Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma

 
 

Roberto Tartaglione

 

UN'ALTRA STORIA

(SECONDA PARTE)

 
 
Continuazione dell'articolo di Stefano Benni pubblicato su "La Repubblica " del 31.12.2000
 
 

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Da «Storia d’Italia» di Gasparri, Previti e Storace.
Testo per le scuole medie dell’anno 2010
Seconda parte

La dittatura comunista regnò per molti anni, con la collaborazione dei cattolici rossi, dei massoni e della lobby omosessuale. Uomini come Fanfani, Rumor, Scelba, e Taviani, tutti di stretta osservanza marxista, detennero a lungo il potere, e nelle scuole la propaganda stalinista cancellò ogni traccia di verità storica.

Lo scoppio di una caldaia alla stazione di Bologna, sostenuto a lungo dal solo perseguitato Bruno Vespa, fu contrabbandato per strage, e così pure venne deviata la verità su Ustica (l’aereo scontratosi contro un sottomarino russo impazzito) e sul guasto meccanico dell’Italicus. Si giunse persino a dire che Hitler era dotato di un membro sotto la media, mentre invece… (vedi illustrazione pagina 145 in alto).
Ma ecco irrompere sulla scena mondiale un giovane eroico lombardo, Silvio Berlusconi (vedi illustrazione pagina 145 in basso). Egli cantava in un pianobar e non pensava alla politica, quando un giorno vide apparire, su un prato alla periferia di Milano, un angelo con la spada fiammeggiante che gli disse: «O unto da Dio, tu sei il prescelto: libererai l’Italia dai comunisti e diventerai ricco e famoso. Eccoti i fondi per fare tre televisioni».
E di colpo Berlusconi si ritrovò pieno di monete d’oro. I magistrati persecutori gli chiesero a lungo come avesse fatto quei soldi così in fretta, ma dovettero arrendersi di fronte al miracolo.
Nella cantina della sua modesta abitazione di Arcore, Silvio preparò la riscossa insieme a patrioti come Dell’Utri, Previti, Confalonieri e Pilo. Con pochi mezzi e coi i media tutti in mano al nemico bolscevico, riuscì a vincere le elezioni, ma il tradimento di un altro lombardo, Bozzi, lo privò del giusto diritto a governare.
La dittatura rossa tornò a opprimere l’Italia. I comunisti tolsero a Berlusconi ogni avere, tutte le televisioni e lo incarcerarono per lunghi anni. Silvio Berlusconi fu rinchiuso insieme a Silvio Pellico allo Spielberg, un castello appartenuto al produttore americano. Ma un giorno l’angelo fiammeggiante riapparve e liberò Berlusconi, che rivinse le elezioni a capo di un triumvirato.
Questa volta non commise gli errori precedenti. Liquidò con un congruo assegno gli altri triumviri Bozzi e Fidi e divenne imperatore d’Italia col nome di Silviodoro primo. Sotto di lui la Fininvest e il paese godettero di un periodo di prosperità senza pari. Fu iniziato il ponte di Messina, per congiungere Messina a Reggio Emilia. Fu genialmente creato un milione di posti di lavoro licenziando un milione di vecchi lavoratori. La battaglia tra magistratura e mafia fu finalmente vinta, sconfiggendo la magistratura.
Oggi nel 2010, il nostro paese è invidiato e temuto, anche se è tuttora accerchiato dai centri sociali, dall’Europa bolscevica e dai molli americani del primo presidente ex-nero Michael Jackson. Ma l’imperatore Silviodoro si prepara a fare dell’Italia la più grande potenza del mondo libero. Le nostre truppe e le nostre parabole televisive hanno già conquistato la Svizzera, e dall’Austria del nostro alleato Kaiser Haider accerchiano Praga e puntano verso la Polonia. E stavolta, non falliremo.