Il
rito di iniziazione, nelle società preistoriche, consisteva in
una serie di prove, più o meno cruente, cui gli adolescenti
venivano sottoposti per entrare nella “società degli adulti”.
Questi riti sono atti a generare l’identità sociale degli
individui attraverso procedure spesso dolorose e talora
mutilatorie. Fra le prassi più note e tutt’oggi in vita, la
circoncisione per i maschi, l’infibulazione e la clitoridectomia
per le femmine.
Nelle società avanzate e tecnologiche i riti di iniziazione
sopravvivono in alcune pratiche religiose come il sacramento
della cresima. Altre volte sono sostituiti da
rituali laici che attestano la maturità dell’iniziando e la sua
idoneità a entrare nella società degli adulti e nel mondo del
lavoro. Tali prove vanno sotto il nome di esami di
abilitazione, concorsi, diplomi, patentini ecc.
Nelle società post-tecnologiche consumistiche (o “decadenti”)
anche il rito di iniziazione viene mercificato e diventa
naturalmente fonte di guadagno per chi lo gestisce. La prova
iniziatica - ormai non più cruenta, ma quasi sempre
economicamente a carico del “candidato” e non più della tribù -
viene perciò fatta precedere da speciali “corsi di |
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formazione
per il superamento della prova iniziatica” che sono sempre a
carico dell'iniziando e hanno un costo economico anche rilevante
(sarebbe sostanzialmente come se in una società tribale si
richiedesse all’adolescente di seguire un corso di formazione a
pagamento in cui esercitarsi a ricevere martellate sui genitali
onde affrontare con più disinvoltura la prova della
circoncisione).
L’enorme movimento di denaro messo in moto dal business
iniziatico-certificatorio, ha fatto crescere a dismisura le
tipologie di questi moderni riti di iniziazione (per cui non è
raro il caso di istituzione di corsi, stage e tirocini
perfino in discipline improbabili quali bon-ton, corsi
di scrittura creativa ecc.) che comunque garantiscono una
certificazione da spendere nel proprio curriculum vitae. |
Nelle società
post-decadenti (o “devastate”) il rito di iniziazione
si modifica ancora, e nella sua essenza più profonda: lo
stage di preparazione all’iniziazione e l’iniziazione stessa
perdono qualunque valore di tipo formativo o iniziatico e
assumono la fisionomia di rito di sottomissione.
Ciò che gli iniziandi devono “apprendere” nei sempre più lunghi
e complessi tirocini formativi non ha più nulla a che vedere con
le abilità richieste dalla società reale in cui gli adolescenti
saranno chiamati a tuffarsi. Anzi, spesso le discipline
iniziatorie si sviluppano su dimensioni volutamente insensate e
assai difficili da comprendere, se non a prezzo di enormi sforzi
da parte dei discenti. I quali discenti coscientemente e
entusiasticamente si sottopongono al rito non più a
dimostrazione del grado (irrilevante) di competenza acquisito in un qualsiasi
“saper fare"; ma vi si sottopongono - e quasi sempre
dichiarano poi la propria soddisfazione per il corso seguito - a
dimostrazione invece della propria caparbietà
integrativa, del proprio talento nel conformarsi e
sostanzialmente a testimonianza della propria sottomissione al
sistema di regole sociali proprio attraverso l'adesione
all'intero complesso rituale. L’iniziazione diventa quindi rito
di sottomissione, il cui certificato rappresenta una merce di
scambio sociale: sottomissione in cambio di integrazione (il
film "Salò o le 120 giornate di Sodoma" di Pierpaolo Pasolini,
in realtà parla proprio di questo). |
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Nelle
società post-devastate (o "finanziarie") esplode il
paradosso del "certificato di iniziazione" (ovvero del "certificato di
sottomissione"): il suo valore di merce di scambio è palesemente pari a
zero. Nessun capo tribù che avesse necessità di competenze specifiche,
infatti, si rivolgerebbe mai agli adolescenti che magari egli stesso ha
certificato come "iniziati" (così come una banca non ricomprerebbe i
titoli tossici che ha venduto agli investitori).
Ma dichiarare pubblicamente un così vistoso paradosso sarebbe come
distruggere in un solo momento il magico meccanismo economico che dà
lavoro e finanziamenti a centinaia di istituti e di enti formatori, a
numerosi centri autorizzati al rilascio di certificati di iniziazione, a
quelli convenzionati, agli editori di manuali e test per la formazione,
agli istituti che si occupano di formazione dei formatori, ai corsi per
somministratori di somministrazioni ecc. ecc. Come
risolvere il paradosso?
Le società
post-devastate o "finanziarie" hanno allora elaborato un meccanismo - ormai
perfettamente oleato e funzionante - mutuato dai meccanismi finanziari
noti al vasto pubblico come vendita di titoli tossici (quelli in buona
sostanza che hanno creato le cosiddette "bolle speculative")
Se le
certificazioni di iniziazione sono merce di scambio a valore zero,
l'unico modo per far sì che il meccanismo certificatorio non si
interrompa è quello di "moltiplicarle" attraverso la creazione
di "derivati". L'iniziazione certificata nel
2009 diventa quindi solo una certificazione di base (livello 1). Per
accrescere il suo valore dovrai prepararti a superare un'altra prova ben
più complessa che chiameremo "rito di iniziazione di livello 2" (il
RIL2). Ma non dimenticare che solo nel Centro Specializzato di Foligno
potrai conseguire il CIF (certificato di iniziazione folignesco) che è
simile al RIL2 ma, dicono, sia più prestigioso perché riconosciuto
ufficialmente a Samoa e sulle isole Trobriand. Certo in un concorso a
punti (che non ci sarà, ma non costa nulla ipotizzarlo) i detentori del
RIL2 e anche del CIF avranno una chance in più rispetto a chi di
certificati ne possieda uno solo. Resta però da capire se all'ipotetico
concorsone saranno ammessi solo i candidati che nel 2009 abbiano
conseguito il RIL1 o anche gli outsider che hanno conseguito nel
Principato di Monaco il certificato di iniziazione internazionale
monegasco (il CIIM-GOLD, che, sappiamo tutti, è una bufala dal punto di
vista culturale, ma visti i suoi alti costi costituisce uno status symbol di
rilievo per chi lo possieda).
Nello stesso tempo è
ormai certo
che all'Istituto Italiano di Cultura di Akuliaruseq in
Groenlandia stiano cercando un insegnante di italiano in possesso del
PASQ1 (un certificato privato rilasciato dal fratello del
Direttore dello stesso Istituto di Cultura, Pasqualino, detto "Er
canaro" per il suo allevamento di cani da slitta, il quale ha
aperto vicino al canile un centro di formazione - finanziato e
patrocinato dalla Regione Lazio - nella vicina città di
Kangerluarsorujuup Qinngua). Il corso è gratuito, ma l'affitto
dei cani da slitta per raggiungere da
Kangerluarsorujuup Qinngua l'Istituto di Cultura di Akuliaruseq è davvero esorbitante.
Questo sistema moltiplicatorio dei derivati di titoli tossici raggiunge una duplice serie di
obiettivi: da un lato impegna gli ex-adolescenti - e ormai
novelli peter pan - in una perpetua rincorsa della formazione e
della certificazione, alimentando mercato e finanza; dall'altro
li tiene lontani dal mondo del lavoro che li rifiuta,
giustificando il rifiuto con la loro palese inadeguatezza al
compito (ma ci sarà
sempre un RIL3 o un CIF4) senza |
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bisogno di
confessare che il lavoro vero consiste proprio nella vendita di
titoli spazzatura. In pratica, quanto più il certificato si
svaluta tanto più c'è spazio per crearne uno nuovo, in una
catena infinita che, in economia, si chiama appunto "bolla". |
Se la bolla
certificatoria esploderà come quella immobiliare e dei titoli bancari
tossici è storia di questi giorni e quindi non ci è dato di sapere. Ma
ne dubitiamo.
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