|
|
PAESE
CHE VAI
LETTURE ED ESERCIZI
DI ITALIANO PER STRANIERI di Roberto
Tartaglione
CI.ELLE.I edizioni, 1985
|
Paese che vai è un libro di letture ed esercizi
per corsi iniziali di lingua italiana per stranieri. Tutti i brani sono
registrati su cassette così come gli esercizi principali (che portano a
fianco il simbolo grafico).
Gli argomenti da cui le
letture traggono spunto vogliono essere di attualità e riguardano quasi
sempre l'Italia, vista con un occhio non retorico e qualche volta un po'
provocatorio e autoironico; non si è mai avuta, comunque, alcuna
intenzione di disegnare un quadro rigoroso della realtà italiana
contemporanea, ma di illustrarne solo qualche aspetto particolare. Lo
scopo è quello di interessare lo studente di lingua (soprattutto
senza cedere alla tentazione di considerarlo «bambino» solo perché agli
inizi degli studi) e di offrirgli nello stesso tempo lo spunto per una
«conversazione didattica» con l'insegnante basata sul lessico e sulle
strutture di ciascun brano, conversazione che nasce spontanea dal
confronto fra le singole realtà nazionali degli stranieri e quella
italiana evidenziata dalla lettura.
Sia per spezzare la ripetitività, sia e soprattutto per esigenze
didattiche, qualche volta l'argomento della lettura è diverso: un paio
di conversazioni, un paio di biografie, una favola. Anche in questi casi
però si è cercato di conservare sempre uno stimolo alla conversazione
orale, nella più assoluta convinzione della priorità del parlato
rispetto allo scritto.
Da questa convinzione è nata l'esigenza di far uso di una lingua
italiana reale, moderna e viva, che non cadesse nemmeno, però,
nell'ossessione di una improbabile «mimesi del parlato». Per questo sono
state evitate le conversazioni situazionali - «al bar» «all'ufficio
postale» ecc. - che rischiano molto spesso di rappresentare non
l'italiano vero, ma la solita finta-lingua per turisti stranieri.
Tanto vale accettare il fatto che una lettura, per sua natura, può
essere solo scritta e, con questa consapevolezza, ricorrere a forme
facilmente utilizzabili nel parlato, a strutture di tipo giornalistico
immediatamente comunicative, a un lessico aggiornato e di alta frequenza
d'uso.
In questo senso, qualora l'argomento trattato lo richiedesse, è sembrato
opportuno introdurre in alcune letture qualche espressione idiomatica o
qualche forma grammaticale «irregolare» (come il relativo «che» in
Paese che vai), mai con l'intenzione di sottolineare «l'eccezione»,
ma solo e sempre nella prospettiva di automazione di strutture
ricorrenti. Allo stesso modo si è variato lo stile a seconda del tema:
«Dante nacque da una famiglia benestante» è un'espressione propria di un
certo tipo di lingua scritta e, pur nella sua distanza dal parlato, era
opportuno che venisse proposta in questa forma. Parlando di sport,
invece, il tono linguistico è ovviamente assai più colloquiale: «a
occhio e croce gli italiani non sono molto sportivi».
La scioltezza delle forme a cui si è mirato è certo meno evidente nelle
primissime letture (laddove la disponibilità di vocaboli e di strutture
grammaticali era piuttosto limitata), ma riteniamo sia stata raggiunta
piuttosto rapidamente.
A proposito del lessico va detto che è stato rigorosamente selezionato
fra quello a più alta frequenza d'uso. Nonostante questo, qualche volta
l'argomento trattato ha sollecitato l'immissione nei brani di lettura di
qualche termine specialistico («assuefazione psicologica» a proposito di
droga, per esempio): si tratta sempre, comunque, di parole che ricorrono
frequentemente sui giornali.
La progressività con cui si sono introdotti e graduati i fatti
grammaticali non è mai tale da costringere l'insegnante a seguire
rigorosamente l'ordine in cui le letture sono disposte, tanto più che
l'«indicazione grammaticale» che precede ogni brano è veramente
solo un'indicazione, un punto di riferimento per conoscere
anticipatamente quale novità di rilievo dal punto di vista della
grammatica si incontrerà in una lettura. I brani, comunque, non sono mai
imperniati su una determinante regola, anche per non rendere le
strutture linguistiche usate improbabili e involute.
Nel complesso delle letture si sono toccati un po' tutti gli argomenti
grammaticali di rilievo, puntando però sempre all'essenziale e senza
eccessive indulgenze per le eccezioni, i casi rari e le irregolarità, a
meno che non fosse necessario per rendere un concetto. Il criterio della
frequenza d'uso è stato quindi determinante non solo per la scelta
lessicale ma anche e soprattutto per quel che riguarda l'occorrenza
linguistica di una certa forma o struttura.
Le esercitazioni che seguono ogni brano si ripropongono di far
memorizzare vocaboli e automatizzare strutture mediante esercizi che si
basano sulla lettura stessa, ripetendone frasi, riassumendone concetti,
utilizzandone il lessico. Questi esercizi cercano di essere chiari e
schematici anche visivamente e variano il più possibile per
evitare la noia da parte dello studente. Un solo «tormentone»: un
esercizio fisso sulle preposizioni. L'uso corretto delle preposizioni è
sempre così difficoltoso per gli stranieri che l'unica strada per
ottenere buoni risultati sembra quella di permetterne la ripetizione in
frasi ben contestualizzate e, di conseguenza, l'automazione. Questo
principio didattico vale comunque anche per gli altri esercizi che si
basano sempre sulla struttura sintattica e mai sulla parola.
Il sussidio visivo è fornito da immagini che hanno sempre funzione
documentaristica e solo qualche volta lo scopo di far esercitare lo
studente. La parte grafica è comunque sempre diretta a facilitare
l'approccio linguistico e a fornire l'opportunità di memorizzazione
visiva.
I test grammaticali inseriti alla fine della prima e della seconda parte
del testo sono gli unici esercizi in cui l'esigenza di
«contestualizzare» è stata meno sentita. Infatti si tratta di test di
verifica e non hanno alcuno scopo didattico. Parole o frasi sono tratti
sempre dalle letture precedenti e risolvendo i vari quesiti lo studente
ha l'opportunità di quantificare la portata delle nozioni apprese. Dal
punto di vista grafico i test sono realizzati in modo tale che i fogli
possano essere staccati dal testo.
Con le sole parole già impiegate nelle letture precedenti sono anche
preparati gli schemi delle parole crociate che compaiono un paio di
volte nel testo.
L'utilizzazione di Paese che vai come testo di letture per i corsi
di base di lingua italiana per stranieri vuole offrire all'insegnate più
di una possibilità di intervento: da una parte si può utilizzarne i
brani di lettura prescindendo completamente dal «sistema» in cui essi
sono ordinati. Dall'altro se ne può invece fare un uso sistematico
accompagnando il progresso dell'apprendimento linguistico dello studente
e controllandolo attraverso i test finali. Si può poi dar maggior peso
alla parte relativa alle esercitazioni che tuttavia rimangono
indissolubilmente legate alla lettura che le precede.
L'importante, a nostro avviso, è non basare su un testo l'impostazione di
un corso di lingua, ma farne un uso dinamico ed elastico giacché, per
quanto rigorosamente programmato, un libro è sempre e solo un libro e le
operazioni didattiche principali vanno svolte oralmente.
Il massimo della gratificazione, per un testo, sarebbe quello di
riconoscergli di averle stimolate. Ma il grosso del lavoro tocca sempre
all'insegnante.
Roberto
Tartaglione
Voglio ringraziare gli insegnanti che hanno sperimentato parte delle
letture nelle loro classi e in particolare Charlotte Gregorian per i
suoi suggerimenti e consigli. Un ringraziamento particolare a Giulia
Grassi che mi ha aiutato efficacemente sia nella ricerca degli argomenti
sia nel lavoro di revisione del materiale. Da ultimo un grazie all'amico
Claudio Anzi per la sua impagabile e impagata collaborazione nel
redigere gli schemi delle parole crociate.
|