Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma

 
 

Roberto Tartaglione

 
 

T'ODIO EMPIA VACCA

 
 
Gioco sui "contrari"
Illustrazione a cura di Giulia Grassi
 
 

Livello intermedio 2


  
L'idea viene da un libretto di Giampaolo Dossena (T'odio empia vacca, dileggio e descolarizzazione, Rizzoli 1994) in cui sono raccolte 14 poesie ben note a tutti gli italiani per "costrizione scolastica". Di queste poesie è poi proposta con testo a fronte una versione al contrario. Succede così che La nebbia agli irti colli piovigginando sale (Carducci) diventa L'eccellente visibilità alle ravviate pianure perdurando il clima secco, cala.

Il celebre Albero a cui tendevi la pargoletta mano (Carducci) sarà L'erba onde ritraevi il tuo grosso piedone. Il dannunziano Settembre andiamo. È tempo di migrare diventa invece Marzo venite. C'è spazio per restare. E poi ancora Leopardi con Sempre caro mi fu quest'ermo colle (Mai odioso sarà quell'imo piano) e sempre Leopardi con La donzelletta vien dalla campagna (La modellista è in metropolitana). E così via.

Tentare esercizi del genere con studenti stranieri è tanto più difficile quanto più il nostro linguaggio poetico si discosta dal parlato. E quindi molto. Perciò, assi più modestamente, a Scuola d'Italiano abbiamo provato a fare lo stesso gioco con qualche testo di canzone: il risultato non è di alto livello letterario, come in alcuni dei brani "trattati" da Dossena, ma ci pare comunque abbastanza spassoso. Ecco per esempio cosa è successo della celebre canzone di Adriano Celentano Il ragazzo della via Gluck, rimaneggiata da alcuni studenti (con il supporto, beninteso, dell'insegnante).

Adriano Celentano
 
  
IL RAGAZZO   IL VECCHIETTO
DELLA VIA GLUCK   DI PIAZZA KCULG
     
  Questa è la storia di uno di noi   Quella è la foto di uno di voi
  anche lui nato per caso in via Gluck   solo lui morto per ovvi motivi a piazza Kculg
  in una casa fuori città   in un hotel nel centro storico
  gente tranquilla che lavorava.   gente nervosa che delinqueva.
  Là dove c'era l'erba   Là dove c'era asfalto
  ora c'è una città   ora c'è un parco naturale
  e quella casa in mezzo al verde   e quell'hotel in mezzo al bitume
  ormai dove sarà.   ormai dove sarà.
  Questo ragazzo della via Gluck   Quel vecchietto di piazza Kculg
  si divertiva a giocare con me   si annoiava a lavorare con me
  ma un giorno disse "vado in città"   e una notte disse "vado in campagna"
  e lo diceva mentre piangeva   e lo diceva mentre rideva.
  Io gli domando:   Io gli rispondo:
  "Amico, non sei contento?   Idiota, non sei depresso?
  Vai finalmente a stare in città!   Vai all'improvviso a stare in campagna!
  Là troverai le cose che non hai   Là perderai che cose che tu hai
  avuto qui,   avuto qui,
  potrai lavarti in casa senza andar   potrai sporcarti in cortile senza andar
  giù nel cortile!"   su in terrazza!"
  "Mio caro amico - disse -   "Mio odioso nemico - disse -
  qui sono nato   qui sono morto
  e in questa casa   e in quest'albergo
  ora lascio il mio cuore.   più tardi lascio il mio fegato.
  Ma come fai a non capire,   Vedo che adesso hai capito bene
  è una fortuna per voi che restate   è una iella per voi che andate
  a piedi nudi   con le scarpe lucide
  a giocare nei prati   a rapinare le banche
  mentre là in centro   mentre là fuori
  io respiro il cemento   io disintossico i polmoni.
  Ma verrà il giorno   Non venga mai la notte
  che ritornerò ancora qui   che andrò via di lì
  e sentirò   non voglio sentire
  l'amico treno che   l'odiosa sirena che
  fischia così: ua ua.   urla così: ue ue.
  Passano gli anni   Passano le ore
  ma otto son lunghi   ma quattro son poche
  però quel ragazzo   e questo vecchietto
  ne ha fatta di strada   non combina niente.
  Ma non si scorda   E non ricorda
  la sua prima casa   il suo ultimo albergo
  ora coi soldi   ora senza una lira
  lui può ricomprarla   non può più alloggiarci.
  Torna e non trova   Torna e ritrova
  gli amici che aveva   i nemici che aveva
  solo case su case   e inoltre prati su prati
  catrame e cemento   giardini e orticelli
     
  Eh, non so non so   Eh, lo so lo so
  perché continuano a costruire le case   perché continuano a costruire i parchi
  e non lasciano l'erba   e non lasciano le case
  Eh no,   Eh no
  se andiamo avanti così   se le cose stanno così
  chissà   lo sanno tutti
  come finirà   cosa succederà