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pochi giorni e mi auguro che, lette sui luoghi che descrivono e dinnanzi
ai dipinti cui si riferiscono,
possano risultare di qualche
utilità. Mi sia permesso, innanzitutto, di suggerire ai miei lettori un consiglio
pratico: se potete, date una
buona mancia al custode o al sacrestano. La cosa vi sembrerà ingiusta
verso chi verrà dopo di voi, ma lo sarebbe ancor più se non lo
compenserete come si deve. Per costringervi a sborsare il vostro obolo in
cambio delle cose che volete vedere, sarebbe indotto a nascondere o mettere tutto sotto chiave. In tal caso non guarderà in faccia a nessuno
e non esiterà a montare in collera se indugerete un secondo in più
davanti all'oggetto che vi mostra, impedendovi di osservarlo a vostro
agio. Date una buona mancia al sacrestano, e trattatelo bene. Il più
delle volte l'italiano è grato del denaro che gli viene offerto, e ancor
più grato di fronte a un gesto di umana cortesia; e ripagherà con
autentico zelo e cordiale simpatia una mancia offerta con garbo. Che
brutta cosa, direte voi, esser grati al denaro! Sarà. Io so soltanto che
su cinquecento persone pronte a scrivermi una lettera traboccante di
affetto, ne conosco forse una disposta a offrirmi uno scellino. Anzi, vi
sarò molto grato se mi darete uno scellino per ciascuna di queste
lettere. State pur certi che, a renderle degne di quella cifra, è la
fatica che mi sono costate, maggiore di quanto possiate immaginare. |