SCUDIT, SCUOLA D'ITALIANO ROMA, PRESENTA MATDID, MATERIALI DIDATTICI DI ITALIANO PER STRANIERI A CURA DI ROBERTO TARTAGLIONE E GIULIA GRASSI


 

Materiale: n. 321 -  Data: 01.04.2019  - Livello: intermedio 1 (B1)
Autore: Roberto Tartaglione

 

ANDIAMO A CANOSSA?

 

Un modo di dire nato nell'Ottocento e con una bella storia medievale alle spalle, forse un po' diversa da come la raccontano

Note grammaticali sul condizionale
Esercizi con soluzione

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Andare a Canossa” è un’espressione abbastanza comune in italiano, ma esiste anche in parecchie altre lingue come in inglese (go to Canossa), in tedesco (nach Canossa gehen) e in francese (aller à Canossa). Significa "umiliarsi per avere il perdono, riconoscere pubblicamente di avere sbagliato e accettare di sottomettersi per non essere puniti".

L’espressione nasce da un fatto storico molto famoso, ma in realtà forse un po’ differente da come normalmente è raccontato.
Nel 1077 l’Imperatore di Franconia Enrico IV che era stato scomunicato da Papa Gregorio VII, si sarebbe umiliato pesantemente per ottenere la revoca della scomunica.
Sarebbe infatti andato dal papa nel castello di Canossa (vicino a Reggio Emilia), vestito solo con un umile saio (la veste povera tipica poi dei Frati Francescani) e a piedi nudi. Prima di essere ricevuto avrebbe aspettato tre giorni e tre notti fuori del castello, nel freddo e nella neve: proprio per questo il papa lo avrebbe alla fine perdonato revocando la scomunica.

Perché usiamo tanti condizionali? Perché forse le cose non sono andate esattamente così.
Secondo molti storici Enrico IV si sarebbe effettivamente incontrato con il papa a Canossa… ma non proprio in condizione di inferiorità. Il papa infatti era a Canossa, lontano da Roma, e probabilmente non aveva nessuna voglia di affrontare i soldati dell’Imperatore in caso di battaglia. Insomma avrebbe concesso il perdono per paura e non per l’umiliazione di Enrico IV.

La storia vera è dunque abbastanza incerta, ma di una cosa siamo sicuri. Il modo di dire “andare a Canossa” è stato utilizzato per la prima volta molti, moltissimi secoli dopo, precisamente nel 1872 dal Primo Ministro della Prussia Otto von Bismark.
Era un periodo di grande tensione tra Vaticano e Impero Tedesco: il papa di allora, Pio IX, aveva per esempio rifiutato di accreditare l’ambasciatore prussiano presso la Santa Sede.
Per mostrare l’autonomia della Prussia rispetto al potere dei cattolici, Bismark, che non aveva certo intenzione di essere umiliato dal papa, ha allora dichiarato in un famoso discorso: «Noi non andremo a Canossa, né con il corpo né con lo spirito» (nach Canossa gehen wir nicht – weder körperlich noch geistig). Intendeva dire, naturalmente, che lui non si sarebbe piegato al volere del papa così come aveva fatto Enrico IV a Canossa.



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