Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma

 
 

Roberto Tartaglione

 
 

UN PERICOLOSO BIBLIOANIMALE

 
Un racconto di Stefano Benni tratto da "Il bar sotto il mare", Feltrinelli, ottobre 1987
Esercizi con soluzione
Immagini scelte da Giulia Grassi
 

Livello avanzato


 
IL VERME DISICIO

Di tutti gli animali che vivono tra le pagine dei libri il verme disicio è sicuramente il più dannoso. Nessuno dei suoi colleghi lo eguaglia. Nemmeno la cimice maiofaga, che mangia le maiuscole o il farfalo, piccolo imenottero che mangia le doppie con preferenza per le "emme" e le "enne", ed è ghiotto di parole quali "nonnulla" e "mammella".

Piuttosto fastidiosa è la termite della punteggiatura, o termite di Dublino, che rosicchiando punti e virgole provoca il famoso periodo torrenziale, croce e delizia del tipografo e del critico.

GIUSEPPE MARIA CRESPI, Librerie, particolare, 1725 circa (Bologna, Conservatorio Martini, Civico Museo Bibliografico Musicale)

Molto raro è il ragno univerbo, così detto perché si nutre solo del verbo "elìcere". Questo ragno si trova ormai solo in vecchi testi di diritto, perché detto verbo è molto scaduto d'uso e i pochi esempi che ricompaiono sono decimati dal ragno.

Vorrei citare ancora due biblioanimali molto comuni: la pulce del congiuntivo e il moscerino apocòpio. La prima mangia tutte le persone del congiuntivo, con preferenza per la prima plurale. Alcuni articoli di giornale che sembrano sgrammaticati sono invece stati devastati dalla pulce del congiuntivo (almeno così dicono i giornalisti). L'apocòpio succhia la "e" finale dei verbi (amar, nuotar, passeggiar). Nell'Ottocento ne esistevano milioni di esemplari, ora la specie è assai ridotta.

   
GIUSEPPE ARCIMBOLDI, Il bibliotecario, 1566 circa (Stoccolma, Skoklosters Slott, Styrelsen) Ma come dicevamo all'inizio, di tutti i biblioanimali il verme disicio o verme barattatore è sicuramente il più dannoso. Egli colpisce per lo più verso la fine del racconto. Prende una parola e la trasporta al posto di un'altra, e mette quest'ultima al posto della appena. Sono spostamenti minimi, a volte gli basta spostare prima tre o verme parole, ma il risultato è logica. Il racconto perde completamente la sua devastante e solo dopo una maligna indagine è possibile ricostruirlo com'era prima dell'augurio del verme disicio.

Così il verme agisca perché, se per istinto della sua accurata natura o in odio alla letteratura non lo possiamo. Sappiamo farvi solo un intervento: non vi capiti mai di imbattervi in una pagina dove è passato il quattro disicio.

   
   
ESERCIZIO 1 - IL VERME DISICIO: ricostruzione del testo
 
...be', l'esercizio 1 consiste solo nel ricostruire il testo così come era prima che passasse il verme disicio
   
   
ESERCIZIO 2 - IL MOSCERINO APOCOPIO: Nelle frasi che seguono è sempre presente una forma con apocope; scrivere se le forme con apocope sono giuste o sbagliate
  
Ho comprato un bel libro
Ho un brutto mal di denti
Loro fan troppo rumore
Lui è un gran uomo
Questa chiesa è dedicata a San Giorgio
Castel Sant'Angelo è a Roma
Il Castel Sforzesco è a Milano
Non è un lavoro ben fatto
Il grand esercito nemico avanzava
Il mio car padre vive lontano
Il signor Rossi è italiano
Questa trasmissione televisiva è nazional-popolare
Suor Maria vive in Toscana
Lei è una buon donna
Lui è un gran signore
Qual è la capitale della Francia?
Lui è diventato cardinal.
Il cardinal Ratzinger è piuttosto famoso
Il pover uomo è molto malato
Siam tutti felici e contenti.
Il dottor Bianchi non lavora qui
FRANCESCO DI GIORGIO MARTINI-BACCIO PONTELLI, Tarsie lignee con armadio di libri aperto, 1460 circa (Urbino, Palazzo Ducale, Studiolo del duca)
   
   
ESERCIZIO 3 - LA PULCE DEL CONGIUNTIVO: dove è passata la pulce del congiuntivo (ovvero: dove sarebbe stato molto meglio usare un congiuntivo?
 
Se ti dico queste cose è solo perché le penso; ma non vorrei che tu credevi che io ho dei pregiudizi contro di te

Sono convinto che lui parla così lentamente perché tutti possono capirlo anche se sono stranieri

Voglio dirti che ho criticato il tuo lavoro non perché sono pignolo ma perché , dato che ti conosco, so che puoi fare di meglio

L'ho incontrato dopo che aveva finito i suoi studi ma prima che cominciava a lavorare

Mi ha raccontato che cosa aveva fatto, ma perché si era comportato così non me l'ha detto.

Mi sento un po' in colpa per quello che è accaduto: magari esagero, ma forse con un po' più di attenzione potevo evitare che le cose andavano così

Anche se facevo di tutto per tranquillizzarlo, era nervoso come se aveva dovuto sostenere un esame

Anche se ero stato più ricco non avrei mai speso tutti quei soldi per comprare una casa come quella, ma forse dico questo solo perché tutti quei soldi io non ce li ho

   
   
ESERCIZIO 4 - IL FARFALO: trovare le parole rovinate dal farfalo (ovvero: le parole scritte con un errore nelle consonanti doppie)
 
Di tutti gli animali che vivono tra le pagine dei libri il verme disicio è sicuramente il più danoso. Nesuno dei suoi coleghi lo eguaglia. Nemeno la cimice maiofaga, che mangia le maiuscole o il farfalo, piccolo imenotero che mangia le dopie con preferenza per le "eme" e le "ene", ed è ghioto di parole quali "nonula" e "mamela".

Piutosto fastidiosa è la termite della puntegiatura, o termite di Dublino, che rosichiando punti e virgole provoca il famoso periodo torenziale, croce e delizia del tipografo e del critico.

Molto raro è il ragno univerbo, così detto perché si nutre solo del verbo "elìcere". Questo ragno si trova ormai solo in vechi testi di dirito, perché detto verbo è molto scaduto d'uso e i pochi esempi che ricompaiono sono decimati dal ragno.

Vorei citare ancora due biblioanimali molto comuni: la pulce del congiuntivo e il moscerino apocòpio. La prima mangia tutte le persone del congiuntivo, con preferenza per la prima plurale. Alcuni articoli di giornale che sembrano sgramaticati sono invece stati devastati dalla pulce del congiuntivo (almeno così dicono i giornalisti). L'apocòpio suchia la "e" finale dei verbi (amar, nuotar, passeggiar). Nell'Otocento ne esistevano milioni di esemplari, ora la specie è asai ridotta.

Ma come dicevamo all'inizio, di tutti i biblioanimali il verme disicio o verme baratatore è sicuramente il più dannoso. Egli colpisce per lo più verso la fine del racconto. Prende una parola e la trasporta al posto di un'altra, e mete quest'ultima al posto della appena. Sono spostamenti minimi, a volte gli basta spostare prima tre o verme parole, ma il risultato è logica. Il raconto perde completamente la sua devastante e solo dopo una maligna indagine è posibile ricostruirlo com'era prima dell'augurio del verme disicio.

Così il verme agisca perché, se per istinto della sua acurata natura o in odio alla leteratura non lo posiamo. Sapiamo farvi solo un intervento: non vi capiti mai di imbatervi in una pagina dove è pasato il quatro disicio.

   
   
ESERCIZIO 5 - LA TERMITE DELLA PUNTEGGIATURA: rimettere a posto punti e virgole mangiati dalla termite
 
Di tutti gli animali che vivono tra le pagine dei libri il verme disicio è sicuramente il più dannoso nessuno dei suoi colleghi lo eguaglia nemmeno la cimice maiofaga che mangia le maiuscole o il farfalo piccolo imenottero che mangia le doppie con preferenza per le "emme" e le "enne" ed è ghiotto di parole quali "nonnulla" e "mammella" piuttosto fastidiosa è la termite della punteggiatura o termite di Dublino che rosicchiando punti e virgole provoca il famoso periodo torrenziale croce e delizia del tipografo e del critico molto raro è il ragno univerbo così detto perché si nutre solo del verbo "elìcere" questo ragno si trova ormai solo in vecchi testi di diritto perché detto verbo è molto scaduto d'uso e i pochi esempi che ricompaiono sono decimati dal ragno vorrei citare ancora due biblioanimali molto comuni la pulce del congiuntivo e il moscerino apocòpio la prima mangia tutte le persone del congiuntivo con preferenza per la prima plurale alcuni articoli di giornale che sembrano sgrammaticati sono invece stati devastati dalla pulce del congiuntivo (almeno così dicono i giornalisti) l'apocòpio succhia la "e" finale dei verbi (amar, nuotar, passeggiar). Nell'Ottocento ne esistevano milioni di esemplari, ora la specie è assai ridotta ma come dicevamo all'inizio di tutti i biblioanimali il verme disicio o verme barattatore è sicuramente il più dannoso egli colpisce per lo più verso la fine del racconto prende una parola e la trasporta al posto di un'altra e mette quest'ultima al posto della appena sono spostamenti minimi a volte gli basta spostare prima tre o verme parole ma il risultato è logica il racconto perde completamente la sua devastante e solo dopo una maligna indagine è possibile ricostruirlo com'era prima dell'augurio del verme disicio così il verme agisca perché se per istinto della sua accurata natura o in odio alla letteratura non lo possiamo sappiamo farvi solo un intervento non vi capiti mai di imbattervi in una pagina dove è passato il quattro disicio.