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										Si 
								sa che alcune parole e alcune espressioni sono 
								"intraducibili": per quanto riguarda l'italiano, 
								per esempio, un modo di dire come "essere un 
								orso", un avverbio come "mica", un superlativo 
								come "sposatissimo" o un verbo pronominale come 
								"cavarsela" certo richiedono un po' di sforzo per 
								essere espressi in modo chiaro in un'altra 
								lingua.Ma ci sono anche tante parole "normali" che - 
								anche se hanno una traduzione immediata in tutte 
								le altre lingue - sono così connesse a esperienze personali, a fatti sociali e 
								sostanzialmente al bagaglio storico-culturale 
								dei nativi, che difficilmente possono 
								trasmettere il loro "vero" senso nel momento in 
								cui le traduciamo.
 Fra queste parole molte riguardano la 
										politica. Termini come comunista 
										o comunismo 
								ovviamente vengono percepiti in un certo modo da 
								un russo o dai cittadini di paesi che hanno 
								fatto parte del vecchio "blocco sovietico", in 
								un altro modo da un nord-americano, in modo 
								diverso ancora da un cubano e in modo diverso 
								ancora da un francese. Questo succede 
								indipendentemente dal significato "tecnicamente 
								politico" della parola.
 
 In Italia il Partito Comunista è stato il 
								principale partito di opposizione dal dopoguerra 
								fino agli anni Novanta. Dalle posizioni 
								filo-sovietiche degli anni Cinquanta si è 
								trasformato in "Eurocomunismo" negli anni 
								Settanta progressivamente avvicinandosi sempre 
								più a posizioni socialdemocratiche fino a 
								cambiare nome alla fine della sua storia.
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										Ma il comunista italiano - a livello popolare e 
								nella percezione dei non-professionisti della 
								politica - aveva caratteristiche molto 
								nazionali: il rapporto con la religione per 
								esempio (chi non ricorda le figure di Don 
								Camillo e Peppone?). E, in un paese saldamente 
								ancorato ai principi occidentali ma governato 
								per decenni dallo stesso partito, la Democrazia 
								Cristiana, comunismo significava anche un 
								desiderio di cambiamento e alternativa. 
								
								Insomma, se in molti paesi "essere comunista" 
								significava aderire a sistemi politici e 
								amministrativi ben precisi, in Italia ha spesso 
								significato altro.Per questo, già negli anni Ottanta e poi in 
								particolare negli anni Novanta, quando 
								"l'ideologia" è andata in crisi, un autore 
								attento come Giorgio Gaber ha scritto un 
								monologo e una canzone dal titolo "Qualcuno era 
								comunista". Nel testo elenca decine di motivi 
								per cui, una volta, qualche persona amava 
								definirsi o si sentiva comunista... in Italia, 
								beninteso!
 
								Qui 
								potete vedere e ascoltare il video del 
								monologo-canzone. Più sotto riportiamo alcune 
								delle frasi fra le più indicative del testo 
								illustrandone il significato. Cliccando poi sul 
								link degli esercizi i meno appassionati alla 
								questione socio-politica, ma estremisti della 
								grammatica, potranno invece trovare qualche 
								esercizio sugli "indefiniti" e su altre 
								cosette 
								che si trovano nel testo di Gaber. |  |  |  
								
								Ma ci sembra giusto cominciare con il video, 
								sintetizzato poi sotto.
 
 
									
										| Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia 
										(1). Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, 
								il papà... la mamma no.
 Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia 
								come una promessa, la Cina come una poesia, il 
								comunismo come il paradiso terrestre.
 Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
 Qualcuno era comunista perché aveva avuto 
								un'educazione troppo cattolica 
										(2)
 Qualcuno era comunista perché il cinema lo 
								esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo 
								esigeva, la letteratura lo esigeva... insomma, 
								lo esigevano tutti (3).
 Qualcuno era comunista perché "La storia è dalla 
								nostra parte!" (4).
 Qualcuno era comunista perché glielo avevano 
								detto.
 Qualcuno era comunista perché non gli avevano 
								detto tutto (5).
 Qualcuno era comunista perché prima era 
								fascista.
 Qualcuno era comunista perché aveva capito che 
								la Russia andava piano... ma lontano 
										(6).
 Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una 
								brava persona (7). Qualcuno era comunista perché Andreotti non era 
								una brava persona(8).
 | . | Qualcuno era comunista perché era ricco ma amava 
								il popolo! Qualcuno era comunista perché era così ateo che 
								aveva bisogno di un altro dio.
 Qualcuno era comunista perché amava talmente gli 
								operai che voleva diventare come loro.
 Qualcuno era comunista perché non ne poteva più 
								di fare l'operaio.
 Qualcuno era comunista per far rabbia a suo 
								padre.
 Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per 
								principio, qualche altro per frustrazione.
 Qualcuno era comunista perché la borghesia, il 
								proletariato, la lotta di classe... (9).
 Qualcuno era comunista perché era più comunista 
								degli altri.
 Qualcuno era comunista perché c'era il grande 
								partito comunista.
 Qualcuno era comunista nonostante ci fosse il 
								grande partito comunista.
 Qualcuno credeva di essere comunista, ma forse 
								era qualcos'altro.
 Qualcuno era comunista perché sentiva la 
								necessità di una morale diversa.
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										NOTE LINGUISTICHE 
								
								(1) 
								
								era nato in Emilia 
								- Tradizionalmente l'Emilia è la 
								regione italiana più "di sinistra" e governata 
								in ambito locale dal Partito Comunista. 
								Bologna, non a caso, oltre a essere chiamata 
								Bologna la dotta per l'università, oltre a 
								essere chiamata Bologna la grassa per la sua 
								gastronomia, è anche chiamata Bologna la rossa.
 (2) aveva avuto 
								un'educazione troppo cattolica  
								- La scuola italiana, dai Patti Lateranensi 
								in poi, ha avuto per molti decenni un'impronta 
								cattolica. E anche nelle famiglie tradizionali, 
								perfino non troppo religiose, la "tradizione 
								cattolica" legata a certi riti (battesimo, prima 
								comunione, matrimonio in chiesa ecc.) è sempre 
								stata molto presente. Dirsi comunista era anche 
								un modo per ribellarsi a questo.
 
										
										(3) il cinema lo 
								esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo 
								esigeva, la letteratura lo esigeva... insomma, 
								 |  | lo esigevano 
										tutti - Se dal punto 
								di vista strettamente politico il Partito 
										Comunista è sempre stato all'opposizione 
										e mai al governo, la vita intellettuale 
										del paese è stata però decisamente 
										indirizzata da personaggi e figure che 
										si richiamavano se non al Partito, 
										comunque a principi o ideali decisamente 
										di sinistra: registi, scrittori, autori 
										teatrali, insomma tutti, come dice 
										Gaber, facevano parte di quel mondo. 
										
								(4) La storia è dalla 
								nostra parte! - illusione dei 
								comunisti... smentita dalla storia stessa.
 (5 ) non gli avevano 
								detto tutto - qui Gaber si 
								riferisce ai crimini dello stalinismo che 
								vengono scoperti a poco a poco dall'opinione 
								pubblica.
 
 (6) la Russia andava 
								piano... ma lontano - ironia 
								sull'evoluzione politica della Russia
 |  | (7) Berlinguer era una 
								brava persona - Enrico Berlinguer 
										(1922-1984) è stato segreterio del 
										Partito Comunista Italiano dal 1972 all 
										1984. Ha indirizzato definitivamente il 
										PCI verso posizioni "eurocomuniste" e, 
										al di là del giudizio politico che si 
										può dare sulla sua figura, è stato 
										riconosciuto da tutti, amici e nemici, come persona di grande onestà morale. 
										
								(8) Andreotti non era 
								una brava persona - Giulio 
								Andreotti (1919-2013) è stato l'esponente più 
								autorevole della Democrazia Cristiana dal 
								dopoguerra fino agli anni Novanta. Il 
								personaggio - di indubbia abilità politica - è 
								comunque molto discusso per il suo 
								coinvolgimento in numerosi "misteri italiani" e 
								anche per le sue relazioni con il mondo della 
								criminalità mafiosa.
 (9) la borghesia, il 
								proletariato, la lotta di classe... -
								Se è vero che le parole sono o di destra o di 
								sinistra, be', queste sono tutte parole che 
								identificano come "comunista" chiunque le 
								pronunci.
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