzi corazzati e di mazze aguzze. Per la disperazione mia zia Vincenzina, che lavora in uno zoo, è quasi impazzita e ha iniziato ad azzannare zanzare e zebre, mentre il marito Oronzo è salito sulla terrazza del palazzo e, incazzato per la disgrazia, si è sdraiato su uno zerbino e ha fatto il bonzo. Razionalmente a Zurigo prendono le distanze da ogni estremizzazione, ma il centro specializzato per le lezioni di pulizia, in mancanza di zucchero azzurro dello Zaire, rinunzierà presto alla tradizione trasformando le lezioni in corsi di dizione. LA PAROLE ACCENTATE Non c'è società, non c'è città, non c'è università che, né qua né là, farà per me un caffè così pieno di virtù come lo fa Lulù. Dal lunedì al venerdì mi ridà la gioventù, la bontà e la libertà e più felicità del menù del re e dello scià. Non c'è ragù, non c'è patè, non c'è babà, non c'è golosità né tiramisù che ad ogni età potrà tirare su come un caffè. Al dì ne berrò perloppiù trentatré: altroché, sarò uno scimpanzé, forse uno zulù, ma sopra il portascì della mia Renault, sull'oblò del Jumbo Jet, sopra il mio comò, perfino sul bidè e in tasca del gilè io porterò con me finché vivrò la macchinetta del caffè e altresì non scorderò la mia dolce Lulù ben vestita col tutù. LA PRONUNCIA DI "GL" Taglia l'aglio e mischialo col miglio: non c'è trucco e non c'è imbroglio. Al massimo un abbaglio. Dio non voglia che a luglio gli sbadigli di mio figlio e di sua moglie, distesi su uno scoglio, sveglino il somarello che raglia sbattendo le ciglia. Se ti spogli tartagli: ma ti sbagli! Se con il ventaglio o con delle foglie togli le smagliature, non coglierai che caviglie lisce come sogliole. |