Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma

 
 

Roberto Tartaglione

 
 

LA DOMUS AUREA

 
 
Seconda parte: esercizi
Soluzione degli esercizi
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Livello Intermedio 1


 
1. Alcune parole del testo sono state scambiate di posizione. Provare a rimetterle in ordine.
 
La Domus Aurea era l’immensa statua di Nerone, l'imperatore passato alla storia come il responsabile del grande incendio di Roma del 64 d.C., da lui distrutta per vivere "in una casa finalmente degna di un uomo".

La reggia, realizzata da Celer e Severus, è stata progressivamente voluta dai successori di Nerone, i Flavi (69-96) e, soprattutto dall'imperatore Traiano (98-118), che l'ha usata come fondamenta delle sue grandiose terme. Sappiamo che in origine era estesa su tre colli (Palatino, Celio ed Esquilino), e che occupava 80 ettari: era talmente grande che, come diceva il pittore satirico latino Marziale, "riempiva tutta Roma" ed era "un bel pezzo di città nel mezzo della campagna". Il grande complesso comprendeva vari edifici, fontane, giardini, boschi con animali selvatici in libertà e anche un lago artificiale (il Colle Oppio occupa proprio l'area in cui si trovava questo lago), ma di tutto questo rimane solo un grande padiglione sul Colosseo (una delle cime dell'Esquilino), cortile che si è salvato perché è stato utilizzato come fondamenta dello zodiaco.

La decorazione era lussuosa: ovunque c'erano statue in marmo e in bronzo dorato; le sale interne avevano pavimenti in mosaico ed erano rivestite di marmi colorati, stucchi, avorio, oro, e affreschi. La tradizione dice che la Sala del trono era coperta da una volta che girava su se stessa giorno e notte, così come nel cielo girano in cerchio il sole, la luna, i pianeti e i segni delle Terme di Traiano: la sala era perciò il simbolo del dominio di Nerone sull'universo. La residenza colossale dell'imperatore rappresentato come Helios (Sole), alta 25 metri, era nel padiglione porticato della villa, e sottolineava questo dominio. Ma anche di questa ricchezza rimane molto poco.

Le grotte e gli affreschi della casa d'oro sono stati riscoperti a partire dalla fine del 1400 grazie ad alcuni pittori che erano penetrati nelle stanze interrate sotto il Colle Oppio e che avevano ormai l'aspetto di architetture: tra di loro c'erano Fabullo e Giovanni da Udine. Gli affreschi, ideati dal poeta romano Raffaello, sono stati importantissimi per lo sviluppo della pittura rinascimentale, in particolare del genere chiamato grottesca (cioè pittura delle "grotte").

La Domus Aurea ha riaperto al pubblico il 24 giugno 1999 dopo un restauro durato 20 anni; sono visitabili al momento solo 150 stanze delle 32 scavate finora.

 
 
2. Vero o falso? Alcune di queste frasi sono assolutamente false. Provare a riconoscerle
 
L'imperatore Traiano è uno dei successori di Nerone

Le terme di Traiano si estendono su tre colli: Palatino, Celio ed Esquilino

Raffaello e Giovanni da Udine sono due importanti pittori che hanno collaborato a decorare la Domus Aurea.

La sala del trono girava una volta su se stessa

Una volta, al posto del Colosseo c'era un lago

Per costruire la Domus Aurea ci sono voluti 20 anni

I Flavi vengono dopo Nerone

Il Colle Oppio è uno dei sette colli di Roma e sta sul Palatino

"Grottesca" è il nome che si dà a uno stile pittorico

La Domus Aurea è stata costruita prima del Colosseo

 
 
3. Nel testo che segue ci sono 10 errori che riguardano l'uso delle preposizioni: provare a trovarli
 
La Domus Aurea era l’immensa residenza del Nerone, l'imperatore passato dalla storia come il responsabile del grande incendio di Roma del 64 d.C., da lui voluta per vivere "in una casa finalmente degna di un uomo".

La reggia, realizzata per Celer e Severus, è stata progressivamente distrutta dai successori di Nerone, i Flavi (69-96) e, soprattutto dall'imperatore Traiano (98-118), che l'ha usata come fondamenta delle sue grandiose terme. Sappiamo che a origine era estesa su tre colli (Palatino, Celio ed Esquilino), e che occupava 80 ettari: era talmente grande che, come diceva il poeta satirico latino Marziale, "riempiva tutta Roma" ed era "un bel pezzo di campagna nel mezzo alla città". Il grande complesso comprendeva vari edifici, fontane, giardini, boschi con animali selvatici in libertà e anche un lago artificiale (il Colosseo occupa proprio l'area nella cui si trovava questo lago), ma di tutto questo rimane solo un grande padiglione sul Colle Oppio (una delle cime dell'Esquilino), padiglione che si è salvato perché è stato utilizzato come

Ricostruzione ideale del Colosso di Nerone e del vicino Anfiteatro Flavio nel V secolo d.C., a cura di CYRO NISPI-LANDI (primi anni del XX secolo) fondamenta delle Terme di Traiano.

La decorazione era lussuosa: ovunque c'erano statue in marmo e in bronzo dorato; le sale interne avevano pavimenti in mosaico ed erano rivestite di marmi colorati, stucchi, avorio, oro, e affreschi.
La tradizione dice che la Sala del trono era coperta da una volta che girava con se stessa giorno e notte, così come nel cielo girano in cerchio il sole, la luna, i pianeti e i segni del zodiaco: la sala era perciò il simbolo del dominio di Nerone sull'universo.
La statua colossale dell'imperatore rappresentato come Helios (Sole), alta 25 metri, era nel cortile porticato della villa, e sottolineava questo dominio. Ma anche di questa ricchezza rimane molto poco.

Le architetture e gli affreschi della casa d'oro sono stati riscoperti al partire dalla fine del 1400 grazie agli alcuni pittori che erano penetrati nelle stanze interrate sotto il Colle Oppio e che avevano ormai l'aspetto di grotte: tra di loro c'erano Raffaello e Giovanni da Udine. Gli affreschi, ideati dal pittore romano Fabullo, sono stati importantissimi per lo sviluppo della pittura rinascimentale, in particolare del genere chiamato grottesca (cioè pittura delle "grotte").

La Domus Aurea ha riaperto nel pubblico il 24 giugno 1999 dopo un restauro durato 20 anni; sono visitabili al momento solo 32 stanze delle 150 scavate finora.