Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni.
A cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi

 
   

Roberto Tartaglione
 

DAI DIRITTI
ALLE TUTELE

 

Le conquiste delle donne in Italia
 

   
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Se la donna ha il diritto di salire sul patibolo deve avere anche il diritto di salire sulla tribuna (Olimpia de Gouges, fatta ghigliottinare da Robiespierre nel 1793).
 
Nella seconda metà dell'Ottocento i movimenti delle "suffragette, ovvero delle sostenitrici del "suffragio universale" (quindi del voto politico ammesso anche per le donne) si fanno sempre più rumorosi, soprattutto nei paesi anglosassoni.

Nel 1910 le rappresentanti delle associazioni femminili italiane partecipano al Primo Congresso Internazionale Femminile di Copenaghen, durante il quale il giorno 8 marzo è dichiarato Giornata della Donna. Durante la Prima Guerra Mondiale, anche in Italia, le donne sostituiscono nei loro lavori quotidiani gli uomini che sono andati a combattere al fronte: nelle fabbriche, nei trasporti e nei servizi. Un motivo in più

per pretendere finalmente un riconoscimento di un ruolo diverso da quello di moglie e madre.

Dopo la guerra, nel 1919, Viene emanata da Vittorio Emanuele III  una legge che stabilisce le  norme relative alla capacità giuridica della donna.
(Art. 7 della legge 17 luglio 1919)
Le donne sono ammesse, a pari titolo degli uomini, ad esercitare tutte le professioni ed a coprire tutti gli impieghi pubblici, esclusi soltanto, se non vi siano ammesse espressamente dalle leggi, quelli che implicano poteri pubblici giurisdizionali o l’esercizio di diritti e di potestà politiche, o che attengono alla difesa militare dello Stato secondo la specificazione che sarà fatta con apposito regolamento.

Un'altra grande (ma inutile) conquista di diritti per la donna avviene nel 1923: in quell'anno infatti le donne ottengono il diritto di voto alle elezioni amministrative.  La riforma fascista degli Enti Locali impedisce però che questa legge abbia un'attuazione pratica.

Il diritto al voto nelle elezioni politiche le donne lo ottengono verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945. Nel 1946 partecipano quindi per la prima volta a un evento elettorale in occasione dell'importante referendum per la scelta fra monarchia e repubblica.

Dal 1961 le donne possono intraprendere senza più ostacoli la carriera in magistratura e nella diplomazia.

Gli anni Settanta sono gli anni delle vere, grandi conquiste del mondo femminile: nel '75 passa la legge sul nuovo diritto di famiglia che riconosce la parità fra i due coniugi (prima si parlava di "potestà maritale"), la potestà sui figli non è più paterna, ma genitoriale, si stabiliscono nuove norme sul regime patrimoniale della famiglia (separazione dei beni) e sulla separazione tra i coniugi (separazione consensuale e separazione giudiziale).
Con due storici referendum in Italia vengono anche legalizzati aborto e divorzio. 

Nel 1981 viene finalmente cancellato dal codice penale il "Delitto d'onore": l'infedeltà del coniuge non è più un accettabile motivo per ammazzarlo.

Nel 1996 passa un'altra legge richiesta da più parti: lo stupro diventa finalmente reato contro la persona e non più contro la morale. Mano male.
La legge N. 66/96 classifica infatti come "crimine contro la persona" il reato di violenza sessuale, mutando così la qualificazione della normativa precedente che lo definiva solamente "reato contro la morale". 
"Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe qualcuno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da cinque a dieci anni. La stessa pena è inflitta a chi induce altri a compiere o subire atti sessuali."

Nel 2001 la legge N.154 costituisce un'altra forma di tutela per il coniuge o il convivente vittima di violenza fra le mura domestiche. Il giudice può imporre all'imputato di allontanarsi da casa, di non avere rapporti col nucleo familiare di provenienza e anche il pagamento di un assegno di mantenimento ai familiari vittime dei suoi abusi.


 
manifesto del periodo fascista

Ancora una legge sostanzialmente contro la violenza sulle donne è l'articolo 612-bis del codice panale, introdotto nel 2009, dal titolo "atti persecutori" (legge anti-stalking):
"Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita".

Per chi vuole saperne di più: click

E per chi invece vuole fare un giochino...
Ascoltate le parole del nostro Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna.
E vediamo se trovate qualche errorino in quello che dice: