(aggiornato il 26 agosto 2023)
A seconda della lingua madre gli
stranieri possono trovare difficoltà nella pronuncia di alcuni "suoni"
italiani: per alcuni c'è il problema delle doppie, per altri quello
della "L", un po' per tutti quello di riconoscere i suoni di C e G
che possono essere dolci o duri.
Queste letture (assolutamente demenziali), offrono l'occasione per
esercitarsi nella pronuncia, magari con l'aiuto di un insegnante
pronto a correggere gli errori.
PAROLE ACCENTATE
Non c'è società, non c'è città, non c'è università che, né qua né
là, farà per me un caffè così pieno di virtù come lo fa Lulù. Dal
lunedì al venerdì mi ridà la gioventù, la bontà e la libertà e più
felicità del menù del re e dello scià. Non c'è ragù, non c'è patè,
non c'è babà, non c'è golosità né tiramisù che ad ogni età potrà
tirare su come un caffè. Al dì ne berrò perloppiù trentatré:
altroché, sarò uno scimpanzé, forse uno zulù, ma sopra il portascì
della mia Renault, sull'oblò del Jumbo Jet, sopra il mio comò,
perfino sul bidè e in tasca del gilè io porterò con me finché vivrò
la macchinetta del caffè e altresì non scorderò la mia dolce Lulù
ben vestita, senza schwa e col tutù.
GL
Taglia
l'aglio e mischialo col miglio: non c'è trucco e non c'è imbroglio.
Al massimo un abbaglio. Dio non voglia che a luglio gli sbadigli di
mio figlio e di sua moglie, distesi su uno scoglio, sveglino il
somarello che raglia sbattendo le ciglia. Se ti spogli tartagli: ma
ti sbagli! Se con il ventaglio o con delle foglie togli le
smagliature, non coglierai che caviglie lisce come sogliole.
Z
Gli zozzi di tutte le nazionalità
vanno a lezione di pulizia in un centro specializzato di Zurigo,
dove, se le zecche anziane e di razza penzolano o ruzzolano giù a
mazzi dalle loro zazzere, si azzuffano per una pozione di zucchero
azzurro dello Zaire. La ragione delle zuffe è che lo zucchero
azzurro dello Zaire, si sa, azzera le zazzere, ma nello Zaire hanno
alzato eccezionalmente i prezzi della benzina e dello zucchero. La
disposizione ha provocato manifestazioni di piazza e poi una vera
insurrezione, sedata da un'azione di polizia caratterizzata dall'uso
di mezzi corazzati e di mazze aguzze. Per la disperazione mia zia
Vincenzina, che lavora in uno zoo, è quasi impazzita e ha iniziato
ad azzannare zanzare e zebre, mentre il marito Oronzo è salito sulla
terrazza del palazzo e, incazzato per la disgrazia, si è sdraiato su
uno zerbino e ha fatto il bonzo. Razionalmente a Zurigo prendono le
distanze da ogni estremizzazione, ma il centro specializzato per le
lezioni di pulizia, in mancanza di zucchero azzurro dello Zaire,
rinunzierà presto alla tradizione trasformando le lezioni in corsi
di dizione.
C di casa e C di cinema
Casa e chiesa; pochi amici turchi e cinesi
e poche amiche vecchie e ricche tacciono chiuse in cucina. Un bacio:
cinquanta, cento, centocinquanta baci! A chi? Elenchi telefonici e
codici numerici per pescare qualcuno, per acchiappare chiunque
accetti. A Chieti, a Cuneo, a Chiasso, a Cipro e a Cesena, o a
Pescara, corre il Peschiera e il pescatore pesca al mercato comunale
(che è chiuso per colpa di qualche chierichetto curioso) chili di
pesche; costosi cocomeri accatastati in casse e cassette di
musica classica e da camera, archi, chitarre e violoncelli, con
certi concerti che ascolti contenta come chi chiede carità.
Pacchi di carne di porco incartata per pochi pacifisti precisi;
chiuse a chiave nordiche cimici e sudicie mucche che chiacchierano e
coccolano i cuccioli; ciurme di abbacchi, cumuli di capitelli
dorici, ionici e corinzi che con lo sconto costano pochi marchi
tedeschi che in banca convengono al cambio con la corona; pellicole
cinematografiche che inchiodano allo schermo il pubblico in
ciabatte; docenti freschi e indecenti, con acciacchi reumatici,
colitici e gastritici ma comicamente democratici, che socchiudono
gli occhi e dicono ciao.
G di gatto
e G di gelato
La guerra fra gli ingegneri di
Ginevra e di Gorizia è una tragedia che può dilagare
in tutto il globo. A Bergamo gesuiti e giudei raggiungono
intese religiose e ideologiche, mentre a Genova magistrati con le toghe,
giudici con le gonne e generali con le giarrettiere invitano
i belligeranti a non aggredirsi, a ragionare e a fare una tregua.
Ma l'appalto delle giostre e del parco giochi fa gola ugualmente
agli agguerriti ginevrini e ai sanguinari goriziani che non
indulgono a ragionamenti e giudicano che solo il sangue garantirà
una giusta ed adeguata regola nell'organizzazione e nella gestione
di giostre e giochi.
L
L’allevamento del gallo slavo di Pavlov
reclama abilità e solerzia. Sull’orlo dell’atlante, laici laidi,
leali leibniziani, leoni leonardeschi, liane di leucociti, liuti e
liutai liofilizzati, allevano galli in Slovenia. Lavoro disagevole
perché col caldo l’algido gallo slavo suole alzarsi nell’alcova con
calma all’alba alquanto vulnerabile e amletico.
Contempla la salsa e la flora (inclusa la stella alpina che ha colto
nell’aiuola sull’alto Calvario cablato). Se ha il collare non fa
l’uovo col tuorlo, né sui colli né in luoghi che alludano a
qualsivoglia pollame.
Deglutisce salame maltese bollito, lo allettano polpette di alici
salmastre, ingolla litri di latte parzialmente illustrato.
Non è facile allevare galli di Pavlov in Slovenia!
SC
Sciamano discretamente sciando sulla
scena schifosa e scheletrica di una scienza scurrile le cosce degli
scioperanti con tasche asciutte discutendo prescrizioni ascoltate a
Pasqua. Nelle scuole escoriate da scemi e da schemi squallidi e
osceni, scendono lisci come lische di pesce fasci schiavisti
sfasciati e invischiati in ambasce, fasciati e in calosce.
Nelle vasche viscide e scivolose di pesce schiamazzano scornati,
scannati e scioccamente scoloriti toscani usciti dai pboschi. Se
esci (se esco) lasciamo all’uscio un’esca, un pesce o una pesca che
riesca ad adescare un adolescente nel guscio. Non conosco
sciatterie. Se pulisco e scopo i gradini, lascio che un fruscio
fresco asciughi le scale. Se scado mi scuso e mi schiodo. Se scuoto
non raschio. Da maschio tossisco e starnutisco, ma se rinasco…!
Q
Le aquile equestri colloquiarono con
alcune querule quaglie. Con loquela equivoca, ma sciacquato il
taccuino da equi turpiloqui, quatte quatte le aquile ubriacarono le
querule quaglie con acquosi e squisiti liquori equatoriali, qualcuno
obliquo.
Appena squamate, le quaglie si inquietarono alquanto per le loro
esequie e per le reliquie a soqquadro.
Giacquero quindi come quaglie quacquere squalificate: le aquile
equestri delinquono!
R
Mi arrovello quando rulla
il carrello dell’aereo e arrischio una preghiera al protettore dei
paurosi, soprattutto all’atterraggio negli aeroporti presso il mare,
incriminati di disastri non frequentemente, magari saltuariamente,
però per me relativamente troppo.
Tremare non frutta; trattenere l’urina rappresenterebbe un
progresso, bere o ubriacarsi per dimenticare permette di dormire, ma
non di scendere allegramente la scaletta all’arrivo in aeroporto.
Barcollando potresti scivolare e infrangerti per terra proprio fra i
passeggeri che ti starebbero a guardare distrattamente sanguinare.
DOPPIE
Ecco che si sente l’eco. Se un cane
abbaia fra le canne a un tipo gretto che sta sul greto del fiume o
sul molo, può cadere a mollo! Non fummo mai lieti di ascoltare
discorsi pieni di fumo, caro mio, e sul carro dei vincitori. Lo
faremo domani, anzi lo faremmo anche adesso, ma è ora di fare la
pappa e il papa (che è sempre a galla) ci ha invitato a un pranzo di
gala.
Solo chi cade si può rialzare, ma chi cadde troppe volte non si
rialza più, nemmeno se vince a lotto un fiore di loto o una bella
pecora fatta di zucchero che bela alla Fata Turchina.
Chi ha sangue nelle vene venne sulla rocca e con voce roca disse, se
non erro: “Ero spossato e mi sono sposato”.
TI/DI
Noi populisti andini di solito siamo i
tipi più progrediti. Timidi e apodittici, intimamente tiepidi, ma
sempre intrepidi e sconditi: alti i più arditi e i più idioti,
indietro i diocesani più aridi, avanti gli indiani più forti e
distinti.
Se ti astieni noi ti spostiamo i migranti in dieci minuti coi soli
tre diti indici; se ti indisponi ti diciamo: “Vaccinati con morbidi
astici, tinti e ritinti ma sempre dietetici”. Se ti diradi ti
rinsaldiamo in un attimo l’ostica identità di andino purché ci
portino un tiramisù o almeno un brodino.
Noi indiavolati populisti andini non siamo ridicoli: siamo convinti
e mai titubanti!
NESSI VOCALICI
Nelle aiuole vesuviane e nei Campi
Flegrei (maiuscolo!) fra ghiaia e sequoia, il sistema aereo-viario
(con lineetta), assai inguaiato, ritarda gli avvii per via del troiaio
in cui muoiono pauperisti e liutai: gridano aiuto alle uova di
Gualtiero come chi non vuole o non può guastarsi l’euforia diurna.
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