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DAL RITO DI INIZIAZIONE
AI TITOLI TOSSICI

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di Malinowski

 

 

 

Il rito di iniziazione, nelle società preistoriche, consisteva in una serie di prove, più o meno cruente, cui gli adolescenti venivano sottoposti per entrare nella “società degli adulti”. Questi riti sono atti a generare l’identità sociale degli individui attraverso procedure spesso  dolorose e talora mutilatorie. Fra le prassi più note e tutt’oggi in vita, la circoncisione per i maschi, l’infibulazione e la clitoridectomia per le femmine.

Nelle società avanzate e tecnologiche i riti di iniziazione sopravvivono in alcune pratiche religiose come il sacramento della cresima. Altre volte sono sostituiti da rituali laici che attestano la maturità dell’iniziando e la sua idoneità a entrare nella società degli adulti e nel mondo del lavoro. Tali prove vanno sotto il nome di esami di abilitazione, concorsi, diplomi, patentini ecc.

Nelle società post-tecnologiche consumistiche (o “decadenti”) anche il rito di iniziazione viene mercificato e diventa naturalmente  fonte di guadagno per chi lo gestisce. La prova iniziatica - ormai non più cruenta, ma quasi sempre economicamente a carico del “candidato” e non più della tribù - viene perciò fatta precedere da speciali “corsi di

formazione per il superamento della prova iniziatica” che sono sempre a carico dell'iniziando e hanno un costo economico anche rilevante (sarebbe sostanzialmente come se in una società tribale si richiedesse all’adolescente di seguire un corso di formazione a pagamento in cui esercitarsi a ricevere martellate sui genitali onde affrontare con più disinvoltura la prova della circoncisione).
L’enorme  movimento di denaro messo in moto dal business iniziatico-certificatorio, ha fatto crescere a dismisura le tipologie di questi moderni riti di iniziazione (per cui non è raro il caso di istituzione di corsi, stage e tirocini perfino in discipline improbabili quali bon-ton, corsi di scrittura creativa ecc.) che comunque garantiscono una certificazione da spendere nel proprio curriculum vitae.
 
Nelle società post-decadenti (o “devastate”) il rito di iniziazione si modifica ancora, e nella sua essenza più profonda: lo stage di preparazione all’iniziazione e l’iniziazione stessa perdono qualunque valore di tipo formativo o iniziatico e assumono la fisionomia di rito di sottomissione.
Ciò che gli iniziandi devono “apprendere” nei sempre più lunghi e complessi tirocini formativi non ha più nulla a che vedere con le abilità richieste dalla società reale in cui gli adolescenti saranno chiamati a tuffarsi. Anzi, spesso le discipline iniziatorie si sviluppano su dimensioni volutamente insensate e assai difficili da comprendere, se non a prezzo di enormi sforzi da parte dei discenti. I quali discenti coscientemente e entusiasticamente si sottopongono al rito non più a dimostrazione del grado (irrilevante) di competenza acquisito in un qualsiasi “saper fare"; ma vi si sottopongono - e quasi sempre dichiarano poi la propria soddisfazione per il corso seguito - a dimostrazione invece della propria caparbietà integrativa, del proprio talento nel conformarsi e sostanzialmente a testimonianza della propria sottomissione al sistema di regole sociali proprio attraverso l'adesione all'intero complesso rituale.  L’iniziazione diventa quindi rito di sottomissione, il cui certificato rappresenta una merce di scambio sociale: sottomissione in cambio di integrazione (il film "Salò o le 120 giornate di Sodoma" di Pierpaolo Pasolini, in realtà parla proprio di questo).

Nelle società post-devastate (o "finanziarie") esplode il paradosso del "certificato di iniziazione" (ovvero del "certificato di sottomissione"): il suo valore di merce di scambio è palesemente pari a zero. Nessun capo tribù che avesse necessità di competenze specifiche, infatti, si rivolgerebbe mai agli adolescenti che magari egli stesso ha certificato come "iniziati" (così come una banca non ricomprerebbe i titoli tossici che ha venduto agli investitori).
Ma dichiarare pubblicamente un così vistoso paradosso sarebbe come distruggere in un solo momento il magico meccanismo economico che dà lavoro e finanziamenti a centinaia di istituti e di enti formatori, a numerosi centri autorizzati al rilascio di certificati di iniziazione, a quelli convenzionati, agli editori di manuali e test per la formazione, agli istituti che si occupano di formazione dei formatori, ai corsi per somministratori di somministrazioni ecc. ecc. Come risolvere il paradosso?

Le società post-devastate o "finanziarie" hanno allora elaborato un meccanismo - ormai perfettamente oleato e funzionante - mutuato dai meccanismi finanziari noti al vasto pubblico come vendita di titoli tossici (quelli in buona sostanza che hanno creato le cosiddette "bolle speculative")

Se le certificazioni di iniziazione sono merce di scambio a valore zero, l'unico modo per far sì che il meccanismo certificatorio non si interrompa è quello di "moltiplicarle" attraverso la creazione di "derivati". L'iniziazione certificata nel 2009 diventa quindi solo una certificazione di base (livello 1). Per accrescere il suo valore dovrai prepararti a superare un'altra prova ben più complessa che chiameremo "rito di iniziazione di livello 2" (il RIL2). Ma non dimenticare che solo nel Centro Specializzato di Foligno potrai conseguire il CIF (certificato di iniziazione folignesco) che è simile al RIL2 ma, dicono, sia più prestigioso perché riconosciuto ufficialmente a Samoa e sulle isole Trobriand. Certo in un concorso a punti (che non ci sarà, ma non costa nulla ipotizzarlo) i detentori del RIL2 e anche del CIF avranno una chance in più rispetto a chi di certificati ne possieda uno solo. Resta però da capire se all'ipotetico concorsone saranno ammessi solo i candidati che nel 2009 abbiano conseguito il RIL1  o anche gli outsider che hanno conseguito nel Principato di Monaco il certificato di iniziazione internazionale monegasco (il CIIM-GOLD, che, sappiamo tutti, è una bufala dal punto di vista culturale, ma visti i suoi alti costi costituisce uno status symbol di rilievo per chi lo possieda).

Nello stesso tempo è ormai certo che all'Istituto Italiano di Cultura di Akuliaruseq in Groenlandia stiano cercando un insegnante di italiano in possesso del PASQ1 (un certificato privato rilasciato dal fratello del Direttore dello stesso Istituto di Cultura, Pasqualino, detto "Er canaro" per il suo allevamento di cani da slitta, il quale ha aperto vicino al canile un centro di formazione - finanziato e patrocinato dalla Regione Lazio - nella vicina città di Kangerluarsorujuup Qinngua). Il corso è gratuito, ma l'affitto dei cani da slitta per raggiungere  da Kangerluarsorujuup Qinngua l'Istituto di Cultura di Akuliaruseq è davvero esorbitante.
 
Questo sistema moltiplicatorio dei derivati di titoli tossici raggiunge una duplice serie di obiettivi: da un lato impegna gli ex-adolescenti  - e ormai novelli peter pan - in una perpetua rincorsa della formazione e della certificazione, alimentando mercato e finanza; dall'altro li tiene lontani dal mondo del lavoro che li rifiuta, giustificando il rifiuto con la loro palese inadeguatezza al compito (ma ci sarà sempre un RIL3 o un CIF4) senza

bisogno di confessare che il lavoro vero consiste proprio nella vendita di titoli spazzatura. In pratica, quanto più il certificato si svaluta tanto più c'è spazio per crearne uno nuovo, in una catena infinita che, in economia, si chiama appunto "bolla".

Se la bolla certificatoria esploderà come quella immobiliare e dei titoli bancari tossici è storia di questi giorni e quindi non ci è dato di sapere. Ma ne dubitiamo.