Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi - Scudit, Scuola d'Italiano Roma

 
  Roberto Tartaglione


DI VENERE E DI MARTE
NON SI SPOSA E NON SI PARTE

 (né si dà principio a un'arte)
 
Dieci noterelle per i superstiziosi
Gli antichi romani e la superstizione
 

LIVELLO ELEMENTARE 2

 

   

INDICI MATDID:    cronologico   |  per argomento   |   per livello   |   analitico

 





 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

Del fare le corna e di altre armi contro la jella abbiamo già parlato in una vecchia lettura di Matdid, Facciamo le corna (click).
Quello che invece vogliamo illustrare oggi sono i gesti, le azioni, gli oggetti o i comportamenti che si ritiene portino sfortuna. Si tratta in alcuni casi di fenomeni di superstizione "internazionali"; in altri di tradizioni esclusivamente italiane.
 
(Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male, Eduardo de Filippo)

 
 

 

Il numero 17 - Porta male (vedi in Matdid Roma Faq e anche la soluzione degli "esercizi sui numeri" da cui si ricavano interessanti informazioni) e corrisponde a quello che all'estero è rappresentato in genere dal numero 13: terribilmente sfortunato è quindi il giorno venerdì 17, data in cui certamente conviene non prendere un aereo.
Il numero 13, in Italia, è invece generalmente considerato un numero
fortunato (e fare 13 al totocalcio corrisponde a vincere a una lotteria).
L'unico divieto riguardo a questo numero è pranzare in 13 a tavola (ricordo dell'Ultima Cena: in Matdid, da non perdere Il linguaggio dei gesti: il Cenacolo di Leonardo).
L'origine della tradizione negativa del numero 17 è molto incerta (qualcuno pensa al fatto che in numeri romani il 17 si scrive XVII, anagramma di VIXI, cioè "ho vissuto", quindi sono morto; altri pensano alla famosa battaglia di Teutoburgo, del 9 dopo Cristo, in cui fra le altre legioni romane anche la diciassettesima fu annientata dai Germani; altri poi sostengono che secondo la Bibbia il Diluvio Universale sarebbe cominciato il diciassettesimo giorno del mese): qualunque sia il motivo, se si è superstiziosi, meglio evitare ogni richiamo al numero 17.

 

Poggiare un cappello sul letto o anche tenere fiori in camera da letto - Sono due azioni che portano sfortuna: richiamano infatti alla mente i gesti che si fanno quando in una stanza c'è un morto (e in molte regioni italiane si dice anche che il letto in camera da letto non deve mai essere posizionato con i piedi verso la porta: è infatti la posizione del morto che deve essere portato via!).
D'altra parte non dimenticate che anche aprire un ombrello in casa è come chiamare la pioggia all'interno della propria abitazione, quindi la sventura in famiglia. Meglio tenerlo chiuso.

 

Regalare un portafoglio (vuoto) o anche un oggetto tagliente (come una spilla) - Regalare un portafoglio vuoto è come augurare povertà (si può però allontanare la sfortuna - e quindi regalarlo - mettendo nel portafoglio una moneta). Un oggetto tagliente invece è come una minaccia di violenza (il rischio di violenza viene però cancellato se si punge leggermente con la stessa spilla il destinatario del regalo).
In generale i regali che "portano sfortuna" si possono comunque fare facendosi pagare simbolicamente con una monetina. Così non sono più "regali" ma "vendite".

 

Accendere con lo stesso fiammifero la sigaretta a tre persone diverse. E per conseguenza non si accende con la stessa fiamma dell'accendino la sigaretta a tre persone - Si dice che questo gesto provoca la morte del terzo, o anche del più piccolo. Dopo due "accensioni di sigaretta", perciò, si cambia fiammifero o si riaccende la fiamma dell'accendino. 
Sembra che questa tradizione derivi dai tempi della prima guerra mondiale: i soldati in trincea di notte, accendendo un fiammifero, costituivano un ottimo bersaglio per i cecchini, cioè i tiratori, dell'esercito nemico. Acceso il fiammifero per la prima sigaretta il cecchino si allertava; mentre si accendeva la seconda sigaretta il cecchino prendeva la mira. Alla terza sigaretta il cecchino sparava.

 

Dire "auguri" o "buona fortuna" a chi sta per affrontare una prova difficile o di un evento importante (un esame, una gara sportiva ecc) -  Sono espressioni che portano sfortuna perché nominare qualcosa di positivo significa allontanare la possibilità che questa cosa accada realmente. Quindi si preferisce dire "in bocca al lupo" (come dimenticare che Berlusconi aveva promesso che avrebbe assistito alla finale dei
Mondiali di Calcio a fianco dell’Italia e la Nazionale italiana è stata immediatamente esclusa agli ottavi di finale?)
In Matdid vedi anche Lingua e tabù.

 

 

Il colore viola per persone dello spettacolo (attori, ballerini e cantanti in particolare) - Porta sfortuna perché nel periodo della Quaresima, quando i sacerdoti vestono di viola, gli spettacoli teatrali o musicali venivano sospesi per rispetto verso la Passione di Cristo (e la gente di spettacolo restava quindi disoccupata). Ci sono artisti che hanno cancellato il loro spettacolo proprio perché la sala teatrale era decorata con elementi viola (caso clamoroso quello del cantante Pavarotti).

 

Far cadere il sale - Porta male perché il sale era un bene molto prezioso che certo non poteva essere sprecato. Al contrario versare del vino sul tavolo si dice che "porta allegria". Di vino ne abbiamo sempre avuto in abbondanza. (Porta comunque male anche far cader l'olio o il pane. Anzi, il pane è bene non tenerlo sul tavolo in posizione rovesciata perché significa richiamare la miseria e la fame. E quando un pezzo di pane diventa
vecchio e duro, prima di buttarlo nell'immondizia, c'è chi gli dà un bacio per farsi perdonare questo gesto così offensivo verso l'alimento più prezioso al mondo).

 

Quattro persone si salutano stringendosi la mano e incrociando le braccia - Più in generale disporre gli oggetti in forma di croce (anche le posate sul tavolo, o le scarpe in terra) porta male perché ricorda ovviamente la morte di Cristo.

 

Rompere uno specchio - Si sa: sette anni di sventura!
L'origine di questa superstizione è antichissima. Non è legata tanto al fatto che una volta uno specchio era un bene certamente prezioso, ma soprattutto a un motivo diverso. Lo specchio riflette l'immagine e quindi la sua distruzione, in qualche modo, rappresenta la distruzione di se stessi.
Perché sette anni? Mah, probabilmente perché secondo alcune credenze
romane la vita si rinnova ogni sette anni (e poi il sette, si sa, è un numero pieno di richiami magici: sette vite come un gatto, i sette colli di Roma, i sette re di Roma, la crisi del settimo anno e chi più ne ha più ne metta!). L'importante comunque è ricordarsi che quando si tiene in mano uno specchio bisogna fare attenzione!

 

Rifare il letto in tre (donne) - Porta sfortuna perché la più giovane potrebbe non trovare marito (Be', certo: se una ha bisogno di due collaboratori per rifare il letto...)
 

 

Non abbiamo parlato qui delle superstizioni più famose (il gatto nero, camminare passando sotto una scala ecc.) perché sono notissime in quasi tutto il mondo. E non abbiamo parlato nemmeno del mare di superstizioni molto legate a uno specifico territorio, a una regione, a una città in particolare o magari solo a determinati ambienti. Del resto in Italia, come in molti altri paesi, qualche volta le superstizioni sono solo di un piccolo clan, a volte addirittura di una sola famiglia e non di rado... del tutto personali: la mia squadra del cuore ha vinto una partita e mentre io la guardavo indossavo una determinata camicia? Bene: tutte le volte che la mia squadra giocherà indosserò quella camicia perché è chiaro che "porta bene"! Cliccando sulle pubblicità di un Sito Internet gratuito ho imparato meglio l'italiano? Bene, cliccherò sempre perché porta fortuna! Quando ho superato quel difficilissimo esame avevo in tasca una certa moneta? Bene: quella moneta sarà il mio amuleto!
Per gli studenti potrà essere un buon esercizio provare a raccontare le superstizioni del proprio paese o anche quelle ...personali.

 

APPENDICE: le catene di Sant'Antonio

Per catena di Sant'Antonio si intende quel sistema (fastidiosissimo) che permette la propagazione di un messaggio. In passato funzionava con una lettera che ti arrivava a casa e che si concludeva dicendo: ora invia questa lettera a 10 tuoi amici. Se lo farai la fortuna ti sorriderà. Se interromperai la catena... (e qui si elencavano una serie di disgrazie capitate a chi interrompeva il meccanismo).
 
Oggi le catene di Sant'Antonio si diffondono via email.
Qui sotto l'ultimo messaggio del genere che mi è arrivato:
 


 

   

Se avete qualche commento da fare su questo materiale o se volete segnalarci errori o
imprecisioni, potete farlo attraverso il modulo qui sotto, senza dimenticare di indicare
nome, cognome, indirizzo mail e IL TITOLO del materiale di questa pagina.

*Cognome 
*Nome 
* Nazionalità 
*E-mail    
*TITOLO MATERIALE  


COMMENTO



NB: I campi contrassegnati dall'asterisco (*) sono obbligatori.

  


Scudit Scuola d'Italiano, Via La Spezia 34 - 00182 Roma; tel +39.06.44362831; Email: info@scudit.net