dal Recital
"Libertà obbligatoria" di Gaber-Luporini (1976)
Mio nonno è sempre
mio nonno,
è sempre Ambrogio in ogni momento,
voglio dire che non c'ha problemi di comportamento.
Mio nonno assomiglia ad Ambrogio,
l'interezza non è il mio forte,
per essere a mio agio
ho bisogno di una parte.
Per esempio quando
sto in campagna
ed accendo il fuoco nel camino,
lentamente raccolgo la legna
e mi muovo come un contadino.
Quando in treno incontro una donna
io mi invento serio e riservato,
faccio quello che parla poco
ma c'ha dietro tutto un passato.
E se mi viene bene,
se la parte mi funziona
allora mi sembra di essere una persona.
Qualche volta metto
il mio giaccone
grigio-verde tipo guerrigliero
me lo metto e ci aggiusto il mio corpo
e già che ci sono anche il mio pensiero.
Quando invece sto leggendo Hegel,
mi concentro sono tutto preso,
non da Hegel, naturalmente,
ma dal mio fascino di studioso.
E se mi viene bene,
se la parte mi funziona
allora mi sembra di essere una persona.
Mio nonno si è
scelto una parte
e non cambia in ogni momento,
voglio dire che c'ha un solo comportamento.
Io invece ho sempre bisogno
di una nuova definizione
e gli altri fanno lo stesso,
è una tacita convenzione!
Ma da oggi ho
voglia di gridare
che non sono stato mai me stesso!
E dichiaro senza pudore
che io recito come un fesso!
E se mi viene bene,
se la parte mi funziona
allora mi sembra di essere una persona.
Se un giorno noi
cercassimo chi siamo veramente
ho il sospetto che non troveremmo niente... |