Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma

 
 

Roberto Tartaglione

 

BELLO, NON TI
PASSA PIÙ

 
Lingua parlata e gergo dei giovani in una canzone degli 883
Esercizi con SOLUZIONE               
 

Livello Intermedio 1


 
Gli 883 sono un gruppo musicale italiano molto amato dai giovani e dai giovanissimi.
Quello che segue è il testo di una loro canzone che si chiama Non ti passa più: lui si innamora di lei, va a conoscere i suoi genitori, trascura per questo gli amici, poi si fidanza, l'amore finisce e gli amici lo consolano. Il tutto raccontato con un linguaggio parlato-parlato, pieno di modi di dire e di termini propri del gergo giovanile.
 

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 Programma Due settimane a Roma
 

Didattica

  

     
  LIVELLO 1: PUPAZZO PATETICO.  
  Vestito a festa, all'una a pranzo dai suoi  
  "Signora, sa, una pasta al forno  
  così non l'ho mangiata mai!"  
     
  LIVELLO 2: L'INTERROGATORIO  
  "Ma con mia figlia tu che intenzioni hai?  
  Lei ha bisogno di uno serio  
  spero non ci deluderai."  
     
  Poi di corsa dagli amici del bar,  
  almeno per mezz'ora un po' di tranquillità  
  ma da come guardano  
  sembra che mi dicano:  
  "Bello, non ti passa più  
  te la sei voluta tu,  
  vuoi la bicicletta e poi  
  pedalare cazzi tuoi"  
     
  LIVELLO 3: LE MENATE DA PANICO.  
  "Non sei lo stesso che eri un anno fa:  
  eri romantico più spesso,  
  sento già che non durerà."  
     
  LIVELLO 4: GLI ALTARINI SI SCOPRONO.  
  Mollato in tronco senza dir neanche "Bah".  
  Telefonate, notti in bianco,  
  perdita della dignità.  
     
  Poi di corsa dagli amici del bar,  
  farò finta di niente (che nessuno lo sa)  
  però mi conoscono  
  e so che capiscono.  
  "Bello non ti passa più,  
  te la sei voluta tu,  
  vuoi la bicicletta e poi,  
  pedalare cazzi tuoi."  
     
  LIVELLO 5: ALMENO CI SIAMO NOI.  
  Non sarà tanto però ci basterà.  
  Aperitivo, cena fuori,  
  approvato all'unanimità.  
     
  LIVELLO 6: A VOLTE RITORNANO.  
  Ti vedo in fondo al ristorante con lui,  
  con degli amici tanto antichi  
  che sembrate antichi anche voi.  
     
  Io d'istinto te lo direi:  
  "Ma con uno del genere che cazzo ci fai?"  
  Però in fondo è giusto così  
  perché sono sicuro che con quello lì  
     
  bella non ti passa più  
  te lo sei voluto tu  
  vuoi la bicicletta e poi  
  pedalare cazzi tuoi.  
     

Vestito a festa: con il vestito più adatto per le grandi occasioni. Si dice anche ironicamente "il vestito della domenica".
 
suoi: i suoi genitori. Il possessivo, usato in modo assoluto, si riferisce in genere ai genitori. In particolare "i miei, i tuoi, i suoi".
 
pasta al forno: pasta cucinata al forno, come lasagne o cannelloni.
 
bello: appellativo amichevole (ciao bello!). Usata anche l'espressione "bello mio" specialmente nei confronti di un amico ingenuo.
 
te la sei voluta tu: "volersela", con quel pronome femminile "LA", significa in genere "aver cercato qualche cosa di cui adesso non ci si deve lamentare". In questa canzone il pronome femminile "LA" si potrebbe anche riferire alla ragazza in questione.
 
vuoi la bicicletta: riferimento al modo di dire "Hai voluto la bicicletta? E adesso pedala!". Si dice provocatoriamente a chi si è dato da fare per avere qualche cosa di bello e adesso si lamenta perché il possesso di questa cosa comporta fatica.
 
cazzi tuoi: volgare, per dire "affari tuoi, un problema tuo". Il termine "cazzo" è la parolaccia più frequente nella lingua italiana.
 
le menate da panico: espressione gergale. "Le menate" sono azioni ripetute e noiose. A volte è sinonimo di "stupidaggini". Questa parola è usata specialmente in Italia settentrionale e in particolare in Lombardia. "Da panico" nel senso di "da fare paura". "Le menate da panico" sono insomma le solite cose stupide che si fanno in certe situazioni (come in questo caso, quando un amore finisce e si dicono sempre le stesse cose)
 
gli altarini si scoprono: modo di dire. Quando "si scoprono gli altarini" il mistero è rivelato. Quindi tutto diventa chiaro, non ci sono più segreti o cose da scoprire.
 
mollato in tronco: mollare (o lasciare) in tronco significa abbandonare qualcuno in modo netto, deciso, violento, veloce e irreversibile. Si dice anche "piantare in asso"
 
dir neanche "Bah": senza avere neanche il tempo per dire una parola
 
notti in bianco: notti passate senza dormire.
 
Aperitivo: è quello che si beve prima di pranzo o di cena (un Campari o un Martini, per esempio). L'amaro o il digestivo si bevono invece dopo (l'Amaro Averna o l'Amaro Lucano, per esempio)
 
approvato all'unanimità: espressione presa dal linguaggio politico e amministrativo. Una legge approvata all'unanimità da tutti i parlamentari, una proposta approvata all'unanimità dal Consiglio di amministrazione di una industria. In questo caso, trattandosi di una cena fuori, ha un valore ironico per dire "tutti d'accordo"
 
a volte ritornano: modo di dire. Si riferisce in genere ai "fantasmi del passato" e si usa, in senso negativo, per cose che sembravano sparite per sempre e che invece ancora si manifestano.
 
che cazzo ci fai: ancora un uso particolare della "parolaccia più usata in italiano". Qui serve a rafforzare l'interrogativo "che". Nel parlato si usa anche per rafforzare tutti gli altri interrogativi (come? perché? dove? cosa? ecc.). Per evitare di usare il termine troppo volgare si possono usare parole dal valore rafforzativo analogo come diavolo, mai, caspita e molte altre (che diavolo ci fai? che caspita ci fai?)
 
te lo sei voluto: questa volta il pronome maschile "LO" è chiaramente riferito all'altro uomo.