Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 4 settimane, a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi - Scudit, Scuola d'Italiano Roma

 

 

Roberto Tartaglione


PREGI E DIFETTI

Una fotografia dei pregi e dei difetti dei quattro gruppi politici importanti emersi dopo le elezioni. Abbiamo provato a essere neutrali... ma mica è facile

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Proviamo ora a sintetizzare quali sono le caratteristiche positive e negative dei quattro raggruppamenti politici importanti di queste elezioni agli occhi degli italiani.

Cominciamo dal partito più nuovo, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
Che cosa ha affascinato così tanti italiani che hanno dato il voto a un partito nuovo e guidato da un ex comico televisivo?
Be', diciamo che il primo dei pregi di questo partito è probabilmente proprio la novità.
I nomi della nostra classe politica infatti da molti decenni sono sempre gli stessi.
Anzi, quasi tutti i partiti hanno spesso cambiato nome (solo un esempio: il vecchio PCI - partito comunista italiano - in 20 anni è diventato prima PDS - partito dei dempcratici di sinistra - poi DS - democratici di sinistra - e poi PD - Partito Democratico. Tanti nomi, ma sostanzialmente sempre le stesse persone).

Altro punto a favore del M5S è l'immagine di "onestà" dei "grillini" cioè della gente che segue Grillo, il fondatore del Movimento.
I punti del programma poi sono altrettanto convincenti: basta spese per finanziare politici (corrotti), green economy, partecipazione diretta alla vita politica (attraverso gli strumenti informatici), no alla politica come professione: massimo due legislature e poi i politici devono tornare alla vita "normale".

Difetti?
Be', certamente l'inesperienza. Ma soprattutto il fatto che la posizione di chi dice "Noi siamo puliti, gli altri sono tutti sporchi e devono tornare a casa" anche se spesso è vera, certo non può piacere agli amanti della "democrazia" che non sopportano l'idea di giudicare gli altri "tutti uguali".
Altro punto a sfavore riguarda la figura stessa del leader del partito, Beppe Grillo: lo slogan infatti è "uno vale uno" cioè ogni parlamentare conta quanto gli altri. Ma certo l'immagine di Grillo è un po' quella del padre-padrone che in sostanza prende tutte le decisioni (la caricatura del suo slogan è infati "Uno vale, uno!"). Insomma, l'odore di un movimento un po' populista si sente.
Per il programma politico il punto più discusso è la questione economica: è in condizione un movimento così giovane e con personaggi così nuovi di gestire le complicate politiche economiche e finanziarie europee? Ma i grillini possono comodamente rispondere: "non è che gli altri abbiano poi fatto granché in questo senso!"

 

Passiamo ora alla sinistra (Partito Democratico + Sinistra è Libertà).
Chi ha votato per la sinistra vede in questa alleanza l'unica possibilità di avere una politica attenta ai bisogni della società. Europa sì, ma senza arrivare a strangolare i cittadini con sacrifici economici insopportabili. Insomma, una politica seria e rigorosa (come quella di Monti) ma con più attenzione al mondo del lavoro e alla qualità della vita dei cittadini. Una social-democrazia di stampo europeo.

Difetti? Un mare!
I dirigenti del partitio sono politici di carriera e sempre gli stessi da un'eternità.
Nello stesso tempo non dimentichiamo che in 20 anni di berlusconismo la sinistra non è riuscita a fare nulla contro un uomo internazionalmente riconosciuto come il peggiore che l'Italia potesse avere. E non solo non è riuscita a combatterlo, ma spesso si è accordata con lui contrattando privilegi e vantaggi in cambio di altri privilegi e vantaggi. Venti anni di immobilismo e di guerre interne per il potere difficili da digerire.
 

E adesso vediamo la destra berlusconiana.
I lati positivi: se quasi 10 milioni di italiani hanno votato per i partiti legati a Berlusconi qualcosa di positivo devono averlo visto. Ma non chiedetelo a noi. Di lati positivi non ne vediamo neanche uno e sui motivi del successo elettorale di Berlusconi abbiamo le nostre idee che non staremo a esporre qui ora.

Lati negativi? Anche qui direi che starli a raccontare non aggiungerebbe nulla a quello che sapete già.
 

Ultimo Mario Monti.
In lui lati positivi e lati negativi quasi combaciano. Monti crede nell'Europa ed è un uomo capace di avere uno sguardo verso il futuro.
È convinto che la strada del risanamento economico che ha percorso nell'ultimo anno di governo sia quella giusta e che ora si possa cominciare a pensare a crescita e sviluppo. Ma i sacrifici da fare, economicamente parlando, sono ancora tanti.
Magari ha ragione, ma magari (come spesso succede ai "professori economisti") sbaglia tutto e le strade percorribili sono ben altre. E poi resta il sospetto che se i sacrifici sono sempre fatti dalle famiglie e dai ceti sociali bassi e medio-bassi e quasi mai dai ricchi, dai banchieri, dai politici e dai finanzieri, forse anche Monti sbaglia qualcosa.
 

 

   

 


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