POSTER di Claudio Baglioni
(una perfetta descrizione di una fermata metro a Roma. E un testo
adatto a studenti di livello elementare)
Seduto con le mani in mano sopra una
panchina fredda del metro
sei lì che aspetti quello delle 7.30 chiuso dentro il tuo paltò
(paletot),
un tizio legge attento le istruzioni sul distributore del caffè
e un bambino che si tuffa dentro a un bignè.
E l'orologio contro il muro segna l'una e dieci da due anni in qua,
il nome di questa stazione è mezzo cancellato dall'umidità:
un poster che qualcuno ha già scarabocchiato dice "Vieni in Tunisia"
c'è un mare di velluto ed una palma e tu che sogni di fuggire via...
di andare lontano lontano andare lontano lontano...
E da una radiolina accesa arrivano le note di un'orchestra jazz,
un vecchio con gli occhiali spessi un dito cerca la risoluzione a un
quiz
due donne stan parlando con le braccia piene di sacchetti dell'Upim
e un giornale è aperto sulla pagina dei film.
E sui binari quanta vita che è passata e quanta che ne passerà
e due ragazzi stretti stretti che si fan promesse per l'eternità,
un uomo si lamenta ad alta voce del governo e della polizia
e tu che intanto sogni ancora sogni sempre sogni di fuggire via...
di andare lontano lontano andare lontano lontano...
Sei li che aspetti quello delle 7,30 chiuso dentro il tuo paltò
seduto sopra una panchina fredda del metro
SÌ VIAGGIARE di Lucio Battisti
(in viaggio con l'amico che capisce tutto di motori)
Quel gran genio del mio amico, lui saprebbe cosa fare,
lui saprebbe come aggiustare, con un cacciavite in mano fa miracoli.
Ti regolerebbe il minimo, alzandolo un po'
e non picchieresti in testa così forte no
e potresti ripartire, certamente non volare, ma viaggiare.
Sì viaggiare, evitando le buche più dure,
senza per questo cadere nelle tue paure
gentilmente senza fumo con amore
dolcemente viaggiare, rallentare per poi accelerare
con un ritmo fluente di vita nel cuore
gentilmente senza strappi al motore.
E tornare a viaggiare, e di notte con i fari illuminare
chiaramente la strada per saper dove andare .
Con coraggio gentilmente, gentilmente
dolcemente viaggiare.
Quel gran genio del mio amico, con le mani sporche d'olio
capirebbe molto meglio; meglio certo di buttare, riparare.
Pulirebbe forse il filtro, soffiandoci un po'
scinderesti poi la gente, quella chiara dalla no,
e potresti ripartire, certamente non volare ma viaggiare.