Con la riforma del teatro del Seicento, le
maschere (per secoli protagoniste assolute delle opere teatrali)
scendono dal palcoscenico e diventano patrimonio popolare,
protagoniste specialmente della tradizione del Carnevale.
Ogni maschera ha una sua caratteristica
regionale e una sua caratteristica psicologica, legata al
personaggio che rappresenta. Fra le più famose ricordiamo prima di tutto
Arlecchino e Pulcinella:
Arlecchino è povero, poverissimo, e il suo vestito è fatto tutto
di toppe colorate: il suo nome deriva probabilmente da
Hellequin, un demone un po' buffo della tradizione popolare nordica.
Di mestiere fa il servo: è di origine bergamasca, ma poi diventerà
veneto.
Pulcinella è napoletano. Il suo nome è di origine incerta: forse
deriva da pulce, forse da pulcino.
Il personaggio rappresenta il popolo napoletano sempre sfruttato dai
potenti e sempre affamato.
A differenza di Arlecchino, Pulcinella non ha solo il ruolo di servitore,
ma anche di altri personaggi e spesso ha una venatura, oltre che comica,
anche drammatica.
...ed ecco qui altre 8 maschere italiane
che abbiamo rispettosamente associato
a 8 personaggi piuttosto famosi
del mondo della politica
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Il Dottor
Balanzone è bolognese: saccente, erudito, pedante,
brontolone, sputasentenze, esperto in ogni scienza e arte,
la sua caratteristica principale quella di chiacchierare
senza fermarsi mai, dicendo cose senza senso che nessuno
capisce (ma sempre con aria dottorale e seriosa).
Il suo nome deriva probabilmente da balla nel senso
di bugia, frottola. |
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Il nome
Brighella viene da brigare cioè organizzare di
nascosto le cose per averne un vantaggio (vedi
anche
video
sulla parola "briga").
E in effetti Brighella, bergamasco di origine, anche se gli
assomiglia, è parecchio meno ingenuo di Arlecchino che
invece ha sempre fame e si specializza nell'arte di
arrangiarsi. |
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Capitan
Spaventa è detto anche
Capitan Fracassa perché combatte più con la lingua che con la
spada.
Porta con sé un grosso spadone ed è temerario e
intrepido.
Il personaggio prende in giro gli ufficiali del suo
tempo ed è di origine ligure. |
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Colombina,
unica donna di rilievo nel panorama delle maschere,
è una servetta veneziana un po' civetta, che si lascia
corteggiare volentieri da tutti senza fare tante storie.
Ma è furba e scaltra: non si lascia imbrogliare
facilmente e sa rimettere gli uomini al loro posto
quando esagerano. Anche Arlecchino, suo eterno
fidanzato, con lei deve stare molto attento.
È decisa, vivace e graziosa. Ed è una gran
chiacchierona.
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Gianduja
è un gentiluomo piemontese di origini contadine: non ama
la rissa ma è sempre dalla parte degli oppressi e contro
i tiranni. La sua caratteristica principale è il
buonsenso, ma è anche testardo e un po' sospettoso.
Ama moltissimo il buon vino e mangiar bene.
Il nome deriva dal piemontese Gioan d'la douja,
che vuol dire Giovanni del boccale
(perché appena entra in un locale chiede sempre da
bere). |
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Arlecchino e
Brighella si trovano spesso in rapporto con Pantalone,
ricchissimo e avarissimo mercante veneziano.
Pieno di soldi, ha sempre paura di perderli e la sua
caratteristica è quella di lagnarsi continuamente (per
questo la gente spesso lo evita).
Ma non è intelligentissimo e prenderlo in giro è
abbastanza facile. Ci riescono qualche volta anche
Arlecchino e Brighella, mentre ci riescono sempre la
moglie e la figlia. |
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Sa Merdule
è una tipica maschera della Sardegna che rappresenta il
proprietario di buoi (sa
boes).
Nella tradizione agricola e contadina queste figure
hanno la funzione propiziatoria di proteggere gli
animali che sono l'unica ricchezza di cui disponga la
popolazione. |
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Tartaglia
è sicuramente una delle maschere più comiche: la sua
origine è forse veronese o forse napoletana. Certo è che
a Napoli ha avuto grande successo e molti eredi.
Tartaglia è balbuziente e quando parla non si sa mai
dove i suoi discorsi andranno a finire. Le cose che dice
sono spesso incomprensibili ma proprio in questo
non-sense sta gran parte della sua comicità. |
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