SCUDIT, SCUOLA D'ITALIANO ROMA, PRESENTA MATDID,
MATERIALI DIDATTICI DI ITALIANO PER STRANIERI
A CURA DI ROBERTO TARTAGLIONE E GIULIA GRASSI

 

Materiale: n. 35  -  Data: 16.04.2000  - Livello: B2
autore:
Roberto Tartaglione 

MI HA SCRITTO BERLUSCONI

Un foglio di propaganda elettorale per le elezioni regionali dell'aprile 2000

Questioni di stile (note linguistiche)

 

 

I materiali di Matdid sono scaricabili liberamente come supporto per lezioni di italiano. Ne è vietata la pubblicazione su carta o in formato digitale salvo autorizzazione.
 


Nell'aprile del 2000 si svolgono in Italia le elezioni "regionali", che, come si dice sempre in quest'occasione, hanno un grosso significato politico perché permettono di verificare, almeno in parte, l'umore della cittadinanza nei confronti del governo nazionale. Per questo i leader delle due più importanti coalizioni, Massimo D'Alema per il centro-sinistra e Silvio Berlusconi per il centro-destra, partecipano direttamente e attivamente alla campagna elettorale dei candidati da loro sostenuti.
Nella regione Lazio il candidato del centro-destra al Consiglio Regionale è Francesco Storace, un esponente del partito AN (Alleanza Nazionale). Berlusconi ne sostiene la candidatura e mi ha scritto una lettera per convincermi a votarlo. Sono molto contento che Berlusconi abbia scritto proprio a me, ma confesso che mi sono un po' ingelosito quando ho saputo che probabilmente non sono l'unico destinatario della lettera.

 

Arcore, aprile 2000

Egregio Signor Tartaglione,
il 16 aprile Lei
sarà chiamato alle urne per scegliere il governo della Sua Regione. Ma sarà in realtà una scelta più importante, una scelta di campo: o di qua o di là.
Sarà una scelta t
ra declino e sviluppo, tra impoverimento e benessere, tra il rischio di un regime e la certezza della libertà.

Avrà nelle Sue mani una occasione forse irripetibile per difendere la libertà, ma anche per sospingere il nostro Paese verso un maggior benessere, verso una maggiore sicurezza, verso una crescita dell'economia che aiuti tutti a star meglio.

La ricetta che propongo e che intendo realizzare è molto semplice: oggi in Italia ci sono troppe tasse, troppe leggi, troppi divieti, troppa burocrazia. C'è uno Stato che non sa difendere i beni e la vita dei cittadini di fronte a una criminalità sempre più agguerrita, uno Stato che anziché sostenere chi vuole investire e creare nuovi posti di lavoro frena gli investimenti e lo sviluppo, uno Stato che non garantisce ai cittadini servizi adeguati nella scuola, nella sanità, nei trasporti.

La grande riforma liberale che ho in mente consiste nel cambiare da cima a fondo tutti gli apparati di questo Stato, che sono obsoleti, costosi e inefficienti.

È necessario riformare e riorganizzare radicalmente il sistema fiscale, abolendo l'odiosa imposta sulla successione e riducendo le aliquote, oggi troppo elevate, ad un livello sentito come giusto dai cittadini.

È necessario sostenere e incentivare gli artigiani, i professionisti, i commercianti, gli agricoltori, le piccole e piccolissime imprese, affinché possano espandersi e creare nuovi posti di lavoro.

È necessario preparare i giovani ad affrontare il mondo della nuova economia, insegnando loro a parlare bene l'inglese, ad utilizzare i computers, a navigare su Internet, in modo che siano in grado di potersi realizzare in ogni Paese d'Europa e del mondo.

È necessario intervenire sulle pensioni più basse, per consentire a chi ha lavorato tutta una vita di godere del giusto riposo nella dignità e nella serenità.

È necessario riorganizzare completamente il sistema delle forze dell'ordine, per garantire a ogni cittadino il diritto a non avere paura.

È necessario consegnare alle Regioni la responsabilità sulla scuola e sulla sanità, in modo che i governi locali possano gestirle meglio e più da vicino e non sia lo Stato centrale a decidere tutto da lontano.

È necessario insomma procedere a un ammodernamento di tutti gli apparati pubblici per farli funzionare meglio e farli costare meno.

Io credo di sapere ciò che si deve fare e credo di saperlo fare. Credo anche che i politici di professione, i politici delle parole, non sappiano nemmeno da che parte incominciare.

Per questo sono sceso in campo, per preservare il mio Paese da un futuro soffocante e illiberale, ma anche per cambiarlo e per portarlo a un livello di civiltà e di benessere pari a quello dei più avanzati Paesi europei.

A questo fine ho rischiato e rischio tutto: Lei ha visto e vede l'accanimento con cui si lotta contro di me.
Ma la fiducia di tanti italiani mi dà la forza di continuare a combattere. È la stessa fiducia nella libertà e nel bene che ho appreso da mio padre, da mia madre, dalla coscienza antica e profonda della nostra gente.

Con queste elezioni può ripartire la speranza.

Dipende anche da Lei farla diventare una certezza, una certezza di benessere e di libertà. Cordialmente

Silvio Berlusconi

 

NOTE LINGUISTICHE

 

ARCORE: È il paese lombardo dove Berlusconi risiede nella sua celebre villa (Villa San Martino). La lettera è stata scritta da casa sua. Come Arcore, tutti i nomi che indicano il luogo in cui si svolgono attività importanti (abitazioni di politici, sedi di partito ecc.) sono utilizzati ampiamente nell'informazione giornalistica per indicare la provenienza di certe decisioni o di certe iniziative. Dire che La Farnesina si occupa di un determinato problema, significa dire che se ne sta occupando il Ministero degli Affari Esteri. Una questione discussa a Palazzo Chigi è una questione discussa in Parlamento. Se a Botteghe Oscure manifestano un certo scetticismo su una decisione del governo significa che i DS (il partito dei Democratici di Sinistra) non sono d'accordo su quella decisione. E ancora Via Nazionale è la Banca d'Italia, di là del Tevere è il Vaticano. E il Campidoglio è naturalmente il Comune di Roma, il Quirinale la sede del Presidente della Repubblica, il Viminale è il Ministero degli Interni. Per gli stranieri capire questo linguaggio non è difficile: basta studiare le Pagine Gialle.

EGREGIO: Aggettivo formale che si usa per iniziare una lettera indirizzata a una persona di prestigio: Egregio Signor ... . In passato, forse, era una formula che si riservava spesso ai maschi, preferendo usare invece "Gentile signora" per le donne. Oggi non solo questo sarebbe considerato discriminatorio ma la tendenza è quella di usare "Gentile" per entrambi i sessi.
Scrivendo invece a una ditta o ad un ufficio è frequente l'uso di Spettabile, abbreviato anche in Spett.le:
Spett.le Società...

SARÀ CHIAMATO ALLE URNE: Essere chiamato alle urne, usato solo al passivo e senza indicazione di "agente" (del resto sarebbe difficile stabilire CHI ci chiama), significa andare a votare. La parola urna, in questo caso, si riferisce all'urna elettorale, la scatola in cui si metta la scheda dopo aver votato. Da non confondere perciò con le urne in cui in molte chiese sono conservate le reliquie dei santi o con l'urna cineraria, il contenitore in cui si conservano le ceneri dei morti dopo la cremazione.

UNA SCELTA DI CAMPO: È lo slogan politico del centro-destra in questa competizione elettorale. La parola campo del resto fa parte della "tradizione politica" di Berlusconi che ha fondato un partito che si chiama "Forza Italia" (che è il grido tipico dei tifosi di calcio nei campi sportivi), che ha scelto come colore-simbolo del suo partito l'azzurro (quello della maglietta della nazionale di calcio italiana quando gioca in un campo nazionale o internazionale) e che è diventato celebre, e oggetto di svariate ironie e satire, per aver più volte alluso alla sua entrata in politica con l'affermazione di essere sceso in campo.

O DI QUA O DI LÀ: Modo di dire che non faceva parte del linguaggio "politico-diplomatico" usato solitamente dai politici. L'espressione, di tipo estremamente colloquiale, rinforza l'immagine che Berlusconi vuole dare di sé stesso, come di una persona distante dai "politici di professione" e dai "politici delle parole" di cui parlerà in seguito.

TRA DECLINO E SVILUPPO, TRA IMPOVERIMENTO E BENESSERE, TRA IL RISCHIO DI UN REGIME E LA CERTEZZA DELLA LIBERTÀ: Nell'arte retorica la terna ritmica consiste nel porre vicino tre parole, tre espressioni o tre frasi che, proprio per questo "ritmo a tre", acquistano una grande forza espressiva che va oltre lo stesso contenuto delle singole parole (quasi come se la musica superasse il testo). Se dico che una persona è simpatica e intelligente è chiaro che voglio proprio dire che apprezzo la sua simpatia e la sua intelligenza. Se dico che una persona è simpatica, intelligente e capace, il ritmo della frase fa sorvolare sul significato specifico dei tre aggettivi, mentre quello che si evidenzia è un valore estremamente positivo della persona in questione, ma meno determinato nei suoi singoli aspetti.

FORSE IRRIPETIBILE: Piccolo trucco linguistico-propagandistico (concesso in campagna elettorale). Naturalmente le elezioni sono irripetibili nel senso che una volta votato nessuno potrà più cambiare il risultato elettorale. Ma dicendo forse irripetibile si insinua il sospetto che proprio le elezioni nel loro complesso potrebbero non svolgersi più: insomma, se vincerà l'avversario forse non avremo più occasione di partecipare a delle elezioni democratiche.

VERSO... VERSO... VERSO... : Terna ritmica.

LA RICETTA: Termine di uso per lo più medico (la ricetta del dottore) o gastronomico (la ricetta di cucina) ma ampiamente utilizzato nel linguaggio politico.

UNO STATO... UNO STATO... UNO STATO... : Terna ritmica.

UNA CRIMINALITÀ SEMPRE PIÙ AGGUERRITA: Modo di dire stereotipato, proprio della lingua giornalistica. Gli stereotipi linguistici sono quelle frasi, quegli abbinamenti nome-aggettivo, o quei veri e propri modi di dire che, pur esprimendo concetti drammatici o problematici, attenuano questa drammaticità proprio grazie alla ripetitività dell'uso di determinate forme. Così, sentendo un telegiornale durante il pranzo, la digestione non viene disturbata da un vile-attentato, un furioso-incendio, un tragico-incidente, un tempestivo-intervento, una strage-annunciata; allo stesso modo la criminalità non può essere che sempre-più-agguerrita.

SOSTENERE CHI VUOLE INVESTIRE: Stereotipo linguistico.

CREARE NUOVI POSTI DI LAVORO: Stereotipo linguistico.

FRENA GLI INVESTIMENTI: Stereotipo linguistico.

NELLA SCUOLA, NELLA SANITÀ, NEI TRASPORTI: Terna ritmica all'interno di una terna ritmica (uno Stato... uno Stato... uno Stato...)

DA CIMA A FONDO: Modo di dire estremamente colloquiale (equivale a dalla a alla zeta).

OBSOLETI, COSTOSI, INEFFICIENTI: Terna ritmica.

È NECESSARIO: Comincia l'enumerazione delle cose da fare. Tutte le frasi che seguono sono ora costruite sulla base di un iniziale è necessario + infinito. Subito dopo questa introduzione segue un gerundio modale, quando si vuole esprimere come raggiungere certi obbiettivi (è necessario riformare il sistema fiscale abolendo l'imposta...) e una frase finale introdotta da affinché, in modo che o per + infinito, quando si vuole esprimere lo scopo di queste iniziative (è necessario preparare i giovani - insegnando loro l'inglese - in modo che possano realizzarsi).
Va notato che l'uso del gerundio modale - quello che si riferisce all'iniziativa politica da intraprendere - è estremamente forte nella prima frase (riformare il sistema fiscale abolendo l'imposta) tanto che qui non è stato necessario aggiungere un affinché; si attenua poi nella progressione delle frasi successive. Manca infatti nelle frasi relative alle incentivazioni alle piccole imprese, manca in quelle relative all'aumento delle pensioni e alla riorganizzazione delle forze dell'ordine, manca in quella relativa all'ammodernamento dello Stato.
Le frasi senza gerundio modale assumono così un significato "liturgico" in quanto si caratterizzano per l'invocazione e il fine (così come nella liturgia cattolica, durante la Messa, c'è un'invocazione a Dio fatta dai fedeli, invocazione - nota come "ascoltaci o Signore" - che si basa sullo stesso principio linguistico. Con una sequenza di questo tipo: per le popolazioni più povere, affinché possano vivere nella serenità e nella dignità; per i nostri malati, affinché possano trovare il conforto nella fede, ecc.)

IMPOSTA SULLA SUCCESSIONE: Considerazione non-linguistica e indovinello per i lettori: con tante tasse elevate e a volte ingiuste, perché la prima citata con grande rilievo (odiosa) è l'imposta di successione?

I COMPUTERS: Le parole inglesi, quando sono ormai entrate nell'uso comune italiano, preferiscono il plurale senza -s. Suona perciò buffo sentir parlare di films, sponsors, sports. Lo stesso vale per computer che è ormai italianizzato come le parole già citate, tanto da produrre alterati come computerino (per il portatile), computerone e computeraccio. Inoltre l'uso della -s al plurale richiederebbe nel parlato una pronuncia della parola assolutamente inglese (per cui se proprio vogliamo dire films e computers dovremmo almeno riporre nel cassetto i nostri accenti romaneschi, bergamaschi o napoletani). Nello scritto, se la parola è sentita come "straniera", è buona norma scriverla in corsivo.

SONO SCESO IN CAMPO: Espressione - ormai idiomatica - inventata da Berlusconi nel 1992 a proposito della sua entrata in politica. Abbiamo già detto che, caratterizzando fortemente il personaggio, viene riutilizzata spesso in pubblicità nonostante sia stata oggetto di numerose ironie. Fra queste, la più celebre è quella di una storia raccontata da Roberto Benigni (Oscar del cinema 1999 per il miglior film straniero, "La vita è bella"). Racconta Benigni che quando era piccolo viveva con la sua famiglia in una casa contadina in Toscana. La sua era una casa molto povera, poche stanze e niente bagno. Così, tutte le sere, suo padre prendeva un giornale e, uscendo di casa, diceva a tutti: "Io scendo in campo!". Cosicché quando nel 92 Berlusconi ha dichiarato che sarebbe sceso in campo, il padre di Benigni, davanti alla televisione, ha esclamato scandalizzato: "Ma come, con tutti i soldi che ha Berlusconi non si è fatto neanche costruire il bagno a casa sua?"

L'ACCANIMENTO: Il termine accanimento si può riferire alla ostinatezza degli avversari nella competizione politica, ma, in questo caso, è evidente il riferimento all'accanimento giudiziario, un termine "tecnico" che si usa quando la magistratura persegue una persona sospettata di qualche reato con eccessiva caparbietà, quasi a volerne dimostrare a tutti i costi la colpevolezza. Di accanimento giudiziario Berlusconi ha accusato la magistratura italiana che lo indaga da anni per una serie di reati (per lo più di tipo economico) dei quali è sospettato. Ancora nel 2022 Berlusconi è sotto processo.