Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma

 
 

Giulia Grassi

 

DIO, PATRIA &
FAMIGLIA

  

 
Qualche esempio di censura, a sfondo sessuale e religioso, nella pubblicità degli ultimi anni
In MatDid vedi anche Il diavolo e l'acqua santa


 

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In Italia, come insegna lo spot di Vodafone, con la famiglia non si scherza!
E nemmeno col sesso.... anche se occorre specificare. Già, perché giornali e televisione straripano di pubblicità piene di allusioni sessuali e di doppi sensi, di donne  
seminude e ammiccanti che ansimano davanti a un'automobile, di coppie che si palpeggiano mentre si mettono il profumo... ma guai a presentare situazioni non rigorosamente eterosessuali.
 
Ne sanno qualcosa Dolce & Gabbana che, circa un anno fa,  hanno prodotto un orologio (D&G TIME) pubblicizzato con uno spot che si concludeva col bacio tra due giovani. Delle due versioni dello spot, etero (bacio tra ragazza e ragazzo) e gay (bacio tra due ragazzi), naturalmente la seconda è stata oggetto di proteste non appena è passata sugli schermi della televisione...
 
A proposito di baci omosessuali, sempre l'anno passato fa ha suscitato un mare di polemiche una campagna pubblicitaria della "Ra.Re", un'azienda che produce abbigliamento per giovani. Su grandi manifesti 6 x 3, infatti, appare una coppia di giovani, vestiti di tutto punto, che si toccano il sesso o si baciano. Dov'è lo scandalo? Sono due maschi, accidenti! Due gay....
 
 
Tutti protestano.
Lo I.A.P. (Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria) sospende la campagna pubblicitaria perché i palpeggiamenti dei due omosessuali “…portano la comunicazione a scadere in una inaccettabile lesione della sensibilità del pubblico" e si preoccupano di aggiungere che"non trattarsi né di censura né di discriminazione contro gli omosessuali ma di semplice tutela della sensibilità dei cittadini, soprattutto dei minori. Se si fosse trattato di eterosessuali sarebbe stato lo stesso
"(!).
Alcuni mesi dopo un giudice romano mette sotto inchiesta i proprietari dell'azienda e chi ha ideato la campagna pubblicitaria perché con un "disegno criminoso" mettono in circolazione "immagini che offendono il pudore e la pubblica decenza", mettendo a rischio la "tutela morale" dei minorenni.

Tra gli accusati c'è l'autore delle foto, Oliviero Toscani, grande e irriverente fotografo che gioca molto intelligentemente sulle ipocrisie e i luoghi comuni. A proposito di ipocrisie: non è ridicolo che la FIAT abbia
pubblicizzato la "FIAT Barchetta Limited Edition 99" su un giornale gay di Francoforte (GAB, das gay magazin) e non abbia fatto lo stesso in Italia? Per completezza d'informazione, lo slogan pubblicitario era "Nonch schoner ist es, ihn in freier natur zu erleben" (ancora più bello vivere liberi nella natura).
 

Ma torniamo ad Oliviero Toscani. Molti anni fa (1973), insieme al grande pubblicitario Emanuele Pirella, ha firmato due manifesti che hanno fatto scandalo perché veniva infranto un altro tabù, quello della religione (scherza coi fanti e lascia stare i santi, recita un noto proverbio italiano). I manifesti pubblicizzavano i jeans "Jesus". Per la commistione tra frasi del Vangelo ("non avrai altro jeans all'infuori di me"; "chi mi ama mi segua") e immagini fortemente erotiche i critici parlarono di blasfemia; e del caso si occupò anche Pier Paolo Pasolini sul Corriere della Sera. 
 

Un certo scandalo lo provocò anche un altro manifesto di Toscani, firmato negli anni '80 per la "Benetton", con il bacio proibito tra un prete ed una suora.
 

 
La parola blasfemia è stata riproposta di recente per la campagna pubblicitaria della Sony apparsa sui giornali, nel settembre del 2005, a celebrazione dei 10 anni della playstation.                                       
Lo slogan - "dieci anni di passione" - era accompagnato dall'immagine di un ragazzo con in testa una corona di spine, con una chiarissima allusione alla passione di Cristo.
Non si può dire che non sia efficace, come pubblicità, ma molti cattolici si sono sentiti offesi ed hanno protestato, al punto che la Sony l'ha ritirata dai giornali. 
La protesta è stata guidata dalla rivista "Famiglia cristiana". Tra le affermazioni del suo direttore, don Sciortino, ne ricordiamo una: "Chiunque può permettersi di fare qualsiasi cosa nei confronti della religione cattolica: se ci fosse stata un'analoga situazione che avesse coinvolto l'islam, sicuramente ci sarebbe stata una reazione veemente".
È molto attuale: pensiamo alle proteste planetarie, e ingiustificate, del mondo islamico contro papa Benedetto XVI, per la frase in cui citava il giudizio anti-Maometto dell'imperatore bizantino Manuele II Paleologo. 
... Ma è proprio per questo che noi preferiamo vivere in un paese dove non sia vietato "scherzare coi santi".