Questo manuale sulla coniugazione dei verbi irregolari in italiano è diviso in tre sezioni. La prima sezione comprende i modelli di coniugazione: qui troviamo le coniugazioni di tre verbi regolari in -are, -ere, -ire (modelli: amare, credere, seguire), dei verbi in -ire con la caratteristica in -isco (modello: finire), delle grandi famiglie di verbi irregolari caratterizzate da una analoga terminazione (per esempio verbi in -igere, in -primere, in -suadere, in -sumere ecc.) e infine, in ordine alfabetico, le coniugazioni di verbi irregolari che hanno una coniugazione propria e autonoma (come andare, morire, udire), oppure che sono rappresentanti di un'intera famiglia che segue lo stesso tipo di coniugazione (per esempio trarre, che è il rappresentante di un certo numero di composti come astrarre, contrarre, protrarre; oppure vedere, che ha la stessa coniugazione di provvedere e rivedere). La coniugazione di tutti questi verbi è resa graficamente in modo che tutte le forme "irregolari", evidenziate dal carattere neretto, siano immediatamente evidenti. Per irregolari intendiamo semplicemente quelle forme che si distaccano dalle coniugazioni dei tre verbi modello in -are, -ere, -ire, anche se siamo ben consapevoli che è decisamente improprio di parlare di "irregolarità" per esempio in verbi che nella coniugazione introducono una "h" o una "i" solo per motivi fonetici.Nel modello di coniugazione dei tempi composti si è anche dovuto scegliere l'ausiliare essere o avere: Il numero di verbi che in italiano possono essere coniugati con entrambi gli ausiliari è tuttavia molto più alto di quello che superficialmente si potrebbe ritenere: perciò nella pagina con il modello di coniugazione può essere presente anche il riferimento ad una nota che rimanda alla seconda sezione del manuale in cui questa possibilità verrà sottolineata. La seconda sezione comprende una serie di note: qui sono indicate le caratteristiche particolari del verbo modello (per esempio: il verbo vivere usa indifferentemente l'ausiliare essere o avere) o dell'intera famiglia rappresentata da quel verbo (per esempio: l'intera famiglia dei verbi "annettere, connettere, interconnettere" usa raramente le forme del participio presente); ma qui sono indicate anche le caratteristiche dei singoli verbi che pur appartenendo a una determinata famiglia hanno poi qualche specificità che in qualche modo li discosta dal verbo modello (per esempio: il verbo benedire è un composto di dire e si coniuga come dire in tutte le forme, escluso che nell'imperativo di seconda persona, "benedici", diferente da quella del modello "di'"; allo stesso modo "provvedere" è un composto di" vedere", ma nel condizionale e nel futuro non usa la forma contratta propria del modello, "vedrò", ma la forma estesa "provvederò"). La terza sezione comprende la lista dei verbi irregolari (e alcuni verbi regolari ad alta frequenza d'uso): questa lista dovrebbe essere il punto di partenza per la ricerca delle forme verbali che ci interessano. Qualora avessimo la necessità di conoscere la coniugazione di un nuovo verbo dovremmo cercarlo in questa sezione: se il verbo è assente si tratta di un verbo regolare e quindi, per la coniugazione, dovremo rifarci ai normali modelli delle tre coniugazioni in -are, -ere, -ire. Pignolescamente e forse un po' provocatoriamente abbiamo però inserito nella lista i verbi in -isco, che pure è un po' difficile considerare "irregolari" giacché, in quantità, superano di almeno dieci volte quelli cosiddetti"regolari" in -ire. Tuttavia, consapevoli di rivolgerci a stranieri, abbiamo preferito non discostarci dai ritmi di apprendimento degli studenti di lingua italiana che normalmente, per ragionevolissime esigenze didattiche, si accostano prima ai verbi senza forme in -isco (più simili e simmetrici come coniugazione ai verbi regolari in -are e -ere). La lista della terza sezione comprende l'infinito del verbo in questione (per esempio soddisfare); una eventuale nota che rimanda alla pagina della seconda sezione in cui su quasto verbo si segnalano particolarità rispetto al modello (per esempio nella nota su soddisfare troveremo che si può coniugare sia come composto di fare, "io soddisfaccio", sia come verbo regolare in -are, "io soddisfo"). Nella colonna a fianco si trova la pagina con il rimando al verbo modello (nel caso di soddisfare troveremo il rimando alla coniugazione di fare). Nell'ultima colonna viene segnalato l'ausiliare (essere, avere oppure essere/avere quando entrambi gli ausiliari possono reggere quel determinato verbo): la segnalazione dell'ausiliare vuole essere solo un'indicazione rivolta agli studenti di italiano di livello elementare e medio. Nel caso di persone che abbiano una competenza linguistica già molto elevata suggeriamo prudenza nell'adottare l'uno o l'altro ausiliare perché in alcuni casi la scelta comporta conseguenze importanti non solo dal punto di vista grammaticale ma talora anche da quello semantico: la forma ho dovuto andare, ad esempio, pur tollerata dalla grammatica, caratterizza un atteggiamento del parlante diverso da chi dice sono dovuto andare. Per i casi meno complessi nelle note si trova comunque anche qualche esempio chiarificatore (sono salito sulla montagna, ho salito le scale). I verbi riflessivi irregolari sono presenti nella lista solo quando la forma non-riflessiva non è presente nel vocabolario italiano: non esiste il verbo accorgere ma esclusivamente accorgersi. Negli altri casi abbiamo indicato nelle note la maggior frequenza d'uso di un determinato verbo nella forma riflessiva (per esempio esiste il verbo sedere che fra l'altro ha l'ausiliare avere. Ma è certamente più frequente sedersi che, come riflessivo usa l'ausiliare essere) |
|||
|