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Il formato "classico" dei giornali
italiani è il 55x40 cm, la grandezza per esempio del Corriere della
Sera. Anche se oggi un po' tutti i giornali quotidiani hanno
introdotto il colore, fino a pochi anni fa erano tutti in bianco e nero.
Anche nel loro apparire, insomma, volevano avere un'immagine seria e
pesante, lontana dalla vistosità delle riviste scandalistiche, quasi a
voler mostrare che si rivolgevano al "lettore impegnato".
Il giornale classico si
sviluppa su 9 colonne di testo. Solo per le notizie di eccezionale
importanza si può avere un titolo a nove colonne, grande cioè
quanto tutta la larghezza del giornale. Qui sopra ne abbiamo un esempio
riferito all'assassinio del giudice Falcone da parte della mafia nel 1991.
"Titolo a nove colonne" è entrato ormai nel linguaggio
comune (anche ironico) per riferirsi a una notizia che merita la massima
attenzione.
Il giornale La Stampa,
che pure mantiene il formato classico, ha recentemente cambiato la sua
impaginazione dividendo le pagine in sette colonne.
La vera "rivoluzione
grafica" nei giornali quotidiani italiani è stata fatta dal giornale
La Repubblica che esce nel 1976 in formato tabloid, ovvero 47x32 cm.
La Repubblica si presenta subito come giornale nuovo e alternativo, nelle
dimensioni certo, ma anche nel linguaggio. Naturalmente anche
questo giornale nei primi anni era in bianco e nero e il colore è una innovazione di
tempi piuttosto recenti.
Il formato tabloid è stato ripreso poi da
parecchi altri quotidiani.
Per muoversi nel lessico
caratteristico della struttura di un giornale, indichiamo qui il
significato di alcune parole fondamentali:
La notizia (o trafiletto)
è il testo base che riferisce di un fatto, la presentazione di un
avvenimento nelle sue linee essenziali: a seconda delle dimensioni si
possono distinguere trafiletto (notizia brevissima), breve
(notizia breve), notizia (notizia completa).
Il pezzo (o articolo) indica un testo più lungo,
in cui la
notizia viene riportata con maggiori dettagli e analizzata in modo più
ricco. Esistono numerosi
tipi di pezzo a seconda del modo in cui si riportano i fatti: il servizio,
il reportage, l'inchiesta, l'intervista ecc.
Il servizio è in sostanza una
notizia corredata di approfondimenti che analizzano tutta la situazione
che ruota intorno all'informazione centrale.
Il reportage è un articolo lungo che
analizza un fatto o una situazione. Non ha tanto la pretesa di riportare
un'informazione nuova, quanto piuttosto di raccogliere dati per raccontare in modo ampio e
dettagliato un contesto generale (un reportage sull'inquinamento in una
certa città, o sulla condizione della donna in una certa nazione, per
esempio).
L'inchiesta (la parola
"inchiesta" ha del resto in sé qualcosa di poliziesco, no?) è
una vera e propria indagine. Se il reportage illustra una situazione,
l'inchiesta cerca di scoprire cosa c'è dietro (quanti finanziamenti
prendono i giornali italiani? Chi guadagna con la crisi delle borse
internazionali? A chi fa comodo l'immigrazione clandestina?). E
qualche volta una inchiesta giornalistica provoca l'apertura di una
inchiesta della polizia.
L’intervista è un articolo in cui
il giornalista fa domande a un interlocutore. L'intervista è
caratterizzata dal "virgolettato", cioè dalle parole
autentiche pronunciate dalla persona intervistata che, per questo,
sono scritte tra virgolette.
L’articolo di fondo (o
semplicemente fondo) si chiama così perché normalmente
occupa una colonna a sinistra sulla prima pagina del giornale e
arriva fino in fondo al foglio (naturalmente le soluzioni grafiche
possono anche essere diverse). Esprime la linea del giornale e se
non è firmato è evidentemente del Direttore.
L’editoriale è come l'articolo di
fondo, esprime cioè la linea del giornale. L'unica differenza dal
fondo consiste nel fatto che è scritto da una "personalità
autorevole" e non direttamente dal Direttore. Per questo è
un articolo firmato.
Il corsivo (si chiama così
perché i caratteri grafici sono appunto in corsivo)
è un commento breve, polemico o ironico,
su un fatto di attualità o su una questione all'ordine del giorno. Spesso
il corsivo è e vuole essere un po' velenoso.
La rubrica è lo spazio
fisso affidato ad un giornalista di prestigio. Viene pubblicata a intervalli
regolari e ha un titolo che la caratterizza.
La terza pagina è lo spazio dedicato
alla cultura. Oggi in realtà questo spazio non è più nella
terza pagina (frequentemente è nel paginone centrale):
tuttavia l'espressione "terza pagina" è così
consolidata che il suo significato è ormai cristallizzato nel
senso di pagina culturale, a prescindere dalla sua reale
collocazione nel giornale.
Elzeviro è
l'articolo di apertura della terza pagina, una specie di
editoriale affidato a una personalità di spicco nel mondo
culturale. Si chiama così dal carattere tipografico usato per la
prima volta nel Seicento da stampatori olandesi che si chiamavano
appunto Elzevier.
Coccodrillo è
il pezzo scritto in memoria di un personaggio importante; viene pubblicato appena diffusa la notizia della sua morte. Si
chiama così in relazione alle "lacrime di coccodrillo"
(animale che "piange" dopo aver divorato la sua preda).
Infatti il pezzo "in memoria di..." è normalmente già
pronto nelle redazioni di tutti i giornali, specialmente se il
personaggio famoso è molto vecchio. Le lacrime quindi sono in
realtà molto poco spontanee.
La vignetta è
l'immagine satirica affidata al disegnatore umoristico: negli
ultimi anni il vignettista è diventato qualche volta una
firma prestigiosa quanto e più di quella di un giornalista.
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