Cantautore che non ha mai avuto lo stesso
successo di altri suoi colleghi, Stefano Rosso è legato in particolare
agli anni Settanta, gli anni del Movimento studentesco, del terrorismo,
del femminismo e della politicizzazione dei giovani. La sua stessa
immagine (barba incolta, zucchetto in testa e vestiti trasandati) è
quasi un'icona di quegli anni.
Chitarrista di ottimo livello, è diventato famoso per la canzone Una
storia disonesta (Che bello, due amici una chitarra e uno
spinello). Ma parecchie altre sue canzoni, sempre ironiche e
malinconiche, hanno goduto in quegli anni di una certa diffusione e
mantengono ancora oggi una sorprendente attualità.
Ne riportiamo qui quattro: Odio chi, una allegra satira di
costume; L'italiano, ben diversa da quell'Italiano (di
Toto Cotugno) troppo famosa all'estero; Allora senti cosa fo,
divertentissima presa in giro del femminismo; Via della Scala,
dedicata alla sua strada di Trastevere e ai suoi ricordi di ragazzo.
ODIO
CHI
Odio chi va al mare la domenica,
io neanche il lunedì,
odio chi va a spasso con la moto mentre io rimango qui.
Odio chi ha il proiettore in casa
per veder film svedesi,
odio chi si compra un'automobile
una volta ogni sei mesi.
Odio chi compra i calzoni
come i miei ma a molto meno,
odio chi quand'è che parto
sta a fregarmi il posto in treno.
Odio chi ha una bella moglie
che gli smania delle voglie,
e siccome lui è il mio amico,
cosa faccio e che le dico?
Odio chi prende a calci i cani
e a casa ha il pesciolino in vasca,
odio chi si sposa ed ha
una mano al cuore e l'altra sulla tasca.
Odio chi continua a raccontarmi
che si è fatto la casetta,
ma così..."mangiare poco
e stare attento ad ogni sigaretta".
Odio chi va a messa la domenica
e poi picchia i figli,
chi in finestra sta a sparlare
mentre sta innaffiando i gigli.
Odio chi mi dice quando
che mi incontra per le scale:
"non ti vedo tanto bene,
ma che c'hai, ti senti male?".
Odio chi sta sempre a raccontarmi
tutti i film prima visione,
odio chi fa sciopero
perché l'ha detto la televisione.
Odio chi è un tipo serio
solo quando sta telefonando,
odio chi mentre sganascia un pollo "poverino il terzo
mondo".
Odio chi fischia a un concerto,
chi impazzisce per la moda,
odio chi ha il passato incerto
e chi ha il gatto senza coda.
Odio chi ha un miliardo in banca
o un futuro senza rischi,
chi è tranquillo sulla panca
e chi non compra i miei dischi
E
ALLORA
SENTI COSA FO
Cielo
grigio, cielo blu,
ma
intanto tu dove sei più?
E
se va avanti così
io
m’ammazzo giovedì.
Tutto
il giorno sto così,
pensando
a quando tornerai,
la
speranza è sempre lì
e
tu chissà dove sarai?
E
mentre un uomo prega,
tu
adesso dimmi con chi stai,
ma
a te che te ne frega
di
tutto il male che mi fai.
E
allora senti cosa fo,
soddisfazione
non ti do,
divento
qualunquista,
anarchico
o radicale
e
quando è carnevale
il
travestito fo.
“Sì
vabbe'”, dicevi tu,
“l’indipendenza"..
ma ce l’hai…
son
due mesi e forse più
e
non so ancora dove stai.
“Compro
il pane e torno su”
e
io qui davanti alla tv,
“compro
il pane e torno su”
ma
non sei tornata più.
E
mentre un uomo prega,
tu
adesso dimmi con chi stai,
ma
a te che te ne frega
di
tutto il male che mi fai.
E
allora senti cosa fo,
soddisfazione
non ti do,
divento
femminista,
mi
vesto trasandato
e
quando al mare vado
a
culo nudo sto.
Cielo
grigio, cielo blu,
ma
intanto tu dove sei più?
E
se va avanti così
io
m’ammazzo giovedì.
Porca
zozza, ma lo sai
qui
il vicinato cosa fa?
Quando
passo ride e fa:
“c’ha
le corna quello là!”.
E
tu tu, brutta strega,
a
quanti uomini ti dai?
Tua
madre invece nega,
non
pensa al male che mi fai.
E
allora senti cosa fo,
soddisfazione
non ti do,
divento
liberale,
non
pago più le tasse
e
giuro mi cascasse
se
dopo non lo fo.
La
la la la la la…
Non
siamo più bambini
e
quello che ci frega
è
mentre c’è chi prega
c’è
chi fuma al bar.
Sì
vabbe', mo’ che faccio? "Sposati, sposati, che quella te fa’ da magna’, te lava li
panni!"… quella nun se lava manco li piedi lei! Quasi quasi
chiamo Daniela… sì, bona quella: “la ... è mia e me la
gestisco da me!”… mah, meno male che c’è la
sesso-autonomia, che è come i blue jeans… nun passa mai de
moda! La la la la la la… La la la la la la… La la la
la la la…
L'ITALIANO
Vent'anni all'estero da minatore
oppure in galleria come editore,
scudetti in mezzo, buon meridionale
se ammazzo in Africa son coloniale,
se ammazzo austriaci son patriota
canto da sempre non conosco nota
Piaccio alle
nordiche, specie svedesi,
cambio governo quasi ogni sei mesi,
sono cattolico per adozione
e l'hobby invece è la rivoluzione,
mio figlio un giorno sarà calciatore
per il momento è in terza dalle suore.
Ma cosa guardi,
cosa c'è di strano?
Chi sono dici? Beh, sono italiano,
son stato il solo a perdere la mano
sia col tedesco che l'americano;
ma se mi chiedi chi fu Garibaldi
uno che nacque presto e morì tardi
ma cosa guardi, cosa c'è di strano?
Chi sono dici? Beh, sono italiano.
Siam tutti preti,
navigatori,
figli di 'gnotta e grandi cantautori,
mamma è una santa, le altre da bordello
se perde il Napoli faccio un macello,
se trovo un portafogli perché è vecchio
tv a colori e pane dentro al secchio,
siam diplomatici, laici, estremisti
furbetti, asmatici e poi femministi
di calcio tecnici, d'amor maestri
figli di parroci in gite campestri,
del cruciverba siamo i pensatori,
quattro infermieri, centosei dottori
Ma cosa guardi,
cosa c'è di strano?
Chi sono dici? Beh, sono italiano,
son stato il solo a perdere la mano
anzi, il pallone con il coreano,
son stato il solo a vincere la guerra
sia con la Svizzera che l'Inghilterra
ma cosa guardi, cosa c'è di strano?
Chi sono dici? Beh, sono italiano
Da vivo sono un po'
menefreghista,
da morto invece son nazionalista,
specie se ho nomina da deputato
da giornalista a volte pensionato,
ma la domenica problemi grossi
segna Giordano, segna Paolo Rossi.
Ma cosa guardi,
cosa c'è di strano?
Chi sono dici? Beh, sono italiano,
son stato il primo a perdere la mano
sia col tedesco che l'americano,
confesso, è vero, ma non è finita
prossima vittima è l'ora proibita,
ma cosa guardi, cosa c'è di strano?
Chi sono dici? Beh, sono italiano.
VIA
DELLA SCALA
(Letto 26)
Via della Scala è
sempre là
e io dal letto 26
malato di pazienza sto
e aspetto chi non torna più;
è un ragazzino magro che
cantava sempre insieme a me
e morì un giorno che non so
e i suoi bei sogni mi lasciò
E Biancaneve è
ancora là,
è un po' invecchiata ma che fa;
le mele non le mangia più
forse i ragazzi giù del bar
ricordo tanto tempo fa
veniva a scuola insieme a me,
la guerra già non c'era più
e poi non c'eri neanche tu
La brillantina e
via così
si incominciava il lunedì
ad invidiare quello che
aveva un libro da studiar;
diceva "non ti serve a niente
la scuola non ti servirà"
e invece io tra quella gente
capivo un po' di verità.
La marijuana ti fa
male,
il Chianti ammazza l'anemia;
i miei compagni li ho lasciati,
ho preferito andare via;
così ho comprato un giradischi,
uno di quelli che non va,
per non dar noia a quel vicino
che non riesce a riposar.
Ho conosciuto tante
donne
cattive, oneste e senza età;
a tutte ho dato un po' qualcosa
con tanta generosità;
a lei, mia madre, i dispiaceri,
mentre a mia moglie dei bambini,
al primo amore i sentimenti,
i baci e l'acne giovanile.
Via della Scala è
sempre là,
e io dal letto 26,
io chiudo gli occhi e penso a te,
ti sento e invece non ci sei.