Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma

 
 

Giulia Grassi

  

 GLI ABUSI EDILIZI 
IN ITALIA

 

 

 Un testo sull'abusivismo edilizio, un fenomeno antico e molto radicato - purtroppo - in Italia, e favorito dai periodici condoni

 
 

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Quello che segue è un piccolo, e incompleto, saggio informativo sull'abusivismo edilizio in Italia. Si tratta di un fenomeno antico, duro a morire. Fortunatamente in questi ultimi anni la politica ha cominciato ad occuparsene seriamente, con numerosi interventi legislativi e con l'abbattimento di numerosi edifici fuori legge. 

Il fenomeno è molto complesso. 
C'è quello che viene definito abuso di necessità, proprio di chi ha costruito una casa per abitarci, cioè una "prima casa" e non una casa di villeggiatura o "seconda casa". In ogni caso questi abusivi hanno infranto la legge e non sembra giusto "condonare" perché agli italiani onesti (la maggioranza) che la casa l'hanno costruita in modo legale (naturalmente pagando le tasse relative, cosa che gli abusivi non fanno) può sembrare un premio ai "furbi". 
E c'è poi l'abusivismo legato alla grande criminalità organizzata (Mafia, Camorra, 'Ndrangheta), che non di rado si intreccia con il primo.
Orientarsi è difficile, ma qui di seguito riportiamo alcuni dati, ufficiali.  

 
 

GLI  ECOMOSTRI

 
Gli ecomostri sono le enormi costruzioni di cemento che deturpano  siti archeologici,  spiagge e oasi naturalistiche (da qui il nome, mostro ecologico). Si tratta di costruzioni abusive nate dalla "collaborazione" tra imprenditori disonesti e politici locali corrotti. In Italia i mostri di cemento erano 14, ora ne sono rimasti 11 perché il Governo ha finalmente cominciato la guerra contro l'abusivismo edilizio. Il primo mostro abbattuto è stato il Fuenti, un mega albergo costruito alla fine degli anni '70 sulla costiera amalfitana: 34 mila metri cubi di cemento,  24 metri di altezza (sette piani), 2000 metri quadri di superficie. Tutto questo in un'area che l'Unesco aveva dichiarato patrimonio dell'umanità. È stato definito un "misfatto ecologico esemplare". 

Il Fuenti prima dell'abbattimento

    LE TAPPE DELLA STORIA DEL "FUENTI"

1968
Il 5 agosto del 1968 il Comune di Vietri sul Mare concede la licenza edilizia e la Sovrintendenza della Campania dà il nulla-osta paesaggistico. L'area è già sottoposta a vincolo

1971 L'edificio viene terminato nel 1971, dopo polemiche e sospensioni dei lavori. Nello stesso anno la Sovrintendenza revoca il nulla-osta poiché la costruzione non corrisponde ai progetti presentati. Anche il Comune annulla la licenza e i provvedimenti sono confermati dal Consiglio di Stato nel 1981.

1985 Con il condono edilizio del 1985 la società proprietaria chiede la sanatoria dell'edificio: la Regione Campania dà parere favorevole, ma il Ministero dei Beni culturali annulla il nulla-osta della Regione.

1992 Una sentenza del Tar (Tribunale amministrativo regionale) della Campania conferma la decisione del Ministero dei Beni Culturali.

1997 Una sentenza del Consiglio di Stato (dicembre) stabilisce che l'albergo non può essere condonato. L'Hotel Fuenti è stato utilizzato solo per i terremotati dell'Irpinia.

La costriera amalfitana dopo l'abbattimento del Fuenti

Nel gennaio 2001 il Ministro dell' Ambiente e il Ministro dei Beni Culturali hanno presentato un disegno di legge per la tutela ambientale ed il recupero dei siti compromessi dalla speculazione. È previsto l'abbattimento degli 11 ecomostri ancora esistenti. Eccone l'elenco:

SPALMATOIO DI GIANNUTRI - Complesso edilizio destinato a mini-appartamenti grande complessivamente 11.000 metri cubi, realizzato in una zona ad elevato pregio paesaggistico all' interno del Parco nazionale dell' Arcipelago Toscano.

SCHELETRO DI PALMARIA - Complesso edilizio destinato ad albergo e miniappartamenti, alto circa 25 metri e con un volume di 10.000 metri cubi. L' area si trova nel territorio del Parco nazionale delle Cinque Terre.

CONCA DI ALIMURI - Struttura edilizia destinata ad uso alberghiero realizzata a ridosso della battigia, non ancora ultimata. Il complesso ricade all' interno del Piano urbanistico territoriale della penisola sorrentino-amalfitana.

BAIA PUNTA LICOSA - Si tratta di 53 edifici destinati a residenza, costruiti, ma non ancora ultimati, all' interno di un' area caratterizzata dalla presenza di alberi di particolare pregio (pino d' Aleppo). L' area si trova all' interno del territorio del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

PIETRA DI POLIGNANO A MARE - Complesso turistico costituito da una struttura alberghiera ed alcuni villini, per un volume complessivo di 34.000 metri cubi. Il complesso ricade nella fascia di 300 metri dalla battigia, in area soggetta a vincolo paesistico di tutela assoluta.

FOSSA MAESTRA - Complesso edilizio vicino Massa Carrara destinato ad accogliere 65 mini appartamenti e locali accessori. Si trova in un' area classificata come zona di valore paesaggistico ed ambientale da sottoporre a conservazione.

BAIA DI COPANELLO - Complesso edilizio costituito da albergo ed abitazioni a schiera, realizzato in assenza di concessione edilizia.

VILLAGGIO SINDONA - Complesso costituito da 12 edifici a schiera realizzato in località Cala Galera e non ancora ultimato. L' area ricade nella riserva naturale di Lampedusa, soggetta a vincolo paesaggistico ed idrogeologico. È inoltre sottoposta a vincolo di inedificabilità assoluta.

CAPO ROSSELLO - Complesso di edifici residenziali per complessivi 9.000 metri cubi, realizzato in prossimità della battigia.

CALA DEI TURCHI - Complesso alberghiero vicino Agrigento di circa 15.000 metri cubi. L' edificio non è stato ancora completato.

PUNTA PEROTTI - Complesso residenziale costituito da due edifici di 11 e 13 piani sul lungomare di Bari. 
Il complesso è stato realizzato nell' ambito di due piani di lottizzazione che prevedono la realizzazione di 290.000 metri cubi complessivi. 
La struttura è stata edificata ad una distanza inferiore a 300 metri dal mare e posizionato in modo da nascondere totalmente la vista del lungomare a sud di Bari.
La spiaggia e il complesso di Punta Perotti a Bari
02/04/2006 - Conclusa la prima fase della tanto attesa demolizione dell'ecomostro Punta Perotti a Bari. Tutto come previsto: 350 chilogrammi di tritolo hanno fatto implodere i due terzi della saracinesca che da oltre dieci anni taglia il lungomare barese. 

23/04/2006 - Seconda esplosione: crolla anche la seconda parte dell'ecomostro. Il 24 aprile è attesa l'ultima esplosione che demolirà interamente la costruzione.

  

L'ITALIA DEL "MATTONE" ABUSIVO

 
Il condono edilizio non è mai stato una soluzione positiva al problema. Anzi. Non appena si comincia a parlare di condono edilizio, il numero di edifici abusivi cresce enormemente: tutti sperano di essere "condonati", cioè di vedersi riconosciuti legittimi proprietari di una casa costruita illegalmente. Ad esempio, l'anno precedente al condono edilizio del 1985 voluto dal Governo Craxi, cioè il 1984, è stato l'anno peggiore per l'abusivismo: su un totale di 270.000 nuove abitazioni circa un terzo (80.000 unità) erano abusive.
 

Le cose recentemente vanno un po' meglio, ma i dati sono sempre gravi.
 
Secondo gli studi di Legambiente e dell'Istituto di ricerca Cresme, nel
quinquennio 1994-1998, cioè dopo il condono approvato dal "Governo Berlusconi-Radice", sono state realizzate 232.000 nuove case abusive, per una superficie complessiva di 32.5 milioni di metri quadrati e un valore immobiliare di 29.000 miliardi di lire. L'evasione fiscale è di  6.700 miliardi di lire.

Solo nel corso del 1998 sono stati costruiti ben 25.000 stabili abusivi (3,5 milioni di mq, un valore di mercato stimato superiore ai 3.000 miliardi di lire e una evasione fiscale pari a 730 miliardi).
Il 76,3% delle costruzioni illegali (vedi tabella a fianco) è concentrato nelle regioni meridionali e nelle isole; al Centro la percentuale scende al 9,7% mentre al  Nord risale al 14%. 
Le regioni più corrette sono per lo più al Nord
(la  Valle D'Aosta con lo 0%, il Trentino con lo 0,5 %, l' Umbria con lo 0,6 % e la Liguria con lo 0,9%).  Il mattone illegale è invece ancora abbastanza presente nel Lazio (4,8%), in Lombardia (3,8%) ed in Veneto (3,9%).
Al Sud, in particolare il fenomeno è concentrato in Campania (19,8%), Sicilia (18,2%), Puglia (12,8%) e Calabria (8,8%), dove esiste quasi il 60% del totale nazionale delle costruzioni illegali. Ciò dimostra che il fenomeno dell'abusivismo è legato al fenomeno delle organizzazioni criminali e mafiose, che sono particolarmente radicate nelle quattro regioni citate.


ABUSIVISMO REGIONALE -  1998
 

REGIONE

%
Piemonte 1,8
Valle d'Aosta 0
Lombardia 3,8
Trentino Alto Adige 0,5
Veneto 3,9
Friuli Venezia Giulia 0,5
Liguria 0,9
Emilia Romagna 2,5
Toscana 2,7
Umbria 0,6

Marche

1,5
Lazio 4,8
Abruzzo 7,0
Molise 2,0
Campania 19,8
Puglia 12,8
Basilicata 1,9
Calabria 8,8
Sicilia 18,2
Sardegna 5,9
 
Concludiamo con una novità sulla "tipologia dell'abusivo" come è emersa da un'indagine di Legambiente sull'abusivismo a Roma e nel Lazio negli ultimi anni: i "costruttori spontanei" hanno abbandonato le periferie per spostarsi su aree pregiate. La maggior parte degli abusivismi, infatti, è stata individuata all'interno dei parchi: 33 lottizzazioni su un totale di 74, estese per 209 ettari su un totale di 314. I restanti abusi si registrano nelle aree adiacenti ai parchi e in zone esterne agli stessi.
Si vede che anche gli abusivi romani, come quelli agrigentini della Valle dei Templi, sono sensibili alle bellezze naturalistiche e archeologiche.
Popolo di poeti, di artisti, di pensatori, di santi, di scienziati....
 
PRIMA DELL'ABUSIVISMO-Foto aerea di una zona di Roma scattata il 20 agosto 1980 DOPO L'ABUSIVISMO- Foto aerea della stessa zona di Roma scattata il 13 luglio 1985