dal Recital
"Anche per oggi non si vola" di Gaber-Luporini (1974)
Un incontro civile, tra gente educata,
che si alza in piedi, che si saluta.
un incontro un po' anonimo, reso pių umano
da una cordiale stretta di mano.
Una mano appuntita, una mano un po' tozza,
una mano indifesa che fa tenerezza,
una stretta di mano virile e fascista,
che vuol dire "non sono un pederasta".
Una mano un po' timida, poco convinta,
tu parti deciso e lei ti fa la finta,
una mano furbetta da pubblicitario,
una mano pulita da commissario.
Una mano a spatola che scatta nervosa,
un'altra suadente, un po' troppo affettuosa,
una mano imprecisa, una squallida mano,
da socialdemocratico, da repubblicano.
Una mano da artista, tortuosa ed impotente,
una mano da orso, pelosa ed ignorante,
una mano commossa da chi ha tanti guai,
una mano da piovra che non ti lascia mai,
un carosello inutile, grottesco e giocondo,
in questa palla gigante, che poi č il mondo!
Un mondo di assurdi esseri umani,
un gioco abilissimo di intrecci di mani,
ci comunichiamo cosė spudorati,
quando ci siamo affezionati.
Mani educate di anziani signori,
mani abilissime di gente d'affari,
mani che ti lisciano con troppa simpatia,
con un tocco morboso che sa di sacrestia,
un festival viscido e nauseabondo,
in questa grande famiglia che poi č il mondo!
Mani di amici, di dottori, di insegnanti,
mani di attori, di divi, di cantanti,
mani di ministri che chiedono la fiducia,
mani sottili manovrate con ferocia.
Mani bianchissime, schifose da toccare,
mani inanellate, di papi da baciare,
mani scivolose di esseri umani,
mani dappertutto, tantissime mani,
le guardo, mi sommergo, annego e sprofondo,
in questo lago di merda, che poi č il mondo! |