LA COSTRUZIONE
CAUSATIVA:
FAR FARE |
L'italiano è pieno,
anzi pienissimo!, di "costruzioni causative", cioè di frasi in cui si usa
il verbo fare + un infinito.
Il Faraone fa lavorare i
suoi schiavi
Il padre fa usare la macchina al figlio
Quando arrivi fammi avere notizie
Quel film mi ha fatto ridere un sacco
A che ora fanno partire la prima metropolitana?
Mi sono fatto imbrogliare
Queste e tantissime altre frasi
di questo tipo sono davvero molto frequenti nella nostra lingua.
Non sono semplicissime per uno
straniero perché in realtà sono un po' differenti fra loro e possono
seguire regole diverse. Intanto vediamo di chiarire il più possibile il
loro esatto significato.
La frase causativa ha due
protagonisti: uno che "provoca" l'azione e l'altro che "fa"
l'azione.
Un "INIZIATORE" e un "ESECUTORE".
In pratica, nella frase Marco fa lavorare Antonio,
Marco è l'iniziatore e Antonio è l'esecutore.
Fino a qui tutto facile e chiaro, no?
Ma, dicevamo, i significati
di quelle frasi hanno sfumature anche molto diverse. Insomma, non sempre c'è l'idea
di un comando, di un "dittatore" che ordina e di uno "schiavo" che
esegue! Anzi, spesso il senso di queste frasi è completamente differente.
Illustriamo quindi i vari casi.
CASO 1 -
LA FRASE VERAMENTE CAUSATIVA
L'INIZIATORE ORDINA E
L'ESECUTORE ESEGUE
Si tratta del caso più facile:
- Il Faraone fa lavorare i
suoi schiavi
- Il Governo fa chiudere i bar a mezzanotte
- La moglie gelosa non fa uscire il marito di casa
In tutti questi casi l'iniziatore
è qualcuno che comanda e l'esecutore è chi fa l'azione.
CASO 2 -
LA FRASE È CAUSATIVA ANCHE SE NON C'È UN ORDINE
ESPRIME
SOLO UN PERMESSO, UNA CONCESSIONE, PERFINO "UN FAVORE"
Anche in queste frasi il senso
si capisce facilmente:
- Il padre fa usare la
macchina al figlio
- Ti faccio riposare volentieri
- Se non sa dove dormire lo faccio stare a casa mia
In tutti questi casi l'iniziatore
è una persona "buona", che permette che l'esecutore
abbia un
qualcosa di positivo.
ATTENZIONE
In questo tipo
di frasi in alcune lingue (e in parte anche in italiano)
si può usare il verbo lasciare invece che il verbo
fare.
Ma in italiano esiste una differenza fra i due verbi.
Quando diciamo LASCIARE si sente un po' più forte il
peso di una concessione, di un favore. Se dico che
ti lascio dormire a casa mia è come dire "va bene, visto
che non c'è altra possibilità puoi stare da me, guarda
come sono buono: (magari non ne ho voglia ma) te lo
permetto".
Quando invece dico che ti faccio dormire a casa mia
intendo dire che ho una soluzione, che non c'è problema,
che è ovviamente la cosa migliore da fare.
- Il padre fa
usare la macchina al figlio
- Ti faccio riposare volentieri
- Ti faccio dormire a casa mia
|
Il padre lascia
usare la macchina al figlio
Ti lascio riposare volentieri
Ti lascio dormire a casa mia
|
|
CASO 3 - LA
FALSA CAUSATIVA
L'INIZIATORE NON ORDINA NIENTE MA SEMPLICEMENTE FA
IN MODO
CHE L'ESECUTORE OTTENGA QUALCOSA, CONSEGUA UN CERTO
OBIETTIVO,
RAGGIUNGA UN DETERMINATO SCOPO
- Quando parti mi fai avere tue
notizie? (fai in modo che io abbia tue notizie?)
- Se vieni a trovarmi ti faccio trovare una torta al cioccolato
(faccio in modo che tu trovi una torta)
- Sono contento che tu mi abbia fatto conoscere tuo fratello (che tu
abbia fatto in modo che io conoscessi tuo fratello)
Questo tipo di frase spesso ha
come iniziatore non un qualcuno ma un qualcosa:
- Quel film mi ha fatto
morire dal ridere
- Questa storia ci ha fatto pensare che forse abbiamo sbagliato
- L'alcool fa addormentare
In realtà in questi casi la
costruzione fare+infinito crea spesso dei verbi che in qualche modo mancano
in italiano: far avere, far capire, far credere, far fare, far
sapere, far vedere, sono tutti verbi che potremmo considerare
fraseologici, verbi con un loro significato indipendente e ormai
consolidato:
- Lui mi ha fatto avere un buon posto di lavoro nello studio di suo
padre
- Fammi capire: che intendi con questo discorso?
- Mi ha fatto credere di essere single, invece era sposato!
- Ma chi me lo fa fare?
- Fatemi sapere se parteciperete alla festa!
- Mio figlio mi ha fatto vedere un bellissimo film
CASO 4 - L'INIZIATORE SUBISCE (SUO
MALGRADO!) UNA AZIONE FATTA DALL'ESECUTORE
MA IN QUALCHE MODO
LA RESPONSABILITÀ VA ATTRIBUITA ALL'INIZIATORE STESSO
Si tratta di
espressioni tipiche specialmente del parlato:
- Ho pagato un
caffè 10 euro! Che stupido, mi sono fatto fregare da un barista
ladro
- Non me lo perdonerò mai: mi sono fatto bocciare (da un professore)
proprio all'ultimo esame!
- Mi sono fatto impressionare dal suo tono arrogante e ho cominciato
a balbettare...
ATTENZIONE
In queste
frasi l'iniziatore è quasi sempre "arrabbiato con sé
stesso" perché in qualche modo ha commesso un'ingenuità
che è stata sfruttata dall'esecutore per provocargli dei
guai. Il verbo "fare" di solito è in forma riflessiva.
NOTA BENE: in questo tipo di frasi l'esecutore è
preceduto dalla preposizione DA proprio come un
complemento di agente nella forma passiva |
Fra i mille motivi che
provocano problemi agli stranieri quando devono usare una
costruzione con il far fare, quello che riguarda l'uso dei pronomi è
forse il più rilevante.
In sintesi possiamo elencare questi casi. Dalla nostra lista
escludiamo la situazione in cui la frase abbia solo un iniziatore e non un
esecutore (quel film fa ridere, certe cose fanno
pensare, questa frase fa discutere). In questi casi
infatti non ci sono pronomi e anzi bisogna ricordare che perfino i
verbi riflessivi qui perdono il pronome (certi
discorsi fanno arrabbiare , NON *arrabbiarsi)
FRASE CON FAR FARE CON
INIZIATORE
ED
ESECUTORE
Se invece oltre
all'iniziatore c'è anche un esecutore (il film fa ridere
i bambini), quell'esecutore
può essere un sostantivo (i bambini) o anche un
PRONOME DIRETTO (li).
Esempi:
Il film fa
ridere i bambini |
Il film
LI fa ridere |
Il dottore
fa aspettare le persone
|
Il dottore
LE fa aspettare |
Il bambino
fa impazzire la
mamma |
Il bambino
LA fa impazzire |
La paura
fa tremare quell'uomo |
La paura
LO fa tremare |
Io faccio
piangere te |
Io
TI
faccio piangere |
FRASE CON
FAR FARE CON
INIZIATORE
+ OGGETTO
+ ESECUTORE
Se nella frase con il
far fare oltre all'iniziatore e all'esecutore c'è anche un
verbo con oggetto (io faccio
studiare la matematica ai
bambini) allora l'esecutore viene preceduto dalla preposizione
A.
In questo caso, se vogliamo usare dei pronomi, l'esecutore sarà
trasformato in pronome INDIRETTO,
mentre l'oggetto sarà un pronome DIRETTO.
Con degli esempi:
Lei ha
fatto leggere un libro
a Marco |
Lei
LO ha fatto leggere
a Marco
Lei GLI ha fatto
leggere un libro
Lei GLIELO
ha fatto leggere |
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La mamma
fa lavare i denti
alla figlia |
La mamma
LI fa lavare
alla
figlia
La mamma LE fa
lavare i denti
La mamma GLIELI
fa lavare |
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|
Io faccio
studiare la matematica
ai bambini |
Io
LA faccio studiare
ai bambini
Io GLI faccio
studiare la matematica
Io GLIELA
faccio studiare |
|
|
(anche
se prima non gli piaceva)
Io ho fatto piacere quel libro
a Paolo |
Io
L'ho fatto piacere
a Paolo
Io GLI ho fatto
piacere quel libro
Io GLIEL'ho
fatto piacere |
FRASE CON FAR FARE CON
INIZIATORE
+ DATIVO
(COMPLEMENTO INTRODOTTO DA "A")
+ ESECUTORE
Oltre al solito
iniziatore e al solito esecutore, nelle frasi con il far fare è
possibile che ci sia un verbo che regge un dativo (tipo scrivere
a qualcuno, telefonare
a qualcuno). In questo caso l'esecutore
sarà preceduto da preposizione DA (io faccio scrivere
a Maria DA mio fratello;
io faccio telefonare al dottore
DALLA mia segretaria). Il dativo (il complemento retto da "A") potrà essere sostituito
regolarmente da un pronome INDIRETTO. L'esecutore, introdotto
dalla preposizione DA, di solito non viene sostituito da pronome,
anche se, specialmente nel parlato, è possibile trovare forme col
pronome DIRETTO.
Esempio
Io faccio
scrivere a Antonio
da Maria |
Io
GLI faccio scrivere
da Maria |
Io faccio
scrivere a Maria
da Antonio |
Io
LE
faccio scrivere da
Antonio |
Io faccio
telefonare ai miei genitori
da mia sorella
|
Io
GLI faccio telefonare
da mia sorella |
Allo stesso modo se
oltre al dativo c'è anche un
oggetto (io ho fatto scrivere
una lettera ai
genitori da mia sorella) i
pronomi riguardano di solito il dativo
e l'accusativo,
Io faccio
scrivere una lettera a Antonio
da Maria |
Io
GLI faccio scrivere una
lettera
da Maria |
Io faccio
scrivere una lettera a Maria
da Antonio |
Io
LA
faccio scrivere a Maria da
Antonio |
Io faccio
scrivere una lettera ai miei genitori
da mia sorella
|
Io
GLIELA
faccio scrivere
da mia sorella |
ATTENZIONE!
L'ESECUTORE introdotto da preposizione DA può essere sostituito
da pronome INDIRETTO solo se non c'è possibilità di confusione
(quando cioè è chiaro che il pronome indiretto si riferisce
all'esecutore e non al dativo).
In pratica possono funzionare espressioni come:
Io faccio
scrivere una lettera a Antonio
da Maria |
Io
LE faccio scrivere
una lettera
a Antonio |
Io faccio
scrivere una lettera a Maria
da Antonio |
Io
GLI
faccio scrivere una
lettera a Maria |
Non funzionano invece
espressioni dove esecutore e dativo sono dello stesso genere
(due maschili o due femminili) perché il pronome indiretto potrebbe
riferirsi all'esecutore, ma anche essere un "rafforzativo" del
dativo.
Meglio evitare quindi:
Io faccio
scrivere una lettera a
Sofia
da Maria |
* Io
LE faccio scrivere
una lettera
a Sofia |
Io faccio
scrivere una lettera a Marco
da Antonio |
* Io
GLI
faccio scrivere una
lettera a Marco |
Soprattutto nel caso di
pronome combinato
il senso della frase potrebbe infatti diventare fortemente ambiguo.
Il GLI del pronome combinato potrebbe essere
indicazione dell'esecutore (da Maria, da Antonio)
ma anche un rafforzativo del dativo (a Maria, a Antonio).
Quindi ASSOLUTAMENTE DA EVITARE sono espressioni come:
Io faccio
scrivere una lettera a Antonio
da Maria |
* Io
GLIELA faccio scrivere
a Antonio |
Io faccio
scrivere una lettera a Maria
da Antonio |
* Io
GLIELA
faccio scrivere
a Maria |
LA COSTRUZIONE FAR FARE CON I VERBI RIFLESSIVI
In una frase
causativa, cioè in una frase costruita con "far fare"
c'è un iniziatore (che fa fare qualcosa a qualcuno) e un
esecutore (che fa la cosa). Proprio per questo l'uso di
un verbo riflessivo riferito all'esecutore è
impossibile.
Nella frase causale spariscono quindi i pronomi
riflessivi.
Non esistono forme
come *io faccio arrabbiarsi, io
faccio pettinarti, lui fa ricordarci ecc.
I pronomi sono sempre collegati al verbo FARE e sono per
lo più i diretti:
Tu mi
fai arrabbiare
Io ti faccio
arrabbiare
Io lo/la faccio
arrabbiare
Tu ci fai arrabbiare
Lui vi fa arrabbiare
Io li/le faccio
arrabbiare
Non farmi
arrabbiare!/non mi
fare arrabbiare! Al massimo potrà essere
riflessivo il verbo FARE nelle
causative che abbiamo definito del"quarto
tipo":
Io non mi
faccio imbrogliare
Tu non ti fai
imbrogliare
Lui non si fa
imbrogliare
Noi non ci facciamo
imbrogliare
Voi non vi fate
imbrogliare
Loro non si fanno
imbrogliare
Non farti
imbrogliare!/Non ti
fare imbrogiare!
|
NOTA: COME MAI LE
FRASI CON "FAR FARE" CI PIACCIONO TANTO |
Questo è un discorso che potrebbe diventar lungo e che magari
rimandiamo a un altro Matdid.
Qui basterà dire che le frasi costruite con il far fare hanno una
frequenza d'uso alta e "piacciono" agli italiani perché risolvono in
modo (per noi) semplice diversi problemi linguistici. Aiutano a
"spersonalizzare le azioni" (non sono io che piango per una storia
ma è una storia che mi fa piangere); evitano consecutive complesse
(non dico io faccio in modo che lui rida ma dico io lo faccio
ridere); sono tipiche di decine e decine di "frasi fatte" o comunque
ad altissima frequenza:
Non farmi perdere tempo!
Ti faccio vedere io!
Fammi entrare per favore
Fammi capire
Mi hai fatto mettere paura
Fai guidare me?
L'ho fatto dormire a casa mia
Mi fai fare una telefonata?
Ti faccio aspettare qualche minuto
Ma chi me l'ha fatto fare?
La tua battuta fa ridere i polli
Una cosa che fa drizzare i capelli
Una medicina che fa dimagrire
Parla in modo noioso: fa dormire
Non mi farai cambiare idea!
Quell'idea lo ha fatto diventare ricco
ecc. ecc.
... ma
questo è un argomento per un
prossimo Matdid con esercizi! |