Vestito a
festa: con il vestito più adatto per le
grandi occasioni. Si dice anche ironicamente "il
vestito della domenica". |
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suoi: i
suoi genitori. Il possessivo, usato in modo assoluto, si
riferisce in genere ai genitori. In particolare "i
miei, i tuoi, i suoi". |
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pasta al
forno: pasta cucinata al forno, come lasagne
o cannelloni. |
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bello: appellativo
amichevole (ciao bello!). Usata anche l'espressione
"bello mio" specialmente nei confronti di un
amico ingenuo. |
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te la sei
voluta tu: "volersela", con
quel pronome femminile "LA", significa in
genere "aver cercato qualche cosa di cui adesso non
ci si deve lamentare". In questa canzone il pronome
femminile "LA" si potrebbe anche riferire alla
ragazza in questione. |
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vuoi la bicicletta: riferimento
al modo di dire "Hai voluto la bicicletta? E adesso
pedala!". Si dice provocatoriamente a chi si è dato
da fare per avere qualche cosa di bello e adesso si
lamenta perché il possesso di questa cosa comporta
fatica. |
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cazzi tuoi: volgare,
per dire "affari tuoi, un problema tuo". Il
termine "cazzo" è la parolaccia più frequente
nella lingua italiana. |
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le menate da panico: espressione
gergale. "Le menate" sono azioni ripetute e
noiose. A volte è sinonimo di "stupidaggini".
Questa parola è usata specialmente in Italia
settentrionale e in particolare in Lombardia. "Da
panico" nel senso di "da fare paura".
"Le menate da panico" sono insomma le solite
cose stupide che si fanno in certe situazioni (come in
questo caso, quando un amore finisce e si dicono sempre
le stesse cose) |
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gli altarini si scoprono: modo
di dire. Quando "si scoprono gli altarini" il
mistero è rivelato. Quindi tutto diventa chiaro, non ci
sono più segreti o cose da scoprire. |
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mollato in tronco: mollare
(o lasciare) in tronco significa abbandonare qualcuno in
modo netto, deciso, violento, veloce e irreversibile. Si
dice anche "piantare in asso" |
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dir neanche
"Bah": senza avere
neanche il tempo per dire una parola |
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notti in bianco: notti passate
senza dormire. |
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Aperitivo: è
quello che si beve prima di pranzo o di cena (un Campari
o un Martini, per esempio). L'amaro o il digestivo si
bevono invece dopo (l'Amaro Averna o l'Amaro Lucano, per
esempio) |
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approvato
all'unanimità: espressione presa dal
linguaggio politico e amministrativo. Una legge approvata
all'unanimità da tutti i parlamentari, una proposta
approvata all'unanimità dal Consiglio di amministrazione
di una industria. In questo caso, trattandosi di una cena
fuori, ha un valore ironico per dire "tutti d'accordo" |
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a volte ritornano: modo di dire.
Si riferisce in genere ai "fantasmi del passato"
e si usa, in senso negativo, per cose che sembravano
sparite per sempre e che invece ancora si manifestano. |
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che cazzo ci fai: ancora un uso
particolare della "parolaccia più usata in italiano".
Qui serve a rafforzare l'interrogativo "che".
Nel parlato si usa anche per rafforzare tutti gli altri
interrogativi (come? perché? dove? cosa? ecc.). Per
evitare di usare il termine troppo volgare si possono
usare parole dal valore rafforzativo analogo come diavolo,
mai, caspita e molte altre (che diavolo ci fai? che
caspita ci fai?) |
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te lo sei voluto: questa volta
il pronome maschile "LO" è chiaramente
riferito all'altro uomo. |
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