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Per fare delle leggi
razziste c'è bisogno di un supporto teorico e
intellettuale. E così il fascismo, prima di varare le
leggi che dovevano impedire agli ebrei di insegnare
nelle scuole pubbliche, di sposarsi con italiani, di
avere alle dipendenze persone di "razza
ariana", di ottenere la cittadinanza italiana, di
svolgere lavori come il giornalista o il notaio, prima
di fare questo dicevamo, ha pubblicato e diffuso il suo Manifesto
in difesa della razza.
Questi presupposti pseudo-scientifici, condannati dalla
storia e anche dalla scienza, sembrano però duri a
morire. |
Il 5 agosto 1938 sulla rivista
sulla rivista La difesa della Razza viene pubblicato il seguente
manifesto:
«Il
ministro segretario del partito ha ricevuto, il 26 luglio XVI,
un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle università
italiane, che hanno, sotto l'egida del Ministero della Cultura
Popolare, redatto o aderito, alle proposizioni che fissano le
basi del razzismo fascista.
1. LE RAZZE UMANE ESISTONO.
La esistenza delle razze umane non è già una astrazione del
nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica,
materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è
rappresentata da masse, quasi sempre imponenti di milioni di
uomini simili per caratteri fisici e psicologici che furono
ereditati e che continuano ad ereditarsi. Dire che esistono le
razze umane non vuol dire a priori che esistono razze umane
superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane
differenti.
2. ESISTONO GRANDI RAZZE E
PICCOLE RAZZE. Non bisogna soltanto ammettere che esistano i
gruppi sistematici maggiori, che comunemente sono chiamati razze
e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna
anche ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per
es. i nordici, i mediterranei, ecc.) individualizzati da un
maggior |
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numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono
dal punto di vista biologico le vere razze, la esistenza delle
quali è una verità evidente. |
3. IL CONCETTO DI RAZZA È
CONCETTO PURAMENTE BIOLOGICO. Esso quindi è basato su altre
considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione,
fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche,
religiose. Però alla base delle differenze di popolo e di
nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono
differenti dai Francesi, dai Tedeschi, dai Turchi, dai Greci,
ecc., non è solo perché essi hanno una lingua diversa e una
storia diversa, ma perché la costituzione razziale di questi
popoli è diversa. Sono state proporzioni diverse di razze
differenti, che da tempo molto antico costituiscono i diversi
popoli, sia che una razza abbia il dominio assoluto sulle altre,
sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine, che
persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse razze.
4. LA POPOLAZIONE
DELL'ITALIA
ATTUALE È NELLA MAGGIORANZA DI ORIGINE ARIANA E LA SUA CIVILTÀ
ARIANA. Questa popolazione a civiltà ariana abita da
diversi millenni la nostra penisola; ben poco è rimasto della
civiltà delle genti preariane. L'origine degli Italiani attuali
parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che
costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo
dell'Europa.
5. È UNA LEGGENDA L'APPORTO
DI MASSE INGENTI DI UOMINI IN TEMPI STORICI. Dopo
l'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri
notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisionomia
razziale della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre
nazioni europee la composizione razziale è variata notevolmente
in tempi anche moderni, per l'Italia, nelle sue grandi linee, la
composizione razziale di oggi è la stessa di |
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quella che era
mille anni fa: i quarantaquattro milioni d'Italiani di oggi
rimontano quindi nella assoluta maggioranza a famiglie che
abitano l'Italia da almeno un millennio. |
6. ESISTE ORMAI UNA PURA
"RAZZA ITALIANA". Questo enunciato non è basato
sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto
storico–linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima
parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle
generazioni che da millenni popolano l'Italia. Questa antica
purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della
Nazione italiana.
7. È TEMPO CHE GLI ITALIANI
SI PROCLAMINO FRANCAMENTE RAZZISTI. Tutta l'opera che finora
ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo.
Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo
ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve
essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza
intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo
in Italia deve essere |
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essenzialmente italiana e l'indirizzo
ariano–nordico. Questo non vuole dire però introdurre in
Italia le teorie del razzismo tedesco come sono o affermare che
gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole
soltanto additare agli Italiani un modello fisico e soprattutto
psicologico di razza umana che per i suoi caratteri puramente
europei si stacca completamente da tutte le razze
extra–europee, questo vuol dire elevare l'italiano ad un
ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore
responsabilità. |
8. È NECESSARIO FARE UNA
NETTA DISTINZIONE FRA I MEDITERRANEI D'EUROPA (OCCIDENTALI) DA
UNA PARTE E GLI ORIENTALI E GLI AFRICANI DALL'ALTRA. Sono
perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono
l'origine africana di alcuni popoli europei e comprendono in una
comune razza mediterranea anche le popolazioni semitiche e
camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche
assolutamente inammissibili.
9. GLI EBREI NON
APPARTENGONO ALLA RAZZA ITALIANA. Dei semiti che nel corso
dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra Patria
nulla in generale è rimasto. Anche l'occupazione araba della
Sicilia nulla ha lasciato all'infuori del ricordo di qualche
nome; e del resto il processo di assimilazione fu sempre
rapidissimo in Italia. Gli ebrei rappresentano l'unica
popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché |
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essa
è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo
assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani. |
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