Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma

 
 

Giulia Grassi

 IL VIZIO 
FIORENTINO

 
 

Brevi note su un grande, ma poco conosciuto, artista omosessuale del Rinascimento, il Sodoma

 

   

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L'omosessualità era molto diffusa tra gli artisti italiani, in particolare toscani, durante il Rinascimento: non a caso i forestieri lo chiamavano "il vizio fiorentino". La lista non è breve: da Donatello a Botticelli, da Leonardo a Michelangelo, vale a dire alcuni degli artisti più famosi del periodo.
  
Meno conosciuto
è, invece, Giovanni Antonio Bazzi (1477-1549), di Vercelli, soprannominato "il Sodoma". Molti storici dell'arte, ancora in anni recenti, mettono in dubbio la sua omosessualità, e spiegano il suo soprannome in molti, fantasiosi, modi. 
Ma noi ci fidiamo di quel pettegolo di Giorgio Vasari che, nelle sue "Vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti" scrive: "
Era oltre ciò uomo allegro, licenzioso, e [...] però che [dato che] aveva sempre attorno fanciulli e giovani sbarbati, i quali amava fuor di modo, si acquistò il sopranome di Soddoma, del quale, non che si prendesse noia o sdegno, se ne gloriava, facendo sopra esso stanze e capitoli [composizioni poetiche] e cantandogli in sul liuto assai commodamente" (1550, 1a edizione).
 
Il primo pittore che lo ha ispirato è stato Leonardo, con i suoi colori morbidi e sfumati. Poi Sodoma è venuto a Roma e qui la sua pittura è diventata più monumentale, per l'influsso di Raffaello ma anche delle statue antiche. 
Ha fatto parte della "Scuola di Raffaello" ed ha lavorato nelle Stanze Vaticane e nella Villa Chigi. Nell'affresco con La Scuola di Atene, nella "Stanza della Segnatura" al Vaticano (1509-1511), c'è il suo ritratto: è rappresentato proprio vicino a Raffaello (a destra nell'immagine).
 
A Villa Chigi, a Roma, è conservato il suo capolavoro: un affresco con le Nozze di Alessandro e Rossane
(1516-17).
Nell'affresco la principessa Rossane, seduta sul letto nuziale, viene spogliata da alcuni amorini. Verso di lei viene spinto Alessandro Magno, rappresentato senza armi: con lo scudo, la spada e l'elmo, infatti, giocano altri amorini.
A destra ci sono un bellissimo giovane seminudo (Imeneo, protettore delle nozze) e, accanto, un altro giovane, Efestione (l'amico d'infanzia, e amante, di Alessandro).
L'affresco è molto bello, ed è anche pieno di ironia e di invenzioni fantasiose: gli amorini che giocano con la tenda verde sopra il letto sono veramente deliziosi.
 

 
L'affresco vuole ricreare un'opera greca perduta: un quadro del celebre pittore Aezione (IV secolo a.C.), descritto nel II secolo d.C. dallo scrittore greco Luciano di Samosata.