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Pensate che
l'arte può nascere solo dalla sofferenza, dall'incomprensione,
dall'isolamento e dalla follia? Bene, Torquato Tasso è il vostro poeta.
Le sue vicende biografiche, infatti, sembrano un concentrato degli
elementi tipici dell'artista tutto "genio e sregolatezza": non a
caso l'Ottocento romantico ne ha fatto un vero e proprio mito. |
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C'è la detenzione in prigione, dove finisce per aver tentato di
uccidere un servitore da cui si sentiva spiato (1577); e da cui
evade, come Benvenuto Cellini da Castel Sant'Angelo o
Casanova dai Piombi di Venezia.
C'è il soggiorno in manicomio, come Van Gogh e tanti altri
"maledetti": Tasso trascorre sette anni (1579-1586) nell'ospedale
di Sant'Anna a Ferrara, "rinchiuso e incatenato come frenetico"
dopo i violenti attacchi al duca Alfonso II d'Este. È qui che
viene a trovarlo Montaigne (1580), che descrive la sua condizione
psicologica "disagiata", contribuendo in modo decisivo alla fama
di folle del poeta.
C'è anche un supposto, e non provato, amore per la duchessa
Eleonora d'Este, alla quale leggeva brani del suo poema, e che
secondo alcuni critici sarebbe la causa principale della sua
follia.
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Ma c'è anche l'insofferenza per le critiche, l'incomprensione dei
contemporanei (non generalizzata, a dire la verità), il rapporto
conflittuale con il potere politico, che il Tasso viveva come un
limite alla sua creatività. E ci sono rapporti delicati con la
Chiesa, nel pieno della
Controrifoma
cattolica: Tasso arriva perfino ad autodenunciarsi al Tribunale
dell'Inquisizione (venendo assolto al processo).
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Sorrento 1544 - Roma 1595.
Figlio del poeta Bernardo.
Vive principalmente alla corte degli Estensi di Ferrara (1565-77 e
1579-86), ma si muove irrequieto tra numerose corti italiane.
Soggiorna infatti presso i Gonzaga di Mantova ma anche a
Urbino, Torino, Napoli, Padova, Venezia, Sorrento, Vercelli, Roma,
Firenze, Bergamo, Loreto, Genova.
La sua opera principale è
La Gerusalemme liberata
che, attraverso varie stesure, lo impegna dal 1559 fino
alla sua morte.
Durante il primo soggiorno a Ferrara si manifestano i primi segni
di quella "follia" che lo accompagnerà per il resto della sua
vita, e che ha colpito profondamente poeti, musicisti e pittori in
tutta Europa.
La sua biografia ha infatti ispirato, tra gli altri, Goethe,
Byron, Chateaubriand, Leopardi, Donizetti;
e innumerevoli pittori fin dal XVI secolo. |
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