Adriano
Celentano è uno dei più famosi cantanti italiani: famoso per
le sue canzoni e famoso per i suoi comportamenti bizzarri
e originali che trasformano ogni sua apparizione in televisione
in un "fatto" di cui si parla.
L'ultimo spettacolo messo in piedi da Celentano per la
televisione italiana (Rai 1) ha provocato uno scandalo
prima ancora di cominciare perché il titolo contiene una
"parolaccia". La trasmissione televisiva si chiama
infatti 125 milioni di cazzate.
La parola "cazzata"
è un sinonimo volgare di "sciocchezza, stupidaggine":
come tutti i derivati del termine "cazzo" (cioè
"organo sessuale maschile") è da considerarsi una
parola di registro linguistico basso, così come sono
considerate parole da evitare - almeno in una situazione formale
- incazzarsi (arrabbiarsi), scazzarsi |
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(litigare), incazzato (arrabbiato), cazzeggiare (fare
una conversazione scherzosa, dire cose senza senso) cazzeggio
(l'effetto del cazzeggiare), cazzuto (importante,
deciso, tosto), fancazzista (chi ama non far niente,
pigro nel pensare e nell'agire, seguace della filosofia del fancazzismo),
cazzerellone (persona adulta che ama giocare, giocherellone),
cazzaro (chi dice molte cazzate), cazzone
(stupido). |
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Bisogna
però dire che la parola "cazzo", certamente volgare,
ha in italiano una frequenza d'uso molto alta: nel Lessico
di frequenza dell'italiano parlato (De Mauro, Mancini,
Vedovelli, Voghera, Etas Libri, Milano 1993) questa parola
occupa il posto numero 722, una posizione davvero altissima.
Basta pensare che molte parole di uso quotidiano sono
decisamente meno frequenti: faccia 874, Giovanni 953, amare
975, madonna 1026, professoressa 1073, cattolico 2036, pomodoro
3073, grammatica 4214, affresco 5914.
D'altra parte la frequenza altissima dipende dal fatto che questo termine
è usato non solo come esclamazione o interiezione, ma anche
come rafforzativo nelle frasi interrogative. Anzi, per non usare
questo termine così forte, spesso si ricorre a delle varianti
più accettabili (per esempio si dice "cavolo",
"caspita", "diavolo", "cacchio": Chi
cavolo sei? Dove caspita vai? Che cacchio dici? Perché diavolo non
rispondi?). Nella sua Grammatica Italiana
(UTET, Torino, 1989), Luca Serianni scrive a questo proposito:
Le
espressioni più crude - che peraltro vanno
diffondendosi nell'uso comune - sono riprodotte
graficamente mediante la sola lettera iniziale seguita
dai puntini sospensivi: "Ma li mortacci tua - disse
Guaione alzando gli occhi bianchi da ubbriaco - che c...
ne so io!" (Pasolini, Ragazzi di vita). Ma
in romanzi più recenti la parola interdetta è spesso
usata senza alcuna remora; così nella Storia di Elsa
Morante, pubblicata nel 1974, si legge: "Ma
che cazzo volete sapere?" |
D'altra parte,
quando questa grammatica è stata pubblicata, ancora non era
uscito il romanzo di Aldo Busi che portava il bizzarro titolo di
"Cazzi e canguri (pochissimi i canguri)".
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La
parolaccia
di Zavattini
(il precedente)
ROMA - Il primo a sdoganare
la parola «cazzo» alla Rai, stando ai cultori dei
Guinness sommersi, fu Cesare Zavattini. Lo sceneggiatore
di «Ladri di biciclette», in una memorabile puntata di
«Radio anch'io», decise di parlare esplicitamente del
membro dell'uomo e pronunciò la fatidica parola
arricchendola di particolari filosofici e di costume.
Fece scalpore. Da allora, quella parola ha dato
grattacapi alla Rai anche in altre occasioni.
(La Repubblica, 18.04.01)
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La televisione italiana,
in accordo con Celentano, per rispondere al mare di proteste
(politiche!) sul titolo della trasmissione, ha deciso che la grafica
deve seguire il sistema "letterario" di cui parlava Serianni,
usare perciò dei puntini di sospensione. Il problema era: cosa
censurare? Bisogna scrivere c....te, oppure ca...te,
oppure ...zate? Dopo lunghe discussioni intellettuali si è
deciso che il titolo deve censurare una zeta e mezza e una A, per cui la
grafica televisiva sarà questa:
Le annunciatrici della
televisione, inoltre, saranno libere, se vorranno, di non pronunciare
interamente lo scandaloso titolo della trasmissione.
Ma la cosa più
interessante sono gli interventi politici su questo argomento. La destra
è contraria, la sinistra tace, il Vaticano spera in un ripensamento,
l'associazione dei genitori dice che non ci sono problemi. Ma perché
tutto questo scandalo? Non sarà perché il proprietario delle
televisioni private concorrenti della Rai sta per diventare Capo del
Governo?
I più curiosi possono
approfondire l'argomento cliccando sui link che seguono:
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